Alpine F.1 – Parlano Alonso e Ocon

La vigilia del Gran Premio di Monza ha offerto l’occasione per un incontro online con Fernando Alonso ed Esteban Ocon, riservato a un ristretto gruppo di giornalisti italiani: ecco come hanno risposto i due driver dell’Alpine, iniziando dal campione spagnolo.

Fernando, avete vinto la prima gara in Ungheria: pensi che il vostro team abbia altre possibilità di ripetere il successo prima della fine dell’anno?
In teoria no, perché quello è stato un successo favorito dall’incidente in partenza che ha messo fuori gara sei-sette macchine e dalla scelta di Hamilton di non cambiare le gomme: sono state delle circostanze un po’ atipiche, che ci hanno permesso di ottenere un risultato top. Però, tenendo i piedi per terra, sappiamo dove siamo e non puntiamo ad altre vittorie, a meno di circostanze fortunate che ci aiutino a salire sul podio.

Come cambierà lo stile di guida con le auto del 2022 a effetto suolo e dotate di gomme da 18?
Sicuramente cambierà, perché ogni novità regolamentare rende le macchine diverse da guidare: dobbiamo un po’ adattarci per capire come trarne il massimo. Le gomme saranno, come sempre, un fattore molto importante: le squadre che riusciranno a capire prima il comportamento dei nuovi pneumatici avranno un vantaggio, ma bisognerà aspettare le prime 3-4 gare, perché non bastano i long run dei testi invernali, effettuati in condizioni sempre diversa dalle gare vere e proprie. Il cambiamento è interessante: le macchine saranno un po’ meno potenti, per l’uso del biofuel, la downforce sarà minore, il peso maggiore di 40-50 kg, perciò i tempi sul giro aumenteranno di 1-2 secondi.

Che cosa pensi della gara sprint di qualifica?
Abbiamo avuto solo l’esperienza positiva di Silverstone, quindi è ancora presto per dare fiducia a questo formato: a Monza crediamo che sia più difficile sorpassare, quindi è possibile che la gara di sabato sia un po’ meno spettacolare. Penso che la F.1 dovrà decidere se proseguire su questa strada e quante gare fare: io sono favorevole a questi cambiamenti, come a tutto quello che migliora lo show o dà maggiori possibilità allo spettatore di vedere azione in pista. Però c’è il rischio di vedere un treno di macchine il sabato e un altro la domenica: forse, per rendere un po’ più pepata l’azione, l’unico modo è fare la qualifica del venerdì su un giro secco, come in passato, una sorta di superpole che può essere compromessa da un piccolo errore che mischi le carte in tavola rispetto alle posizioni teoriche dovute alla performance delle macchine.

Di recente hai annunciato che proseguirai con l’Alpine nel 2022: che cosa ti ha spinto a questa decisione?
Il ritorno in Formula 1 era molto legato al 2022 e al cambio di regolamento importante che mi fa sperare in un riavvicinamento delle prestazioni di tutte le squadre: quest’anno era un po’ di preparazione per il prossimo, pur sapendo che le macchine simili a quello del 2020 avrebbero confermato le posizioni nella classifica. Non ho mai avuto dubbi, perché il progetto del ritorno in F.1 era su base biennale.

A Monza le qualifiche sono sempre problematiche per il tema dello sfruttamento delle scie: come lo si potrebbe risolvere?
un problema che anticipiamo di un giorno Già il venerdì avremo lo stress di prendere la scia. L’anno scorso è stato imposto un tempo massimo per l’outlap e immagino che si farà qualcosa di simile, visto che ha funzionato abbastanza bene.

Portate qualche novità aerodinamica a Monza?
No, lo sviluppo della macchina si è fermato già da un po’ di gare, si lavora in ottica 2022: quello che abbiamo sono dattamenti specifici per Monza, come l’ala posteriore che è la più piccola di tutta la stagione, anche di quella di Spa, per avere meno drag. La usiamo per la prima volta e vedremo come andrà.

