Archimede 2.0 – Dalla Sicilia unauto per la Bridgestone World Solar Challenge

Mancano ormai poco più di quattro mesi alla Bridgestone World Solar Challenge, in programma dal 22 al 29 ottobre in Australia. La celebre kermesse, dedicata ai veicoli a energia solare, vedrà la partecipazione di una vettura proveniente dalla Sicilia, l’Archimede 2.0. Parliamo di un progetto della onlus Futuro Solare seguito al 90% dagli studenti delle scuole superiori di Siracusa nell’ambito dei progetti PCTO (evoluzione dell’alternanza scuola-lavoro) e dal corso di studi di Ingegneria Elettrica per la E-Mobility dell’Università di Palermo. Ma se l’auto può considerarsi già realtà, essendo tra i veicoli ammessi a percorrere gli oltre 3 mila chilometri che dividono Darwin da Adelaide, il team è alla ricerca di fondi per la trasferta australiana, come vedremo più avanti.

La vettura. Disegnata da Lorenzo Amato, l’Archimede 2.0 ha uno stile che trae ispirazione dal passato, coniugando le forme di una sportiva con le esigenze energetiche del veicolo. La carrozzeria di questo mezzo, lungo 4,56 metri, ospita un impianto fotovoltaico da 1200 W con 320 celle al silicio, il cui sfruttamento risulta ottimizzato grazie al peculiare cruise control del veicolo. Come ci spiega Vincenzo Di Bella, presidente di Futuro Solare, questo sistema di assistenza alla guida non mantiene costante la velocità del mezzo, ma il consumo: l’andatura dell’auto varia a seconda delle condizioni di guida, permettendo di sfruttare solo l’energia proveniente dalle celle solari.

Non da corsa. Del resto, questa vettura parteciperà alla World Solar Challenge nella categoria Cruiser, che premia i veicoli più efficienti e pratici, e non i più veloci, per stimolare i team partecipanti a presentare soluzioni più vicine alle auto di serie. Oltre al consumo, infatti, è di particolare interesse la capacità di carico del mezzo e, in generale, la sua praticità. Ecco perché su questo mezzo trovano spazio quattro trolley nel vano di carico posteriore e due in quello anteriore.

Leggerezza ecologica. Al ridotto consumo del veicolo contribuisce la leggerezza dei materiali utilizzati, con una riduzione di peso del 20% rispetto a quelli tradizionali, senza tralasciare la sostenibilità. All’abbondante carbonio, infatti, si affiancano bioplastiche derivate dalla canapa, combinate con scarti alimentari di pomodori e amido di mais. Quanto ai tessuti, non mancano fibre ecologiche ricavate da ortica e paglia, mentre i pellami sono stati conciati sfruttando come base il legno.

Trazione posteriore. Quanto alla meccanica, il veicolo sfrutta due motori elettrici da 6 kW (8,1 CV) e 150 Nm collocati all’interno delle ruote posteriori. Il powertrain è collegato a due pacchi batteria da 10 kWh ciascuno, per un totale di 1.576 celle di tipo 18650, come quelle finora impiegate sulle Tesla Roadster, Model S e Model X. Tali accumulatori possono essere estratti in pochi secondi dal veicolo, con un sistema che garantisce la sicurezza degli occupanti e di chi effettua l’operazione.

Un ultimo sforzo. Tale progetto ha visto il coinvolgimento di importanti nomi legati al mondo della tecnologia, dei materiali compositi, dell’automotive e di altri settori, che, in qualità di sponsor e fornitori, hanno reso possibile questa vettura. Rimangono tuttavia a carico del team le ingenti spese previste per trasferire ben 26 persone in Australia. Ecco perché è stata avviata un’iniziativa di crowdfunding sulla piattaforma Eppela, con un obiettivo di 20 mila euro: nel momento in cui scriviamo, sono stati raccolti oltre 8.200 euro.