Auto elettriche – Ricarica lenta o veloce: cos’è meglio per la “salute” della batteria?
La ricarica è senza dubbio il momento più delicato per una batteria, a maggior ragione per quelle delle auto elettriche, costose e fonte di preoccupazione in caso di guasti o calo delle prestazioni. Proprio come ci capita con altri dispositivi elettronici, smartphone, laptop o tablet, tra lavoro e stili di vita sempre più frenetici può succedere di dover interrompere una sessione, ricorrere a più ricariche parziali oppure, più semplicemente, privilegiare la ricarica veloce per guadagnare minuti preziosi. D’accordo, ma allora tutto questo impatta sulla salute dell’accumulatore? E se sì, come? Uno studio realizzato negli Stati Uniti da Recurrent, società indipendente che fornisce ai rivenditori e agli acquirenti di veicoli elettrici usati dei rapporti sullo stato di salute delle batterie e proiezioni sulla relativa autonomia, ha preso in esame oltre 12.500 Tesla Model 3 e Model Y per capire se il software e i meccanismi di sicurezza del sistema di gestione della batteria sono effettivamente in grado di prevenire eventuali danni causati da processi di ricarica disordinati o da abitudini controproducenti. Il confronto è stato fatto prendendo in esame vetture che vengono collegate alla ricarica veloce (di fatto quella dei Supercharger) per almeno il 90% del tempo e quelle che la utilizzano nel 10% dei casi (o meno): in buona sostanza, sono state prese in esame due tipologie di utenti dalle abitudini praticamente opposte.
Testa a testa. Per la Model 3 (prodotta da luglio 2017), il periodo considerato da Recurrent copre più di cinque anni e i grafici sembrano indicare un livello di degrado sostanzialmente simile tra le due tipologie di ricarica, almeno a livello di “saldo” finale: in entrambi i casi, si parte da un’autonomia prossima al 100% con una batteria carica per finire attorno all’89% dopo cinque anni, con continui “sorpassi” tra i due metodi. Nel caso della Model Y (in produzione da gennaio 2020), invece, il periodo di studio scende a poco meno di tre anni ed evidenzia una lieve differenza a favore di chi predilige le soste ai Supercharger rispetto agli utilizzatori di colonnine lente o wallbox domestiche: in sostanza, dopo aver sperimentato un degrado leggermente più consistente rispetto a chi usa i connettori slow, chi preferisce le fast si ritrova alla fine del periodo con il 91% dell’autonomia iniziale a batteria carica; di contro, chi ricorre ai connettori lenti, dopo aver notato un degrado leggermente inferiore (con il massimo vantaggio concentrato attorno all’anno e mezzo), “chiude” l’intero periodo a quota 90%. Insomma, a conti fatti, fast o slow cambia proprio poco.
I consigli antistress. Dopo aver sdoganato la ricarica rapida e tranquillizzato gli utenti che vanno più di fretta, Recurrent ha individuato alcuni comportamenti per evitare inutili stress alla batteria. Il primo consiglio è ricordarsi di precondizionare l’accumulatore se si ha a che fare con il caldo estremo, ovvero fare in modo che il sistema di gestione termica dell’auto sappia in anticipo dell’intenzione di sottoporre la batteria a quel tipo di ricarica (cosa che nelle Tesla accade automaticamente se si imposta il navigatore su una colonnina Supercharger): in pratica, si raffredda l’accumulatore preparandolo ad accettare una velocità di carica maggiore, situazione che invece è opposta in caso di basse temperature, quando è meglio utilizzare l’auto per alcuni chilometri prima di collegarla a una presa. Un rischio che si corre, al freddo, è la cosiddetta placcatura del litio, un fenomeno che riguarda le celle e che si verifica quando più atomi di litio finiscono per depositarsi sulla superficie dell’anodo (il polo negativo) anziché esserne assobiti. Il freddo, infatti, rallenta tutti i processi, anche la mobilità molecolare: mentre alcuni, gradualmente, riescono ad entrare man mano che la batteria si riscalda, altri possono rimanere cristallizzati all’esterno finendo per compromettere le prestazioni dell’accumulatore; per evitare questo fenomeno, il sistema limita la velocità di ricarica (o la interrompe) finché si non raggiunge una temperatura ottimale. Meglio, quindi, evitare di sostare a un Supercharger con la batteria ancora fredda, anche perché la placcatura del litio, nei casi più estremi, può tradursi in un cortocircuito.