Che cosa pensi delle Alpine stradali?
Sono macchine molto particolari, leggere, realizzate con attenzione per i dettagli, con una tradizione di motorsport. Con la guida del nostro presidente Luca De Meo penso che potrà mantenere questa linea, collocandosi un po’ fuori dal solco di tutte le altre presenti sul mercato. Di solito ne guido una, la squadra ne ha realizzate due con i nostri numeri di gara e i nostri colori, però utilizzo anche una Renault Espace, perché per andare in aeroporto l’Alpine non è molto adatta

A mente fredda, che giudizio dai di quello che è successo a Spa?
Quello che è successo a Spa non mi è piaciuto, come non è piaciuto a nessuno: eravamo tutti delusi e frustrati per non aver potuto offrire al pubblico, rimasto per ore sotto la pioggia, uno show adeguato. Mi è spiaciuto perché la Formula 1 non aveva e ancora oggi non ha un piano B e un piano C per queste situazioni. Sono completamente d’accordo sul fatto che non ci fossero le condizioni per correre, perché non vedevamo la macchina davanti e la sicurezza è la prima priorità, ma in queste circostanze ci devono essere delle decisioni già definite su che cosa si deve fare e non l’improvvisazione che si è vista. Lo sport deve offrire ai fan un prodotto migliore. Poi, che abbiano dato i punti è stata la ciliegina sopra la torta: assegnarli per una gara che non è stata una gara, che era sempre in regime di safety car, in cui non si poteva sorpassare, mi è sembrato una mossa necessaria per dire che la gara c’è stata, quasi una ragione economica per evitare rimborsi.

A Spa sembra che i piloti non siano stati molto coinvolti nelle decisioni: pensi che abbiate perso un po’ della vostra influenza?
No, non credo: penso che non dobbiamo essere coinvolti in alcune decisioni. Anche se è bello che ci chiedano la nostra opinione e ascoltino le informazioni che diamo via radio al team, è giusto che non siamo coinvolti per evitare interessi individuali o della squadra, come l’essere più o meno competitivi, avere o no un’ala da pioggia e un setup favorevole. Meglio che sia la Fia ad avere il controllo di quelle situazioni, perché deve gestire la sicurezza nostra, dei commissari e degli spettatori.

Hai avuto la possibilità di seguire la 24 Ore di Le Mans di quest’anno? E un giorno torneresti a farla?
L’ho seguita tutta e mi è piaciuta: c’erano l’Alpine e i miei ex compagni della Toyota, oltre all’amico Robert Kubica, che ha vissuto un finale terribile con il ritiro all’ultimo giro e la perdita della vittoria. Mi piacerebbe tornare a farla in futuro, perché è una gara magica. L’ho detto quando sono tornato in Formula 1, le corse che mi hanno colpito di più sono Le Mans e la Dakar, che è un’avventura professionale e una sfida per un essere umano. Sono due gare che in futuro spero di poter ripetere.

Ti piacerebbe correre a Le Mans con Valentino Rossi, ora che si ritirerà dalla MotoGP?
Non avrei problemi, ma dobbiamo vedere quali saranno gli obiettivi a quel punto della nostra carriera. So che ha fatto qualche gara in Medio Oriente l’anno scorso con la Ferrari: quella di Le Mans è una sfida grande, è una gara difficile, che richiede molta preparazione. Va rispettata, richiede un buon progetto, una buona squadra, una buona macchina, una buona preparazione, buoni compagni: se tornerò a Le Mans, lo farò con un progetto della cui competitività possa fidarmi.

Guardando a un futuro più lontano, vedi una Formula 1 elettrica, sulla falsariga della Formula E?
Spero di no, dal punto di vista romantico di uno che è cresciuto con il rumore della F.1 che ha fatto innamorare tante persone: però capisco anche che il mondo cambia, che l’auto sta spingendo molto sull’elettrificazione. Se deve arrivare nelle gare, che sia il più tardi possibile Poi, se parli con un ragazzino che oggi corre in kart, magari per lui la propulsione elettrica è perfettamente normale.

ora il turno di Esteban Ocon di rispondere a qualche domanda.

