Bentley Continental GT – Più in alto che mai
Quando ti incammini lungo la storia recente della Bentley, vai a sbattere per forza di cose in un momento che si erge come una vera e propria pietra miliare: il lancio della Continental GT nel 2003. Una macchina che nel suo piccolo (ma manco troppo: in vent’anni ne hanno fatte più di centomila), quello del segmento del lusso, ha letteralmente sradicato il marchio da un passato di nicchia e lo ha trapiantato in un humus nuovo e più fertile. Dove parlare di volumi e profitti non era più abietto come ai vecchi tempi.
Traccia la strada. Ora, che vi piaccia o no, poco importa. Perché alla fine la Bentley di vent’anni fa, da poco entrata nel famiglione allargato del gruppo Volkswagen di epoca Piëch, ha dimostrato di avere ragione: la Conti è diventata il simbolo del marchio nel nuovo millennio. E oggi, giunta alla quarta generazione, continua a influenzare il resto della gamma. Con il suo modo di essere granturismo che adegua allo scorrere dei tempi, interpretandolo di volta in volta con una chiave diversa.
Vola col nuovo plug-in. Da questo punto di vista, la prima notizia che porta la nuova Continental GT è che la Bentley l’ha voluta lanciare nell’allestimento Speed. In genere, questa variante sportiva arrivava soltanto qualche tempo dopo quelle standard: adesso è successo l’opposto. Perché a questa quarta serie piace parecchio andare forte: merito del nuovo ibrido plug-in, costituito dall’abbinamento tra il 4.0 V8 biturbo e un motore elettrico alloggiato dentro la trasmissione. Con i suoi 782 CV e 1.000 Nm ti catapulta a velocità senza senso (3,2 s lo 0-100 km/h, 335 km/h la punta) ancora più di prima. Pure i ludopatici del piede destro scenderanno appagati.
Quanto va in uscita di curva. A trasmettere tutta questa roba alle quattro ruote motrici è il noto cambio doppia frizione a otto marce, qui coadiuvato da un differenziale autobloccante elettronico e da un sistema di torque vectoring che ha fatto progressi tecnici importanti. I quali si traducono in un’efficacia inedita soprattutto in uscita di curva. Da rimarcare, oltre alla forza bruta, anche la fluidità della progressione: il motore elettrico riempie i vuoti di coppia durante le cambiate, con l’effetto di garantire una spinta continua. Accompagnata pure da una bella nota di scarico, baritonale ma ovattata. E ottenuta senza nessun supporto artificiale o elettronico.
La batteria? L’hanno messa a sbalzo. Una parte importante del comportamento della nuova Continental GT scaturisce dal particolare posizionamento della batteria da 25,9 kWh. La scelta di metterla a sbalzo al posteriore ha permesso di ottenere una ripartizione dei pesi ottimale (49:51) tra i due assi, che ha reso la coda decisamente più partecipe della guida: ora, con l’Esc in Dynamic e i settaggi in Sport, la coupé della Bentley si diverte a regalare sorrisoni in uscita dai tornanti. Ma la nuova personalità del retrotreno è anche frutto di un bel sistema di quattro ruote sterzanti, che l’ha resa più affilata e dinamica nei cambi di direzione. Alla faccia di peso (2.459 kg) e dimensioni (4,89 metri di lunghezza) tutt’altro che trascurabili.