Automotive – Schegge di Motor Valley Fest

Più che dare un resoconto dei talk show che si sono avvicendati nei giorni dell’evento emiliano, ci sembra più rapido e stimolante riportare qualche spunto di discussione su alcuni temi rilevanti, così come sono emersi dalle parole di alcuni ospiti. Tra gli altri Flavio Manzoni (design Ferrari) e Mate Rimac (Bugatti-Rimac)

Il suono del silenzio. Il rumore dei nostri motori a combustione, del V8 e ora del V6 Nettuno, è un gran bel suono e fa parte del Dna e del fascino del marchio del Tridente, ma la Maserati non è soltanto questo. sinonimo di granturismo eleganti, di sculture in movimento. E il silenzio, in questo contesto concettuale, può essere estremamente suggestivo, specie se stai viaggiando in mezzo alla natura o nel centro delle nostre belle città d’arte. La prima volta che mi sono reso conto della forza emozionale del silenzio è stato in occasione di un esperimento interno, in occasione di un filmato di un nostro modello in viaggio su strade sinuose. L’avevamo girato con il rumore del motore, ed era bello e ‘forte’. Poi ho chiesto di riprodurlo togliendo la sonorità del propulsore e aggiungendo un sottofondo di musica classica. Con mia stessa sorpresa, le immagini erano ancora più forti e suggestive, e veniva fuori tutta l’armonia di quella carrozzeria scultorea e atletica. Ecco il silenzio può avere un grande fascino, ed esaltare ancora di più il design. Klaus Busse, direttore design Maserati, sull’avvento della propulsione elettrica.

Materiali riciclati sì, riciclabili non servono. Già sulla Purosangue molti rivestimenti interni, dal padiglione ai tappeti, sono ricavati da plastiche riciclate e abbiamo siglato una collaborazione con un partner, la cui identità non posso svelare, per sviluppare ulteriormente l’impiego di componenti di riciclo ed ecostenibili. Bisogna un po’ uscire dal concetto tradizionale del lusso per approdare a un lusso diverso, più consapevole, più aperto al rispetto ambientale e a materiali innovativi, in un certo senso più sofisticato, per il quale c’è una crescente domanda. Per il nostro marchio l’ecosostenibilità passa più per il riciclato che per il riciclabile: una Ferrari è come un diamante, è per sempre, non ha un fine ciclo vita, perciò che i componenti siano riciclabili ha un’importanza relativa, Flavio Manzoni, direttore del design Ferrari, su materiali e sostenibilità.

Un dilemma per Motor Valley e dintorni. La questione centrale per i produttori di supercar che si andranno a elettrificare è: come differenziarsi da un’offerta elettrica mainstream che, sulla carta, offre accelerazioni longitudinali in alcuni casi paragonabili, a una frazione del prezzo. Ora, sappiamo bene che in un’auto sportiva l’accelerazione longitudinale è solo uno degli aspetti che costruiscono l’emozione, e neppure il più importante, ma resta il fatto che è un dato che la gente guarda, che è facile per tutti da capire, lo zero-cento. Per differenziarsi bisognerà lavorare anche sul peso, sull’efficienza. Meno peso comporterebbe anche batterie più piccole, a scapito dell’autonomia. Io che ho sempre fatto elettriche pure, per esempio, ultimamente sto rivalutando e guardando con interesse all’idea di range extender, Mate Rimac, ceo della Bugatti-Rimac sulla sfida dell’elettrico per l’auto sportiva.

Elettrico e termico coesisteranno. Le auto tradizionali, sportive, a combustione resteranno, ne sono convinto, accanto alle elettriche. Anche in futuro. Si tratterà di trovare un bilanciamento, un equilibrio, tra soluzioni pratiche, funzionali, sostenibili, per l’uso quotidiano, e prodotti di nicchia, ad alto tasso di emozionalità. Guardiamo alla musica. Il vinile – che rappresenta quello stesso aspetto emozionale d’antan – è tornato alla grande, e la sua diffusione è in crescita, accanto ovviamente a tutte le forme di musica digitale in streaming. Semmai quel che è praticamente scomparso è ciò che stava in mezzo, il Cd, un po’ fisico, un po’ digitale, Loewy Vermeersch, fondatore Granstudio Torino, sul futuro (pragmatico e non ideologico) dell’automobile.

Il design? Uno strumento per immaginare il futuro. Oggi il dibattito sul domani, che poi è già un oggi, si focalizza molto sull’elettrico, ma questo è soltanto uno dei driver del cambiamento. Ce ne sono molti altri, dalla digitalizzazione alla connettività, e il design dovrebbe avere il compito di esplorarli e in qualche modo anticiparli. Io ricordo la concept car Sintesi che la Pininfarina presentò nel 2008, che racchiudeva già, come un manifesto, tutti gli elementi che avrebbero tenuto banco nel dibattito automobilistico nel decennio successivo: era elettrica, per la precisione fuel cell, iperconnessa, con un nuovo concetto di spazio a bordo Non dovremmo mai dimenticarci che il ruolo del design è quello di immaginare il futuro, Pietro Silvio Angori, ceo della Pininfarina, sul rapporto tra innovazione e design.