Dazi europei – Si profila una spaccatura tra Bruxelles e produttori

La questione dei dazi europei all’import di auto elettriche prodotte in Cina rischia di generare una profonda spaccatura tra le istituzioni della Ue e gran parte del mondo produttivo del Vecchio Continente: la contrarierà dei costruttori automobilistici è nota, ma ci sono tanti altri comparti che non vedono di buon occhio le tariffe doganali. Lo dimostra la dichiarazione congiunta stilata da una coalizione di decine di associazioni di categoria per chiedere a Bruxelles una politica commerciale incentrata “sull’apertura e non sulle barriere al commercio”. 

Un lungo elenco. La dichiarazione, che non menziona esplicitamente i dazi, è stata firmata da 31 organizzazioni, tra cui Acea (auto), Clepa (componentistica), Caobisco (cioccolato e biscotti), Ceev (vino), Cec (calzature), Cema (macchinari per l’agricoltura), Coceral (commercio di beni agricoli), Ebi (nautica da diporto), Eda (prodotti lattiero-caseari), Unafpa (pasta), Tie (giochi) o Unesda (analcolici). In sostanza, è una coalizione con interessi estremamente variegati che ha preso carta e penna per evidenziare quanto sia importante “l’apertura commerciale” per “sostenere la crescita economica, creare posti di lavoro e rafforzare la resilienza di fronte alle sfide globali” e, quindi, chiedere una “politica commerciale ambiziosa e aperta per sostenere la competitività e la prosperità economica dell’Ue”. 

Le richieste. “Il commercio rimane una pietra angolare della forza economica dell’Unione, offre vantaggi significativi ai consumatori e attrae investimenti esteri”, scrivono le associazioni, sottolineando la necessità di “dare priorità alle politiche che aprono mercati nuovi e diversificati attraverso accordi commerciali e riducono gli ostacoli tecnici al commercio”. Inoltre, la coalizione invita Bruxelles a “continuare a sostenere l’Organizzazione mondiale del commercio e un sistema internazionale basato su regole” che garantiscano un “contesto commerciale equo e prevedibile” e chiede una “maggiore collaborazione con i partner” esteri, una diplomazia commerciale più solida anche tramite l’istituzione di un commissario europeo al Commercio e un rafforzamento della cooperazione internazionale. 

Gli ultimi sviluppi. La dichiarazione è stata diffusa in un momento particolare per la politica europea. Mentre l’attuale presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sta cercando il sostegno necessario per la sua rielezione (giovedì 18 luglio sarà davanti al nuovo Parlamento per la dichiarazione ufficiale di candidatura e il successivo voto dei nuovi parlamentari), la stessa Commissione è nel pieno del processo consultivo con gli Stati membri proprio sulla questione dei dazi. Bruxelles sta raccogliendo i pareri dei governi tramite una “votazione” non vincolante e riservata che dovrà essere presa in considerazione nella decisione definitiva prevista in autunno. Al momento, stando alle ultime indiscrezioni di stampa, avrebbero espresso un parere favorevole ai dazi l’Italia e la Spagna, mentre Germania e Svezia intendono astenersi: l’astensione è considerata una manifestazione di “solidarietà critica” con la Commisione, ma nelle votazioni ufficiali vale come voto contrario. Altri Paesi come la Francia sono favorevoli ai dazi, ma la maggior parte sta ancora valutando quale posizione assumere.