Best of 2022 – Renault e la strada degli spin-off

Il 2022 passerà alla storia come uno dei anni più densi di operazioni straordinarie all’interno del comparto automobilistico. Non ci sono state solo acquisizioni, ma anche tanti scorpori di attività. La strada è stata tracciata dalla Ford, con la decisione di separare il business dell’elettrico dalle attività tradizionali legate al motore a combustione interna e di creare due società distinte ma interdipendenti. L’Ovale blu ha così aperto un percorso richiesto a gran voce soprattutto dagli investitori finanziari, convinti che solo con lo “spin-off” del core business le Case possano mettere in luce il valore reale delle nuove iniziative nel campo della mobilità elettrica. La Ford è stata la prima, ma la grande protagonista del 2022 è sicuramente la Renault, con un’operazione ancor più profonda e intrisa di risvolti finanziari, industriali e strategici. 

Nasce Ampere. Se a Dearborn hanno sin da subito escluso la possibilità di liberarsi delle attività tradizionali o di aprire il capitale delle nuove operazioni a terze parti, a Boulogne-Billancourt hanno scelto di approfondire entrambe le ipotesi. L’amministratore delegato Luca de Meo, infatti, ha deciso di suddividere il gruppo in cinque entità distinte e, per buona parte, aperte al possibile contributo di investitori esterni.  il caso di Ampere, la divisione per l’elettrico che vedrà il coinvolgimento della multinazionale statunitense Qualcomm e, probabilmente, anche della Nissan. Ancor più emblematica la strategia per Horse, la business unit per i motori a scoppio: la Losanga ha già sottoscritto un accordo con la Geely per creare una joint venture paritetica tramite il conferimento delle rispettive attività nelle propulsioni endotermiche. 

Chi seguirà. Altri costruttori potrebbero seguire strade analoghe. Del resto, il 2022 è iniziato con lo scorporo della Daimler che ha portato alla creazione da una parte della Mercedes-Benz e dall’altra della Daimler Trucks, mentre la Volvo si è liberata definitivamente dei motori tradizionali cedendo il suo 50% nella joint venture Aurobay con la Geely. E di scorporo si parla anche per la General Motors, da tempo oggetto di indiscrezioni sulla possibile separazione del business elettrico e la contestuale creazione di una nuova società da denominare magari Ultium (come la tecnologia proprietaria alla base degli ultimi sviluppi su batterie e piattaforme dedicate) e da quotare in Borsa. Perfino Maserati è finita al centro di speculazioni di mercato su un futuro sempre più autonomo dalla controllante Stellantis. D’altro canto, il 2022 è stato anche l’anno della quotazione della Porsche, un’operazione che potrebbe essere propedeutica ad altre iniziative finanziarie da parte del gruppo Volkswagen. In Borsa sbarcherà pure la PowerCo, la divisione per le batterie, ma il nuovo amministratore delegato Oliver Blume è andato oltre, assegnando a ogni responsabile dei vari marchi sotto l’egida di Wolfsburg il compito di “allenarsi” a un’eventuale quotazione. Alla fine è solo un segno dei tempi: l’era dei gigantismo in ambito automobilistico è finita e gli scorpori o le quotazioni saranno probabilmente all’ordine del giorno nel prossimo futuro.