Banche – Un anno di CA Auto Bank
Aprile 2023/aprile 2024. Esattamente un anno fa debuttava la società erede di FCA Bank, CA auto Bank. Resasi indipendente da Stellantis, e controllata invece da Crédit Agricole attraverso Crédit Agricole Consumer Finance, è guidata fin dall’inizio da Giacomo Carelli. Al ceo abbiamo chiesto di descrivere questa primissima parte del percorso di una realtà che lui stesso ha descritto essere indipendente, ma forte dell’esperienza di una captive e dell’appartenenza al primo gruppo bancario per clienti retail, e che intende svilupparsi in tutti i segmenti della nuova mobilità, anche attraverso le crescenti competenze del brand Drivalia.
Quali risultati avete raggiunto nel primo periodo di attività?
Il 2023 è stato un anno di notevole crescita e di risultati positivi per il Gruppo CA Auto Bank, che ha ottenuto un risultato operativo di 464 milioni di euro. Gli impieghi di fine periodo hanno raggiunto la cifra di 27,3 miliardi di euro (in aumento del 15% rispetto all’anno precedente), di cui 17,3 miliardi frutto di nuove partnership. Abbiamo conquistato la fiducia di oltre 1,4 milioni di clienti, stabilito relazioni solide con 60 brand partner nei settori dell’automotive, delle due ruote, del tempo libero, dei veicoli commerciali e industriali e della nautica, e sviluppato un network di circa 10 mila rivenditori. CA Auto Bank si è affermata come l’unico istituto europeo della mobilità, indipendente e multimarca, in grado di operare come una società captive. A oggi siamo presenti in 19 Paesi europei con oltre 2.600 dipendenti, considerando anche Drivalia, la nostra società di noleggio, leasing e mobilità. Quest’ultima ha ampliato a sua volta la propria presenza in Europa e lanciato soluzioni innovative nel campo della mobilità, come il marchio Future, dedicato alla seconda vita delle auto provenienti dal noleggio.
Oltre che con l’acquisizione di alcune attività ex ALD/LeasePlan, come procede il consolidamento internazionale delle attività di locazione?
Anche quest’anno porteremo Drivalia a un’ulteriore, decisiva crescita internazionale. La scorsa estate, l’acquisizione delle attività di ALD Automotive in Irlanda e Norvegia e di Leaseplan in Finlandia e Repubblica Ceca ha portato in dote oltre 400 dipendenti e 70 mila veicoli. Insieme con l’espansione in Belgio, Paesi Bassi e Polonia, alla fine del 2023 Drivalia è arrivata a essere presente in 14 Paesi europei. L’espansione internazionale proseguirà nel 2024 attraverso acquisizioni e crescita organica, con priorità all’apertura delle filiali in Germania e Svezia, così da garantire una copertura completa dei Paesi del Nordeuropa e, in futuro, di tutti i mercati continentali in cui è presente CA Auto Bank. Una volta che il perimetro coinciderà, le due società potranno lavorare in sinergia, con l’obiettivo di diventare leader paneuropei nei settori del finanziamento e leasing di veicoli e della mobilità.
Come procede la trasformazione di Drivalia?
Il 2023 ha sancito l’esordio e il consolidamento della nostra offerta di noleggio a lungo termine, mettendo Drivalia in competizione con i maggiori player del settore e dimostrando la nostra capacità di fornire soluzioni complete e su misura a una clientela sempre più esigente. Siamo al lavoro per lanciare un’offerta di noleggio a lungo termine su tutto il territorio europeo. In linea con la strategia del nostro azionista unico, Crédit Agricole Consumer Finance, crediamo fermamente nella transizione all’elettrico e riteniamo che il Nlt sia una delle soluzioni ideali per avvicinarsi alle nuove motorizzazioni. Entro il 2026 Drivalia punta a raggiungere la quota del 30% di veicoli elettrici e ibridi plug-in nella propria flotta, che per allora si attesterà sui 300 mila unità, oltre a proseguire l’espansione della propria infrastruttura di ricarica in Europa.
Quanto valgono, nel gruppo, le attività di noleggio rispetto a quelle finanziarie?
A oggi le attività finanziarie hanno un peso determinante nell’economia complessiva del gruppo. La flotta gestita da Drivalia, in attesa di raggiungere il raddoppio entro il 2026, consta di 175 mila veicoli; se a questi sommiamo i veicoli finanziati, il totale raggiunge 1.475.000 unità. Bisogna considerare che, pur con la vertiginosa crescita dell’ultimo anno, Drivalia è una società ancora giovane, essendo nata nell’ottobre 2022, destinata ad avere un ruolo determinante non solo per il nostro gruppo, ma per l’intero settore, in un contesto della mobilità complesso, in continua evoluzione e orientato a una crescente flessibilità e sostenibilità.
Come si coniuga la vostra natura indipendente e intermediaria con lo sviluppo di attività come Drivalia Future o Future Lease?
Proprio l’approccio indipendente e multibrand di Drivalia consente di soddisfare un’ampia richiesta di modelli e marchi da parte della clientela, divenendo un autentico vantaggio competitivo soprattutto in un momento in cui, complice l’esigenza di trovare soluzioni di mobilità flessibili e sostenibili, gli automobilisti guardano con grande interesse anche a nuovi brand. Discorso analogo per il mercato del remarketing e dell’usato dove, con Drivalia Future e la sua offerta di vetture provenienti dal noleggio, ci ispiriamo al modello dell’economia circolare. Future consente a rivenditori e professionisti del settore – ma in seguito anche ai privati – di accedere a una piattaforma digitale di aste online, così come di attivare un noleggio a lungo termine su un’ampia selezione di veicoli provenienti da precedenti contratti di locazione o abbonamento.
In Italia state registrando conseguenze dovute al clima di attesa creato dalla rimodulazione degli incentivi, annunciata e per ora non ancora finalizzata?
Di certo, uno degli effetti di questa attesa è il clima di incertezza, che si riflette tanto sul cliente interessato all’acquisto di veicoli nuovi, quanto a quello orientato all’usato. Tutti concordano comunque sul fatto che gli incentivi faranno da boost ad una maggiore diffusione di veicoli Bev e Phev, rinnovando così il parco circolante in Italia, uno dei più vecchi d’Europa: nel secondo semestre del 2023, secondo l’UNRAE, su quasi 40 milioni di vetture in circolazione, circa il 47% aveva una classe di emissioni Euro 4 o inferiore.