Che cosa pensi della gara sprint per le qualifiche?
bella e lo è specialmente a Monza, che dà delle opportunità in più per sorpassare e offrire un bello show: sono contento di provare questo format.

In passato hai ottenuto due buoni piazzamenti a Monza con la Force India: ora che sei in un top team che cosa ti aspetti da questa gara?
Speriamo di fare un buon weekend: in passato ho disputato delle belle gare qui, ho ottenuto un terzo tempo in qualifica sul bagnato, quindi il target di questo weekend è di entrare nella Q3 in qualifica e di ottenere punti per la squadra, importanti per il campionato Costruttori in cui lottiamo per il quinto posto.

Hai avuto un ottimo inizio di stagione, poi hai incontrato qualche difficoltà, prima di tornare su ottimi livelli: che cosa è successo?
Abbiamo cambiato tutta la macchina, compreso il telaio, per cercare se c’era qualcosa che non andasse bene e, infatti, abbiamo trovato un problema all’anteriore: dopo, la vettura è tornata ad andare bene come all’inizio della stagione e ne siamo contenti.

Sei stanco per le tre gare di fila? E quante gare ci dovrebbero essere in un tuo calendario ideale?
Le tre gare consecutive sono difficili per tutti, ma non posso dire di essere stanco: lo sforzo maggiore è per i meccanici, le persone che montano l’hospitality, tutti quelli che fanno il viaggio e devono organizzare quello che c’è dentro il paddock. Per loro è davvero duro, mentre noi siamo arrivati a Spa dopo le vacanze, con il livello delle batterie al massimo.

La vittoria in Ungheria ti ha dato un boost particolare?
stata qualcosa di veramente incredibile: quando sono passato sul traguardo mi sono detto che era il punto di arrivo di vent’anni di lavoro, il coronamento di un sogno di ogni pilota. Il primo sogno di un pilota è essere in Formula 1, il secondo vincere un Gran Premio, il terzo essere campione del mondo: ho già coronato i primi due, ma c’è ancora tanto da fare per me. Però sì, una vittoria mette un po’ di boost, sia a me sia alla squadra.

Albon ritorna alla Williams dopo un anno di stop in F.1: anche tu hai vissuto una situazione simile in passato. Quanto è difficile per un pilota ricominciare?
davvero la situazione peggiore per la carriera di un pilota, guardare gli altri fare un buon risultato in pista e non avere la possibilità di guidare una macchina, senza sapere se e quando ciò può accadere di nuovo. Sono molto contento per Alex e la sua carriera.

Hai avuto la possibilità di provare la macchina del 2022 al simulatore o, almeno, ti sei fatto un’idea di come andranno?

L’ha provata Fernando, io non ancora, perché mi sono dedicato al lavoro per Spa, Zandvoort e Monza: credo lo farò la prossima settimana. Penso sarà una macchina un po’ più lenta all’inizio, poi migliorerà nel corso dell’anno: spero che il livello di performance sarà alto.

Con l’arrivo di Davide Brivio dalla MotoGP avete introdotto nuovi approcci alla F.1?
sempre positivo avere i consigli di qualcuno come Davide che ha avuto successo in un altro sport: il nostro livello si è alzato.

Quanto aiuta avere la presenza del pubblico sulle tribune?
Mi spiace non vedere tutti i tifosi che ci sono abitualmente a Monza, perché è incredibile come si sentono, prima di salire in macchina: non è come il calcio, ma prima della partenza è sempre un boost in più. Va molto meglio dell’anno scorso, in cui era davvero triste non vedere nessuno.

Chi pensi vincerà il Mondiale, tra Hamilton e Verstappen?
Sarà una bella lotta fino all’ultima gara: adesso la Red Bull è un po’ più veloce, ma vedremo questo weekend su una pista veloce di solito più favorevole alla Mercedes. Se la Red Bull vince anche a Monza, Max avrà una grande opportunità per il Mondiale.