Batterie – Il “made in Europe” taglierebbe del 60% le emissioni di CO2
Produrre batterie per auto elettriche in Europa consente di abbattere l’impronta di carbonio degli accumulatori, quantomeno rispetto a “una catena del valore interamente controllata dalla Cina”. In particolare, una nuova analisi di Transport & Environment fissa al 37% le minori emissioni di anidride carbonica con l’attuale mix energetico nella Ue e al 62% considerando il crescente peso delle fonti rinnovabili nei processi produttivi. Nel complesso, l’insediamento in Europa della produzione di celle e componenti necessari per soddisfare la domanda di sistemi di accumulo potrebbe far risparmiare circa 133 Mt di CO2 tra il 2024 e il 2030.
Rischi ancora alti. L’analisi dà conto anche di alcuni segnali di miglioramento. Infatti, in Europa è a rischio più della metà dei progetti annunciati per le batterie agli ioni di litio, ma nel 2023 erano i due terzi: in un anno si è passati dal 68% al 47% di programmi non certi di arrivare a compimento. In ogni caso, il 53% dei progetti presenta ancora un rischio medio-alto di essere ritardato, ridimensionato o cancellato del tutto. A tal proposito, mentre Francia, Germania e Ungheria hanno registrato i maggiori progressi grazie a iniziative (Acc e Verkor in Francia, Northvolt in Germania), che nella precedente analisi apparivano a rischio, in Italia la capacità produttiva pianificata è scesa a 48 GWh per il fallimento dell’iniziativa ItalVolt (per ora rimangono in vita Teverola e Termoli). “Il governo dovrebbe capire che le batterie e i metalli che le compongono sono il nuovo oro”, afferma Carlo Tritto, Policy Officer per T&E Italia. “L’Italia deve giocare un ruolo propulsivo in Europa, per predisporre un quadro che da qui ai prossimi anni garantisca reale sostegno alla transizione, ad esempio negoziando migliori strumenti di finanziamento per le gigafactory”.
La situazione in Europa. In generale, l’Europa ha il potenziale per rendersi autosufficiente nella produzione di celle dal 2026 e coprire il 56% della domanda di catodi entro il 2030. Inoltre, potrebbe anche soddisfare tutto il suo fabbisogno di litio raffinato e assicurarsi tra l’8% e il 27% dei minerali grazie al riciclo. Mancano, però, gli impianti e – soprattutto – il sostegno finanziario delle istituzioni.