Auto elettriche – Dazi, la BMW e tre Case cinesi fanno causa all’Europa

Le cinesi BYD, Geely e Saic fanno ricorso contro i dazi europei sulle importazioni di veicoli elettrici provenienti dalla Cina. All’iniziativa, svelata da alcuni documenti depositati ieri sul sito web del Tribunale della Cgue (Corte di giustizia dell’Unione Europea), si è aggiunta anche la BMW, che nel paese del Dragone produce la Mini Cooper elettrica e l’Aceman in joint venture con la Great Wall: macchine alle quali, stanti i dazi approvati in ottobre dalla Commissione Europea, viene applicata un’imposta aggiuntiva del 20,7%.

La contromossa dei costruttori. La Casa bavarese ha fatto dunque seguito alla mossa dei tre colossi asiatici, che contestano le accuse di concorrenza sleale, mosse sulla scorta di un’indagine avviata nell’ottobre 2023: a conclusione del procedimento, la Commissione ha stabilito che i sussidi governativi erogati dalla Cina per le Bev abbassano i costi dei modelli a batteria prodotti in loco al punto da danneggiare la competitività delle elettriche prodotte in Europa. Così, nei mesi scorsi, l’Ue ha imposto dazi aggiuntivi (oltre alla tariffa base del 10%) per cinque anni, che vanno da un massimo del 35,3% (è il caso di Saic) a un minimo del 7,8% (per Tesla, che ha raggiunto un accordo separato). BYD e Geely, invece, sono soggette rispettivamente al 17% e al 18,8% di extra dazi. In generale, la variabilità del tasso dipende dalla collaborazione offerta dalle aziende all’indagine. Dopo l’approvazione dei dazi sulle elettriche, la Cina ha risposto imponendo tariffe aggiuntive su alcuni prodotti alimentari esportati dal Vecchio Continente e, nel frattempo, sono stati avviati dei negoziati per cercare di attenuare questa nuova misura. Le trattative sono però in una fase di stallo, e perciò i costruttori cinesi, assieme a Monaco, hanno deciso di adire le vie legali.