Concessionari – Federauto contro Tavares: “Noi indispensabili, i costi di distribuzione dipendono dalle Case”

I concessionari spariranno “se non faranno felici i loro clienti. I produttori non potranno più permettersi di sostenere i dealer in un contesto di aumento dei costi. Non abbiamo più bisogno di avere showroom di duemila metri quadrati, vere e proprie cattedrali. Questi costi non corrispondono più alla realtà di oggi. Per i concessionari è l’occasione per compiere una svolta verso la qualità del servizio e la frugalità”. Le parole del ceo di Stellantis, Carlos Tavares, hanno mandato su tutte le furie il presidente dell’associazione delle concessionarie italiane, Adolfo De Stefani Cosentino. Secondo il numero uno di Federauto, infatti, “Tavares confonde il concetto di soddisfazione del cliente con l’efficienza delle concessionarie e mette impropriamente in relazione l’insostenibile crescita dei costi di produzione delle auto con le caratteristiche degli showroom, cattedrali di cui non vi sarebbe più bisogno in vista di un new deal fatto di frugalità, la nuova opportunità per i dealer”.

Case responsabili dei costi di distribuzione. “Circa dieci anni fa”, ricorda De Stefani Cosentino a Quattroruote, “Federauto scrisse ad Anfia (l’Associazione della filiera dell’industria automobilistica, ndr) e Unrae (l’associazione delle case estere in Italia, ndr) sostenendo la necessità di aprire una seria discussione sulla struttura dei costi e dei margini delle reti. La risposta che ricevemmo fu ‘non se ne parla’. Il fatto è che sono stati i costruttori ad avere imposto alle reti l’implementazione degli standard, aumenti di working capital, ristrutturazioni sempre più onerose, ad aver scaricato sulle reti gli oneri di sistema e processuali. troppo facile accusare oggi le concessionarie di inefficienza sulla base di un sistema imposto dalle Case stesse, comprese quelle amministrate nell’ultima decade da Tavares. troppo facile dire, oggi, che tutto questo non serve più, e invitarci a essere più efficienti e più frugali”.

Concessionarie indispensabili. Secondo il presidente dei concessionari italiani, la rete distributiva sarà “la prima a gioire della riduzione di costi e sprechi per standard inutili”, ma non potrà più farsi carico dei costi di politiche industriali inefficienti, fino a oggi scaricate sulla rete e sul consumatore finale. “L’auto”, avverte De Stefani Cosentino, “è un bene durevole e quindi la presenza capillare della rete distributiva è indispensabile. Vogliamo sperare che l’idea di una distribuzione dell’auto senza i concessionari sia una moda del momento”.

Transizione ecologica per colpa delle Case. Infine, a proposito di costi della transizione ecologica, De Stefani Cosentino contesta la tesi di Tavares secondo cui l’elettrificazione è una scelta dei politici e non dell’industria: “Mente sapendo di mentire. L’industria europea dell’auto, rappresentata dall’Acea, non ha voluto e potuto difendere la tecnologia termica a causa degli scandali che hanno azzerato la capacità lobbistica delle Case su questo tema. Piuttosto”, è la conclusione, “preoccupano le affermazioni sui costi di produzione delle auto elettriche e su quelli delle fabbriche italiane, affermazioni sembrano svelare e giustificare una strategia di riduzione dei nostri siti produttivi”.