1000 Miglia Green – Polestar 2, col tempo migliora

Dall’anno scorso sono cambiate tante cose per la Polestar. E a dimostrarlo è stato il pubblico della 1000 Miglia: all’edizione 2023 faticava a riconoscerla, mentre quest’anno l’ha apprezzata moltissimo. Merito delle campagne pubblicitarie del brand, certo, ma anche di un design che una volta visto non si dimentica facilmente. Uno stile prettamente scandinavo che rimanda al marchio Volvo e che contraddistingue questa famiglia di elettriche pronta ad accogliere due nuovi membri, le 3 e 4.  

Sempre più nota. La Polestar 2 è la prima auto costruita in Cina a vincere la 1000 Miglia Green (nonché la prima svedese), ma quello che forse mi ha stupito di più è stata la reazione del pubblico di fronte a questa berlina da 4 metri e 61 centimetri. I più anziani, incuriositi dalla sua calandra piena, m’hanno chiesto cosa fosse, rimanendo affascinati dal minimalismo degli interni. Gli appassionati con qualche decina di primavere in meno sulle spalle, invece, l’hanno subito riconosciuta, chiedendoci come si guidasse, quanto consumasse e quanto costasse (spoiler: bene, poco e non poco, ovvero 63.800 euro). Ma c’è stato anche chi non ha capito subito di cosa si trattasse, confondendola con vetture di altri brand. La percentuale di persone ignare, però, è calata drasticamente rispetto al 2023, principalmente per merito della comunicazione che la Polestar ha fatto nell’ultimo periodo per presentarsi al pubblico. Di sicuro, quello che non è cambiato sono i complimenti spesi per il design.

Tappe lunghe, poche cariche. Alla fatidica domanda sull’autonomia, -a stento trattenuta da un ghigno, tanti si sono dovuti ricredere: qui, infatti, parliamo di 600 km, standoci attenti. Tra gara, trasferimenti, riprese e altri giri, alla 1000 Miglia abbiamo percorso più di 2.000 km, senza mai percepire la benché minima ansia di ricarica. Con tappe di 4-500 km al giorno, infatti, non ho mai fatto il pieno all’auto, partendo sempre con un 80-90%, caricando dopo il pranzo e arrivando la sera in hotel con l’energia necessaria per affrontare la giornata di gara successiva. Zero pensieri, solo brevi soste alle colonnine ad alta potenza per sfruttare al meglio i 205 kW accettati dalla Polestar 2. L’aggiornamento 2024 le ha fatto davvero bene, rendendo la vettura molto più efficiente e piacevole da guidare. In origine, infatti, la “2” era a trazione anteriore, ma ora la Single Motor Long Range monta un motore dietro, a tutto vantaggio della dinamica di guida. Diversi accorgimenti l’hanno resa anche più scorrevole e meno assetata di energia. Risultato: -30% rispetto ai consumi della Dual Motor dello scorso anno.

Un sesto delle emissioni. Tirando le somme di questa 1000 Miglia Green, la nostra Polestar 2 ha chiuso con una media di 14,9 kWh/100 km. Per i 2 mila chilometri percorsi ha così consumato 298 kWh, per la cui generazione sono stati emessi in atmosfera 59,4 kg di CO2 (valore calcolato sulle medie di ogni giorno, divise per zona e orario, di Electricity Maps). Un dato che decontestualizzato potrebbe sembrare elevato, ma che in realtà è solo una frazione dell’anidride carbonica che avremmo emesso facendo lo stesso giro con un’auto con motore termico. Dati alla mano (abbiamo preso tre berline tedesche paragonabili alla Polestar, calcolando un’emissione media di 154 g/km di CO2), con un quattro cilindri molto meno potente rispetto ai 299 CV della svedese avremmo emesso 308,5 kg di anidride carbonica, quasi sei volte di più.