2035 – LUnione energie per la mobilità critica laccordo europeo

L’Unione energie per la mobilità (già Unione Petrolifera) considera l’accordo raggiunto tra la Commissione Europea e la Germania sul tema degli e-fuel una risposta molto parziale perché, pur riconoscendo l’esistenza di tecnologie alternative al modello full elctric per la decarbonizzazione dei trasporti, trascura altre tipologie di carbon neutral fuel come i biocarburanti avanzati, non in competizione con le colture alimentari, e i recycled carbon fuel, in grado di abbattere le emissioni di anidride carbonica fino al 100% e di essere immediatamente utilizzabile nel parco auto circolante senza richiedere nuove infrastrutture di distribuzione. Si tratta, tuttavia, di prodotti che, allo stato attuale, non farebbero parte dell’accordo, avendo la Commissione europea utilizzato la formulazione renewable liquid and gaseous fuels of non-biological origin per identificare i carbon neutral fuel. L’Unem sottolinea come invece l’amministrazione del presidente americano Biden abbia previsto nel suo Inflation reduction act incentivi sostanziosi per la promozione di tutti i carburanti alternativi, compresi quelli bio, e per lo sviluppo delle infrastrutture destinate alla loro produzione e distribuzione: l’Europa, quindi, rischia di perdere terreno e competitività. L’Unem coglie l’occasione anche per sottolineare le differenze tra i vari tipi di carburanti non derivati da fonti fossili, che qui vale la pena ricordare.

I biocarburanti liquidi avanzati. Sono carburanti prodotti con materie prime di origine vegetale non in competizione con le culture alimentari e con le Forsu, acronimo di Frazione organica del rifiuto solido urbano: offrono le stesse prestazioni e opportunità di utilizzo del loro corrispondente fossile, non richiedono strutture logistiche diverse e consentono abbattimenti significativi delle emissioni di CO2 in funzione del processo produttivo utilizzato, arrivando vicino al 100% nel caso di utilizzo di rifiuti e sottoprodotti. La produzione di un milione di tonnellate/anno di questi carburanti può consentire un risparmio compreso fra due e tre tonnellate/anno di CO2.

I Recycled carbon fuel. Sono carburanti prodotti con l’utilizzo di rifiuti plastici altrimenti non riutilizzabili; anche in questo caso, la riduzione delle emissioni di CO2 dipende dalla tecnologia utilizzata, ma può essere anche maggiore al 100%. La produzione degli Rcf mediante riciclo chimico determina il recupero, oltre che del carbonio, anche della materia contenuta nei rifiuti, con possibili ulteriori output nel corso del processo di idrogeno, metalli, minerali, zolfo e fosforo.

Gli e-fuel. Detti Rfmb, sono combustibili di sintesi ottenuti dall’idrogeno, a sua volta ricavato con elettrolisi dall’acqua utilizzando solo elettricità da fonti rinnovabili, combinato con l’anidride carbonica; quest’ultima può essere catturata direttamente dall’aria o da sorgenti concentrate, come raffinerie, cementifici, acciaierie. I prodotti finali sono idrocarburi sintetici gassosi o liquidi, con prestazioni analoghe a quelle dei combustibili di origine petrolifera, utilizzabili immediatamente sui veicoli circolanti senza bisogno di adattamenti. Gli e-fuel possono essere miscelati a benzina e gasolio o sostituire quest’ultimi interamente e consentono di abbattere al 100% la CO2, emettendo esattamente la stessa quantità di quella assorbita dall’atmosfera nel processo produttivo. Il loro costo è strettamente correlato a quello della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e all’efficienza del processo di conversione; secondo stime attuali, si aggira oggi intorno ai 2-3 euro al litro, che potrebbero scendere sotto i 2 euro con le economie derivanti da una produzione su scala maggiore.