BMW M Hybrid V8 – Leschiutta (capo progetto): “Torniamo a Le Mans per vincere”

Si è parlato molto di (M) motorsport, ieri sera, nella modaiola House of BMW di via Monte Napoleone a Milano. Regina della serata, l’affascinante prototipo M Hybrid V8, che sarà esposto fino al 28 novembre e consentirà alla Casa bavarese di tornare a disputare l’anno prossimo la 24 Ore di Le Mans (e, ovviamente, il campionato Fia WEC), trovandosi di fronte il meglio dei costruttori mondiali. Un ritorno che cade a distanza di tempo dalla vittoria conquistata nel 1999 con la BMW V12 LMR, con alla guida anche il nostro Pierluigi Martini, che nell’occasione ha ricordato con emozione le fasi finali incerte ed esaltanti di quella maratona. Presenti alla serata anche il campionìssimo del Turismo, il mestrino Roberto Ravaglia, che gestisce l’Italia Ceccato Racing Team, vincitore sia del titolo Sprint che Endurance del Campionato Italiano Gran Turismo, con due BMW M4 GT3. La serata è stata anche l’occasione per premiare i vincitori delle varie categorie della BMW M2 CS Racing Cup Italia. Tornando alla hypercar LMDh del marchio bavarese, essa disputerà la “24 Ore” del prossimo giugno con una livrea speciale, che verrà realizzata dall’artista newyorkese Julie Mehretu, per quella che è la ventesima BMW Art car. Nell’occasione abbiamo incontrato anche il capo progetto della nuova vettura per Le Mans, Maurizio Leschiutta. Di seguito, quello che ci ha raccontato.

Che cosa significa per M Motorsport tornare a Le Mans nel 2024?
Sarà un evento importantissimo per noi, perché saremo là 25 anni dopo la vittoria del 1999 nella classe regina dell’Endurance, per cercare di vincere ancora la 24 Ore. Peraltro, con una macchina che rappresenta i nostri colori, essendo una vettura che punta al futuro sostenibile ed ecologico grazie alla componente ibrida.

Quando è partito il progetto e perché avete scelto la categoria LMDh?
Appunto perché cercavamo qualcosa che sposasse i valori del brand per il futuro: e questa categoria, con la parte ibrida, soddisfaceva questa richiesta. Per di più, nella LMDh potevamo incorporare il look della macchina senza essere penalizzati dal punto di vista delle prestazioni, perché con il Balance of Performance riuscivamo ad avere il look tipico della BMW e prestazioni che ci permettessero di competere con gli altri costruttori. Importante per noi è che l’appassionato che guarda la corsa o il cliente che guarda la macchina la riconosca subito come BMW.  E devo dire che l’identità del brand, qui, è evidentissima.

Perché avete scelto il motore endotermico V8?
Il nostro sei cilindri in linea non entrava nello spazio destinato dai regolamenti al motore. L’otto cilindri è un frazionamento interessante per la categoria, per di più noi proponiamo le nostre vetture di spicco, che sono la XM e la futura M5 (ma anche quella vecchia) con l’otto cilindri turbo.

Quanto ha contato l’esperienza raccolta nell’IMSA quest’anno per presentarsi poi ai nastri di partenza del Wec nel 2024?
stata incommensurabile. Perché un conto è fare una macchina e dei test per conto proprio, un conto è misurarsi direttamente con i rivali. Abbiamo imparato un sacco, avevamo esperienza nelle corse con la M8 GTLm fino al 2022 col team Rahal, ma non l’avevamo con i prototipi, al contrario dei nostri concorrenti principali, Acura e Cadillac, che avevano corso con le DPI. Quindi ci siamo confrontati in una categoria completamente nuova per noi, con una macchina molto sofisticata. Come ho detto prima, questo progetto è nato da un foglio bianco alla 24 Ore di Daytona in 537 giorni, quindi abbiamo avuto anche poco tempo. Poi queste sfide ci hanno portato quest’anno a confrontarci con la concorrenza e siamo riusciti a essere competitivi, fino all’ultima gara.  

Quali sono le vostre ambizioni per il primo anno nel Fia Wec?
Vogliamo vincere, subito. Si corre per vincere, anche a Le Mans. Non sarà facile, ma noi corriamo per questo.

Quali sono i team che guardate con maggiore attenzione quanto a livello di competitività?
Direi tutti, perché sono tutti molto professionali. Devo dire che la Ferrari porta una grande storia nell’endurance e grande tecnologia, e ha dimostrato quest’anno di essere assolutamente valida nella stagione di esordio, peraltro nei 100 anni della gara de La Sarthe. La Toyota corre da sempre e vince da sempre, la Porsche ha dimostrato, soprattutto nella seconda metà della stagione in America, di essere sul pezzo, ma pure la Cadillac ha dimostrato di essere al livello, perché a Le Mans è arrivata terza. Guardiamo tutti i nostri concorrenti con rispetto e con stima, ma siamo pronti a confrontarci con loro.

Motore V8 e telaio Dallara sono due ottimi ingredienti per realizzare le vostre ambizioni
Assolutamente. Quando abbiamo valutato tutti i costruttori con i quali potevamo collaborare per realizzare la macchina, poi la scelta è caduta sulla Dallara, perché è un’azienda completa a 360 gradi, ha competenze e dimostra di saper primeggiare in tutte le categorie in cui compete. Tra l’altro, quest’anno, la vettura che nell’IMSA ha vinto il primo campionato LMDh è stata la Cadillac, che ha lo stesso nostro telaio.

E i piloti, li avete già scelti? Quando li annuncerete?
Sì, li abbiamo scelti, non credo siano stati ancora resi noti i nomi, quindi al momento non posso ancora comunicarli.