1000 Miglia Green – Vince una Tesla, seconda la nostra Polestar 2
Applausi per tutti, all’arrivo di Brescia della 1000 Miglia Green. Perché anche quest’anno, come ormai da diversi a questa parte, le auto elettriche che hanno partecipato alla versione eco della Freccia Rossa hanno dimostrato che si può. Che è possibile, cioè, girare gran parte d’Italia con vetture a batteria; che è possibile completare più di 2 mila chilometri, raggiungendo le località più disparate, superando prove cronometrate e rispettando i tempi imposti dai controlli orari; che è possibile ricaricare le batterie alle colonnine rapide e raggiungere la destinazione. Non sempre senza qualche difficoltà, perché in alcuni casi le colonnine incontrate lungo il percorso non erano funzionanti oppure erano occupate abusivamente da veicoli termici, ma con tanta programmazione e una buona dose di flessibilità di fronte agli imprevisti si può fare. Certamente, di colonnine ne serviranno molte, ma molte di più, quando le Bev circolanti non saranno più nell’ordine del paio di centinaia di migliaia, come oggi. Ma a tutto questo si sta lavorando, e si dovrà lavorare ancora molto, anche con l’aiuto dei cospicui fondi messi a disposizione del Pnrr, se riusciremo a rispettarne i tempi.
Ottimo piazzamento. Ma veniamo alla gara, ché la 1000 Miglia Green, oltre che un road show per le auto elettriche della più recente generazione, è anche questo. A vincere è stato l’equipaggio composto da Paolo Piva e Matteo Ferraglio, con una Tesla Model Y: un successo meritato, visto che hanno concluso tutte le tappe restando sempre al comando della classifica. Ma gli applausi vanno anche al primo dei nostri equipaggi, quello costituito dal collega delle prove su strada Mirco Magni, vincitore dell’edizione 2022 della Green, e dalla vicedirettrice Laura Confalonieri, terminati sul secondo gradino del podio con la loro Polestar 2. Una prova convincente per la vettura, ancora fresca sul mercato italiano. Sul terzo gradino, Antonino Azzarello e Stefano Orlandini con una Ford Mustang Mach-E. Applausi, dunque, per tutti.
E gli altri? Forse vi chiederete come sono andati gli altri tre equipaggi di Quattroruote scesi in lizza in questa edizione della Green. Ve lo diciamo subito: bene, ma ognuno a modo suo, e vi spieghiamo perché. Fabio Sciarra (redazione Autonotizie) e Leonardo Spacone, con la loro Audi Q8 55 e-tron, si sono difesi con onore finendo quinti, alle spalle della poderosa Mercedes EQS di Klaus Millerferli e Sandro Vitale. Scorrendo la classifica troverete anche all’undicesimo e dodicesimo posto Alessandro Ferruta e Chiara Giannoni con l’Abarth 500e e il nostro vicedirettore Marco Pascali, affiancato da Giulietta Cozzi sulla Volkswagen ID Buzz. Auto, quest’ultime, molto apprezzate dal pubblico per la loro originalità. Ma la loro prestazione è stata condizionata dal compito che dovevano svolgere, quello di documentare, prova dopo prova e giorno dopo giorno, la 1000 Miglia Green, realizzando video, reel e stories: un impegno, ovviamente, prevalente rispetto a quello della classifica. E se ci avete seguiti su Instagram avrete certamente apprezzato il gran lavoro che hanno svolto.
Le storiche. La 1000 Miglia, ovviamente, non era solo Green, visto che in gara c’erano la bellezza di oltre 400 vecchiette. Per la cronaca, il successo è andato all’equipaggio composto da Andrea Vesco e Fabio Salvinelli a bordo di un’Alfa Romeo 6C 1750 SS del 1929: un’altra vittoria in questo evento per il marchio del Biscione, quindi. A farle da damigelle due Lancia Lambda Spider, rispettivamente del 1927 e 1929, portate in gara dagli equipaggi Fontanella-Covelli e Belometti-Bergomi. Al traguardo di Brescia è arrivato anche il nostro collega della redazione Prove su strada Lorenzo Facchinetti, in coppia con Vincenzo Di Leo su una Gilco 205 Spider, basata sulla meccanica della Fiat 1100, auto del 1951. Anche per loro, la classifica contava poco, essendo Lorenzo impegnato soprattutto a raccontare la magnifica esperienza della Freccia Rossa sui canali social di Ruoteclassiche.