Cardinali (Unrae) – “Basta ritardi, subito la piattaforma per prenotare gli incentivi”

Ad aprile il mercato dell’auto ha registrato, per il decimo mese consecutivo, un calo a doppia cifra: l’ennesimo crollo, dopo il fisiologico rimbalzo dei mesi di marzo-giugno 2021 dovuto al blocco delle immatricolazioni nei mesi di lockdown del 2020. Ad aprile, il “buco” di immatricolazioni è stato di oltre 48 mila esemplari rispetto ad aprile 2021 e di oltre 77 mila rispetto ad aprile 2019, l’ultimo anno “normale” prima della pandemia di coronavirus. Nel quadrimestre, invece, l’ammanco è stato di quasi 156 mila esemplari rispetto al 2021 e di quasi 274 mila rispetto al 2019. Una crisi ulteriormente amplificata dall’effetto annuncio degli incentivi, il cui decreto, firmato dal presidente del consiglio Mario Draghi il 6 aprile, non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. A questo punto, dice a Quattroruote Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae, l’auspicio è che ai tempi giuridici, ossia il controllo preventivo di legittimità da parte della Corte dei conti, non si aggiungano i tempi burocratici per la messa a punto della piattaforma di prenotazione e della messa online delle Faq applicative. Il ministero dello Sviluppo economico, avverte Cardinali, deve metterle online nello stesso istante in cui viene pubblicato il Dpcm sulla Gazzetta Ufficiale.

Cardinali, siamo di fronte a una sorta di coma profondo da cui non si vede l’uscita?
I numeri sono impressionanti, ma in fondo non c’è nulla di sorprendente. Alla vigilia dell’entrata in vigore degli incentivi l’effetto attesa si fa indubbiamente sentire. Nessuno immatricola nulla che non sia strettamente necessario. In questo momento si immatricola ciò che è escluso dagli incentivi e quello che non è rinviabile. Detto questo, non possiamo non sottolineare il fatto che questa situazione di incertezza non può protrarsi ulteriormente.

In che senso?
I tempi giuridici per la pubblicazione del Dpcm sulla Gazzetta Ufficiale sono quelli che sono. Ma l’auspicio è che non si aggiungano i tempi burocratici per la messa a punto della piattaforma di prenotazione e della messa online delle Faq applicative. Il ministero dello Sviluppo economico dovrebbe pubblicare le Faq nello stesso istante in cui il Dpcm compare sulla Gazzetta Ufficiale. Vi sono alcune questioni interpretative da sciogliere ed è importante che il quadro sia subito chiaro. Questo è l’appello che coi sentiamo di fare al governo in questo momento.

Storicamente, però, i tecnici mettono mano alla piattaforma dopo la pubblicazione in Gazzetta…
La nostra sensazione è che stiano aspettando il decreto, ossia che si segua la prassi abituale di lavorare agli aspetti tecnici solo dopo la pubblicazione, cosa che normalmente richiede un paio di settimane. Il problema è che vi sono differenze tra le regole degli incentivi 2021 e quelle del 2022, e questo passaggio non è così semplice. Il rischio che si vada molto oltre la data di pubblicazione è concreto. Voglio quindi rinnovare l’appello a portarsi avanti.

Sono passate dieci settimane dall’annuncio del presidente del consiglio che sarebbero arrivati gli incentivi all’auto. quantificabile l’accumulo di preordini o di precontratti nelle concessionarie? C’è il rischio di un click day sulla fascia 61-135 g/km?
Il click day è dietro l’angolo.

C’è il rischio che qualcuno convinto di avere agguantato il bonus possa restare subito fuori?
Il rischio che un cliente firmi un contratto senza avere la certezza degli incentivi c’è sempre stato. Tant’è che qualcuno inserisce un apposito disclaimer nei contratti. Com’è giusto che sia, perché è un contratto tra privati che fanno affidamento su un terzo soggetto che è lo Stato.

E nelle altre fasce, invece, che orizzonte si profila?
Per quest’anno non dovrebbero esserci grossi problemi. I fondi potrebbero scarseggiare in autunno sulla fascia 0-20, ma addirittura avanzare nella fascia 21-60. In ogni caso, c’è la possibilità di travaso tra i vari fondi con ulteriore Dpcm, su questo fronte non siamo preoccupati. Per gli anni successivi, invece, sappiamo e abbiamo già segnalato che i fondi saranno largamente insufficienti ad accompagnare la crescita del mercato delle auto con la spina.

Il mercato va discretamente in queste due fasce, che non hanno l’obbligo di rottamazione. C’è ancora un effetto trascinamento degli incentivi 2021?
Sì. Ed è diventato veramente difficile commentare il mercato con i tempi di consegna attuali. Non si sa cosa dipenda dalla domanda e cosa dall’offerta.

