Cop28 – Meloni: “La transizione deve essere ecologica, non ideologica”

“Dobbiamo perseguire una transizione ecologica e non ideologica, la Conferenza deve essere un punto di svolta”: così Giorgia Meloni alla Cop28 in corso a Dubai. La premier è intervenuta durante la sessione plenaria nell’ambito della seconda parte del segmento di alto livello dei capi di Stato e di governo del vertice. L’Italia, ha detto Meloni, “sta facendo la sua parte nel processo di decarbonizzazione in modo pragmatico”, portando avanti un approccio che rispetti la neutralità tecnologica e sia “libero dal radicalismo: se vogliamo essere efficaci, serve una sostenibilità ambientale che non comprometta la sfera economica e sociale. Abbiamo adottato un nuovo piano per l’energia e il clima e stiamo investendo risorse nei biocarburanti e siamo tra i fondatori dell’alleanza globale per questi ultimi”, ha ricordato la Meloni.

Se ne riparla al G7 in Italia. La presidente ha ribadito l’impegno italiano per l’Africa, cui sarà destinata una quota significativa del fondo italiano per il clima (4 miliardi): “L’energia è uno dei pilastri del Piano Mattei” proprio per l’Africa, ha continuato Meloni. Temi al centro anche del prossimo G7 a guida italiana, in Puglia, a Borgo Egnazia, dal 13 al 15 giugno 2024: il Paese, ha aggiunto la premier, punta a diventare “un hub strategico per l’energia pulita, sviluppando le infrastrutture e la capacità di generazione necessarie” nella zona del Mediterraneo. Ieri, peraltro, Meloni ha tenuto un discorso durante un panel sulla sicurezza alimentare, annunciando che l’Italia stanzierà 130 milioni di euro per il nuovo Fondo contro i danni provocati dal clima nei Paesi più vulnerabili.

Il Papa: “Clima impazzito per un delirio di onnipotenza”. Alla Cop28 è intervenuto anche il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, che ha letto un discorso scritto da Papa Francesco, assente per una bronchite acuta: “La devastazione del creato è un’offesa a Dio, un peccato non solo personale ma strutturale che si riversa sull’essere umano, soprattutto sui più deboli”, è il messaggio del pontefice. E ancora: “L’ambizione di produrre e possedere si è trasformata in ossessione ed è sfociata in un’avidità senza limiti, che ha fatto dell’ambiente l’oggetto di uno sfruttamento sfrenato. Il clima impazzito suona come un avvertimento a fermare tale delirio di onnipotenza. Torniamo a riconoscere con umiltà e coraggio il nostro limite quale unica via per vivere in pienezza”. Infine, la proposta di papa Francesco: “Col denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari, costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e realizzare attività che promuovano lo sviluppo sostenibile dei Paesi più poveri, contrastando il cambiamento climatico”.

Accordo sul nucleare. In una dichiarazione congiunta, 16 Paesi si impegnano a triplicare le capacità energetiche nucleari nel mondo entro il 2050 rispetto al 2020. Una soluzione per ridurre la dipendenza dal carbone e dal gas, che è poi la principale sfida di questo vertice: i firmatari sono Belgio, Bulgaria, Canada, Emirati Arabi Uniti, Finlandia, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica di Corea, Romania, Slovacchia, Stati Uniti, Svezia e Ucraina. Non fanno parte del gruppo Cina e Russia, tra i più grandi costruttori di centrali nucleari nel mondo. A marzo 2024, il Belgio organizzerà il primo vertice mondiale sul nucleare.

Quali impegni. Fra gli annunci di maggior peso c’è quello degli Usa, che destineranno 3 miliardi di dollari al fondo per il clima, mentre 116 Paesi promettono di triplicare la capacità di energia rinnovabile da qui al 2030. Da parte sua, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, traccia la strada per i prossimi due anni: “Investiremo 2,3 miliardi di euro dal bilancio Ue per sostenere la transizione energetica nel nostro vicinato e in tutto il mondo”.