BMW iX – Guida, design e tecnologia della più radicale di Monaco

Ti guarda con quell’aria così. Accigliata, quasi minacciosa con i suoi Laser light e quel muso dai lineamenti tetragoni. Pensi che io sia brutta?, ti chiede di botto. E ti spiazza, per la miseria. Perché tu, in tutta onestà, non sai come reagire. Ma mica è scema, la BMW iX (anzi, è intelligentissima, come vedremo più avanti): lo capisce che dietro quel tuo momento di esitazione rimbomba l’eco di tutti i sussurri biforcuti dei giornalisti da bar che l’hanno già crocifissa alle spalle ma che poi, appena lei si gira di scatto e li fissa negli occhi, tirano fuori un’ipocrisia che manco alle serate di beneficenza sotto Natale.

Non facciamo finta che il suo design non sia un tema. No, faccio io, provando a stemperare l’imbarazzo con un briciolo di coraggio e una buona dose di paroloni, non sei brutta, ma credo lo stesso che il giudizio estetico sul tuo conto sia quantomeno articolato. Capisce, se non altro, che non la sto prendendo per il portellone come tutti gli altri e abbassa un minimo la guardia. Mi lascia il tempo di guardarla e di farmi un’idea più precisa. Non è una Z8, la iX. Non è armoniosa o gradevole nel senso tradizionale. Credo, però, dopo questa prima occhiata, che sia organica, coerente, dalla testa ai piedi nel suo radicalismo ostentato. E quando sei radicale qualche rischio lo corri.

In cauda venenum. Non pensate subito al muso, che anche basta con sta storia del doppio rene grosso: mille volte meglio qui, con quel trattamento superficiale così tecno-futuristico, che su qualunque altra Serie 1, 4, 7 eccetera. così e punto, e francamente su questo faccione qui un nasino alla francese avrebbe fatto ridere. La parte che mi convince poco è il tre quarti posteriore: è come se il punto del massimo rigonfiamento della spalla, solitamente efficace espediente per sottolineare la muscolarità e dunque il dinamismo di un veicolo, venga raggiunto troppo in basso, compromettendone la vista laterale e la possibilità di risultare più sportiva. Ecco quello che penso di te, cara iX, chiudo di getto, tirando un sospiro di sollievo come quando riesci a essere sincero fino in fondo con qualcuno.

Sorprende in positivo su strada. Perché tutta questa filippica sul design? Perché, sì, è ovvio. Uno perché la macchina è così innovativa da non poter essere passato sotto silenzio. Due perché senza questo sforzo di onestà intellettuale non risulterei credibile raccontandovi quanto invece la iX mi abbia sorpreso, in positivo, su strada. Lo fa bene quello che deve fare, questa Suvvona di 4,95 metri per 3,00 di passo: interpreta alla maniera BMW il ruolo di sport utility, rappresentando di fatto un’erede per il cambio di passo rispetto all’esistente, non certo per gli esiti dinamici della prima X5, quella del 1999.

Bella storia quello sterzo. una sensazione che riconosci immediatamente, alle prime curve: lo sterzo è stato chiaramente pensato a Monaco, perché esibisce tutto quel patrimonio genetico di precisione nella risposta ai comandi, di chiarezza nella comunicazione di quello che succede sotto le ruote anteriori e di calibrata pesantezza che rappresenta l’esatto mix che ti aspetti da ogni modello del marchio. un feeling familiare, che ti induce presto a chiederle di più, ma che inevitabilmente prima o poi ti porta a fare i conti con i limiti fisici dell’auto. La iX, insomma, è una BMW sì, ma all’interno del suo raggio d’azione: ha un assetto genuino, sano e tarato con cura, ma questo non si può tradurre certo in un’esperienza di guida sportiva in senso stretto.

Non chiedetele la luna. Sarebbe un errore di interpretazione madornale pretendere qualcosa di diverso, considerata la massa in gioco, che raggiunge i 2.585 chili in ordine di marcia sulla iX xDrive 50, con la sua bella batteria da 111,5 kWh che le garantisce un’autonomia di 630 km. E lo scopri quando aumenti l’andatura, perché l’auto ti fa sentire chiaramente tutta la sua inerzia: decisamente più a suo agio sui curvoni ad ampio raggio della campagna bavarese, che non sui tornanti che abbiamo percorso nel tratto più propriamente alpino del nostro tragitto. Insomma: quando si tratta di far vedere di che pasta è fatta in termini di tenuta non si tira indietro nemmeno se la sorprende un sobbalzo in pieno appoggio laterale. Ma non pretendete dei cambi di direzione da antilope in fuga, perché non è il suo sport.

Sedute dacapire. Bisogna anche dire che la dissuasione dagli intenti bellicosi arriva ben prima che il telaio ti spieghi come stanno le cose: è già la posizione di guida a fartelo capire. Prima di tutto si sta piuttosto in alto, anche intervenendo sulle regolazioni. E poi, soprattutto, i sedili hanno una conformazione da poltrona lounge: molto accoglienti, ma poco contenitivi, perché di fatto non hanno fianchetti. Dopo un po’ che ti imbarchi di qua e di là capisci che non la stai interpretando bene, la iX. Ti metti calmino e la butti in Comfort.

Prima di tutto gli interni. esattamente questo il momento in cui ti poni nella condizione di decifrarlo, questo modello così innovativo per il marchio: la iX è una granturismo velocissima, omogenea, solida che e questo è il complimento migliore che gli si possa rivolgere non sfigura rispetto ad altri bisonti di simile taglia con il motore termico. Ma la sua natura è quella di un’automobile progettata con gli interni in testa, con il benessere di chi sta dentro prima di tutto.

La più silenziosa (?). Più passi il tempo dentro il suo abitacolo, minimalista, artico, nel suo rigore formale (e ben rifinito, a parte il pannello di plastica dura che si vede in basso sotto la plancia, nella zona dove una volta c’era il tunnel) più la iX ti fa capire che quello che conta non è tanto la spinta fenomenale dei 523 CV e dei 765 Nm erogati dai suoi due motori elettrici (che la sparano da 0 a 100 in 4,6 secondi, cioè nello stesso tempo di una Porsche Cayman GTS: parliamone), quanto la maniera estremamente silenziosa in cui la erogano. No, seriamente: questa è una delle automobili più isolate acusticamente che io abbia mai guidato. E il merito è di un progetto che ha curato ogni minimo dettaglio nella riduzione di rumori e vibrazioni, compresa l’adozione di pneumatici con una speciale schiuma isolante.

Anzi, è intelligentissima. Sa come farti rilassare, quindi, la BMW iX. Ed è una specialità in cui riesce anche grazie all’apporto dei sistemi di assistenza alla guida. Mai la loro azione è stata così dolce, naturale e insieme completa, su un modello della Casa di Monaco. E pochi pur in attesa del classico riscontro strumentale a Vairano sono i termini di paragone anche cercando altrove. L’azione combinata di radar, Gps e telecamere fa sì che lei rallenti prima delle curve o delle rotonde con la stessa abilità di un automobilista consumato. O che adegui la velocità ai limiti (e ne abbiamo visti tanti: dalle autobahn senza restrizioni alle aree urbane da 30 km/h) con dolcezza e progressività, aumentandola e diminuendola sulla base del traffico e di ostacoli imprevisti mostrando un’efficacia mai sperimentata prima. Eccola, allora, la sintesi: la iX è la BMW più evoluta, più sorprendente e più intelligente che abbia mai guidato. Anzi, è intelligentissima.