Proviamoci. In termini di canali i privati crollano, mentre il noleggio a lungo termine tiene in assoluto e sale in quota di mercato. E anche il rent a car recupera quote
Il noleggio a lungo termine è storicamente stabile rispetto ad altri canali, dimostra una grande resistenza agli urti del mercato. Il breve termine fluttua molto di suo, è molto stagionale e ad aprile ha fatto peggio del mercato, anche perché soffre particolarmente la crisi delle consegne. I privati sono ai minimi storici, se si esclude il periodo del lockdown.

l’effetto dell’attesa degli incentivi?
Sì. Va detto anche che ad aprile vi sono stati due giorni lavorativi in meno rispetto al 2021, ma ormai l’impatto del numero giorni è molto ridotto rispetto agli anni precedenti. Oggi mi sento di dire che questa variabile non pesa più di tanto sull’andamento del mercato. Anche perché una buona parte di immatricolazioni si registra negli ultimi due giorni del mese. Che siano gli ultimi due di un mese di 20 o di un mese di 22 cambia poco.

Di che numeri parliamo?
Negli ultimi due giorni di aprile si sono targate 29.300 macchine su quasi 98 mila.

Quante di queste sono autoimmatricolazioni?
Posso dirle che la quota di autoimmatricolazioni delle Case associate all’Unrae è solo del 28,5%. Mentre sul mercato totale le associate Unrae pesano per il 62%.

I dati Unrae mostrano che il 17% delle auto targate dalle società di noleggio a lungo termine va, in realtà, in mano ai privati. Che impatto avrà su questi ultimi l’esclusione delle imprese, comprese quelle del renting, dagli incentivi?
L’esclusione delle persone giuridiche dagli incentivi grida vendetta anche perché, appunto, si penalizzano i privati che scelgono il noleggio (ma non quelli che optano per il leasing). Se si volevano impedire le km zero immatricolate dalle concessionarie con gli incentivi senza rottamazione, il vincolo dei 12 mesi di possesso contenuto del Dpcm sarebbe stato sufficiente. E non è assolutamente dimostrabile che le aziende continueranno a comprare elettriche anche senza incentivi: sinora ne hanno usufruito, anche se non è dato sapere in quale misura, e di certo la loro esclusione avrà conseguenze negative. La motivazione reale di questa misura è semmai quella di far durare di più i fondi. Ma questa cosa non funzionerà più nel 2023. E in ogni caso non abbandoniamo la speranza di far modificare il decreto.

C’è questa possibilità?
Non so. So però che se le persone giuridiche continueranno a essere escluse, non sarà più eludibile il tema dell’Iva sulle auto aziendali in uso promiscuo. Dopo 30 anni di penalizzazione sull’Iva, le imprese non possono essere ulteriormente sfavorite con l’esclusione dagli incentivi. Ormai non è più rinviabile una riforma fiscale che abbia un po’ di respiro.

Però una riforma fiscale in questo momento non è semplice. Il parlamento sta lavorando alla delega fiscale e il governo ha bisogno di questo strumento per ridisegnare tutta l’architettura
vero, ma il governo può comunque intervenire su uno specifico fronte, anche senza delega. La proposta che abbiamo presentato all’esecutivo, ossia la detraibilità totale per le auto 0-20 g/km, dell’80% per le 21-60 e del 50% per le 61-135, costerebbe appena 400 milioni invece del miliardo che ci spetterebbe se ci allineassimo sic et simpliciter alla normativa vigente in Europa. Abbiamo raccolto l’adesione di tutta la filiera, compresi i gestori di flotte aziendali.

Torniamo al mercato. Che cosa prevedete, a questo punto, per il 2022?
Prevediamo 1,4 milioni di immatricolazioni, ma è una previsione estremamente approssimativa. Vi sono tante variabili: la guerra in Ucraina, la crisi dei microchip, l’inflazione, l’incertezza economica, i rincari delle bollette e dei carburanti.

Gli incentivi, dunque, non serviranno a niente?
Il problema è che gli effetti degli incentivi, operativi a maggio con grande ritardo sulle attese, inizieranno a manifestarsi sulle immatricolazioni a fine autunno. Sarà un problema anche per lo Stato, che inizierà a incassare l’Iva solo a fine anno. Se non si fattura, lo Stato non incassa l’imposta.

C’è anche un problema di prezzi: le macchine costano di più e i maxi sconti non si fanno più
I prezzi sono guidati dai rincari a tre cifre delle materie prime, che le Case non possono assorbire per intero. Il problema, in realtà, è la disponibilità economica delle famiglie e la propensione alla spesa. Questo scenario di inflazione al 6% è molto preoccupante per gli acquisti di beni durevoli.

Forse le Case dovrebbero fare di più sul fronte dei prezzi, considerando i maxiprofitti del 2021
I profitti delle Case – peraltro connessi alle azioni di ottimizzazione dei costi e non solo ai ricavi – sono globali e non legati al mercato italiano, che pesa appena il 14% di quello europeo: non c’è nessun nesso diretto, quindi trovo inappropriato fare qualunque correlazione.