Bando endotermiche – Ip: “Bene il governo sul 2035, allo studio anche e-fuel e idrogeno”

Uno dei maggiori protagonisti del mondo petrolifero si schiera con il governo, appoggiando la sua presa di posizione nei confronti della scadenza del 2035, anno a partire dal quale per l’Unione Europea si potranno vendere soltanto auto elettriche: Ugo Brachetti Peretti, presidente della Ip (gruppo presente in Italia con oltre 5 mila stazioni di servizio e diverse raffinerie), ha infatti espresso la propria gratitudine all’esecutivo per aver sollevato in Europa la questione dello stop ai veicoli a combustibile per arrivare a una modalità più pragmatica di contenimento delle emissioni, che consenta a tutte le tecnologie di giocare un ruolo e di lavorare anche sulle emissioni del parco circolante. Brachetti Peretti ha anche espresso l’auspicio che la Germania tenga fede ai suoi impegni e non cambi idea in futuro per ritornare alla scadenza del 2035, una mossa che sarebbe dannosa anche per lei, vista l’importanza del settore automobilistico.

C’è anche l’idrogeno. Il gruppo IP, pur preparandosi a fornire servizi di ricarica elettrica agli utenti delle proprie aree di servizio, ritiene che il futuro sarà fatto anche di biocarburanti, e-fuel e idrogeno, sviluppo quest’ultimo sul quale può arrivare un contributo importante dal Pnrr. La società ha in animo di realizzare una “hydrogen valley” a Roma e a Falconara (AN), dove ha sede una delle sue raffinerie, producendo idrogeno verde (con l’utilizzo di fonti rinnovabili) e non solo tramite l’impiego di metano; al tempo stesso, sta lavorando con il Politecnico di Torino e l’Istituto italiano di tecnologia sui temi dei biocarburanti e degli e-fuel. Quanto ai carburanti sintetici, ha concluso il presidente della IP, siamo in una fase preliminare: ne siamo acquirenti, ma abbiamo già avviato un dialogo con i potenziali produttori e con Case, come la Porsche, che sostengono tali prodotti. Peraltro, per la rete dei distributori passare agli e-fuel è piuttosto semplice dal punto di vista tecnico e questo significa che nel futuro ci potrà essere un’offerta di servizi più ampia e differenziata, in una rete di punti vendita che, comunque, dovrà essere ammodernata e ridimensionata rispetto ai 21 mila distributori oggi esistenti.