Dacia – Martinet: “La Bigster al Salone di Parigi, la prossima Sandero sarà anche elettrica”
La Bigster sarà presentata al Salone di Parigi 2023, mentre la futura Sandero, in arrivo intorno al 2028, sarà anche elettrica: sono alcune delle anticipazioni emerse nella chiacchierata che abbiamo avuto stamattina, assieme a un ristretto gruppo di giornalisti, con Xavier Martinet, direttore marketing e vendite di Dacia. Un confronto ricco di spunti e declinato su vari temi, che riguardano un marchio, quello romeno del gruppo Renault, intento a cambiare pelle, rimanendo però ancorato ai propri principi: su tutti, l’accessibilità.
Bigster. Il cambiamento passa anche dall’ingresso in nuovi segmenti. Tale compito sarà affidato alla Bigster, una Suv di segmento C, più grande della Duster e pronta a rivolgersi a una clientela di conquista per la Dacia. Sarà venduta a partire dal 2025, ma l’appuntamento con il reveal è previsto entro l’anno: L’occasione giusta per vedere la Bigster potrebbe essere il prossimo Salone di Parigi ha detto Martinet, rimanendo sul vago sulle caratteristiche di questa Suv: Ovviamente il design ha molto in comune con la nuova Duster, ma non sarà semplicemente una Duster più lunga. Il segmento C è il più ampio e combattuto del mercato europeo, i clienti hanno molti prodotti tra i quali scegliere. Noi dobbiamo essere competitivi e il target di riferimento è più esigente, dunque a livello di contenuti e tecnologie ci saranno molte differenze rispetto alla Duster. Quindi? Possiamo aspettarci che la Bigster compia un passo ulteriore nell’elettrificazione, proponendo, oltre al full hybrid, l’ibrido plug-in? In futuro forse sì, d’altronde la piattaforma (che è la Cmf-B, ndr) lo consente. Ma al momento del lancio, i tempi potrebbero essere prematuri: Tutto sta nel capire se i nostri clienti sono pronti a pagare per avere il plug-in”, spiega Martinet. “Adesso, penso di no. Tra cinque anni, forse sì.
Elettrico: sulla prossima Sandero ci sarà. Salendo la scala di gradi della transizione, c’è l’elettrico, che al momento la Dacia affronta con la sola Spring. La Bev riceverà un restyling al prossimo Salone di Ginevra (febbraio) e sarà in concessionaria, nella veste aggiornata, a partire da settembre, rimanendo l’unica proposta a batteria del marchio. Ma, ovviamente, non sarà per sempre così: La domanda non è se possiamo lanciare nuovo modello elettrico, cosa possibile anche da subito, ma quando. C’è una domanda di elettriche sotto i 25 mila euro, e anche sotto i 20 mila. Noi, anzitutto, dobbiamo continuare ad avere una proposta sotto i 20 mila premette il manager, salvo poi ammettere che, quando toccherà rinnovare la Sandero (intorno al 2028), a quel punto non avere l’elettrico, magari su una piattaforma multienergia, potrebbe risultare anacronistico.
L’essenzialità e la rinuncia al diesel. D’altronde, se c’è un brand che deve saper reagire alla transizione in tempo reale, per sopravvivere, è proprio Dacia. Soprattutto per tenere fede a quel principio di accessibilità economica che, finora, l’ha contraddistinta. La linea guida, ribadita in più occasioni, è l’essenzialità: il cliente paga solo ciò che a lui realmente serve, mentre la Casa, a monte, opera un’accurata selezione dei contenuti da offrire nella vettura. E, per esempio, decide di smettere di proporre il diesel, com’è successo con le ultime Sandero e Duster: Quando progettiamo una macchina spiega Martinet il rischio è di volerci mettere di tutto, e il prezzo è una conseguenza. Dobbiamo fare le scelte giuste sulla piattaforma, sul design, sull’equipaggiamento e sui motori continua il manager francese ed è per questo che il diesel non è presente sulla Sandero e sulla Duster. I soldi risparmiati sullo sviluppo del motore a gasolio lo abbiamo messo su altre cose che hanno più senso, oggi, per i clienti. Questo processo spiega ancora Martinet lo operiamo costantemente, su ogni singolo modello. E serve a creare il gap (di prezzo, ndr) che attualmente abbiamo sui rivali di mercato. quasi – conclude – una patologia, ed è la parte più complicata del nostro lavoro.