Dazi – La Cina “chiama” l’Europa: rafforziamo le nostre relazioni, anche sulle auto

Nel caos creato da Donald Trump con la sua posizione sui dazi, una cosa è certa: gli equilibri commerciali a livello globale vanno verso una ricomposizione che rischia di limitare il ruolo degli Stati Uniti e rendere centrale i rapporti tra altre aree del globo.  il caso della Cina, sempre più attiva nel cercare di ridurre l’impatto delle nuove tariffe doganali statunitensi e sempre più propensa a dare una scossa alle sue relazioni con il resto del mondo, a partire dall’Europa: lo dimostra quanto avvenuto nelle ultime ore. Il ministro del Commercio cinese, Wang Wentao, ha chiamato la sua controparte europea Maros Sefcovic alcune ore prima della decisione di Trump di sospendere i dazi reciproci per 90 giorni e alzare le tariffe sui beni prodotti in Cina fino al 125%. Il risultato della telefonata? Le parti, secondo quanto comunicato dal dicastero di Pechino, hanno avuto uno "scambio di opinioni approfondito e franco su questioni quali il rafforzamento della cooperazione economica e commerciale Cina-Ue e la risposta alle cosiddette ‘tariffe reciproche’ imposte dagli Stati Uniti".Dialogo immediato. L’iniziativa diplomatica di Pechino, che nei giorni scorsi ha riguardato soprattutto le grandi multinazionali, non si è limitata al contatto tra Wang e Sefcovic perché un’analoga telefonata è intercorsa trea il premier Li Qiang e il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il messaggio è chiaro: "La Cina è pronta a collaborare con l’Ue nella stessa direzione, ad attuare congiuntamente l’importante consenso raggiunto dai leader della Cina e dell’Ue, a rafforzare la comunicazione e gli scambi e ad approfondire il commercio, gli investimenti e la cooperazione industriale". A tal fine, Wang e Sefcovic "hanno concordato di avviare consultazioni tempestive per discutere questioni relative all’accesso al mercato, per creare un ambiente imprenditoriale più favorevole per le imprese e per avviare immediatamente negoziati sugli impegni sui prezzi dei veicoli elettrici, nonché discutere la cooperazione in materia di investimenti nell’industria automobilistica". In poche parole, Pechino e Bruxelles, di fronte alle intemerate di Trump hanno deciso di rompere gli indugi e di "sostenere una ripresa del meccanismo di dialogo sulle misure di difesa commerciale Cina-Ue" al fine di "gestire adeguatamente gli attriti commerciali". Un aspetto importante è che tutto avverrà sotto l’ombrello dell’Organizzazione mondiale del commercio, in modo da salvaguardare "il sistema commerciale multilaterale" incentrato sui regolamenti della stessa Omc. La spinta di Trump. Insomma, il neo-protezionismo trumpiano sta spingendo Pechino e Bruxelles a rafforzare i propri legami e ad accantonare gli attriti degli ultimi mesi. D’altro canto, Wang, che ha avuto un analogo scambio di opinioni "franco e approfondito" con Zafrul Aziz, ministro del Commercio malese Zafru e presidente di turno dell’Asean (l’assocazione dei Paesi del sud-est asiatico), ha ribadito che i dazi reciproci statunitensi "violano gravemente gli interessi legittimi di tutti i Paesi e i regolamenti dell’OMC, danneggiano seriamente il sistema commerciale multilaterale basato sulle regole e hanno un grave impatto sulla stabilità dell’ordine economico globale. "Non ci sono vincitori nelle guerre commerciali e non c’è via d’uscita per il protezionismo. La Cina è disposta a risolvere le sue divergenze attraverso la consultazione e il negoziato, ma se gli Stati Uniti insistono ad andare per la loro strada, la Cina difenderà sè stessa fino alla fine", ha agigunto il ministro cinese, sottolineando che "nella situazione attuale", Pechino e Bruxelles devono "sostenere congiuntamente il sistema commerciale multilaterale basato su regole" e impegnarsi a facilitare gli scambi commerciali per garantire maggior stabilità e certezze all’economia mondiale. Dal canto suo, Sefcovic non ha fatto mistero delle sue critiche a Washington evidenziando il "grave impatto" dei dazi sul commercio internazionale e sulle economie dei diversi Paesi globali e ribadendo l’impegno della Ue "a lavorare con gli altri membri dell’Omc, compresa la Cina, per garantire il normale funzionamento del commercio globale". Inoltre, Bruxelles "attribuisce grande importanza alle relazioni economiche e commerciali Ue-Cina ed è disposta a rafforzare il dialogo e la comunicazione con la Cina per promuovere l’espansione dell’accesso bidirezionale al mercato, degli investimenti e della cooperazione industriale". Un messaggio chiaramente rivolto a Trump.La reazione alla "pausa". Intanto, von der Leyen ha accolto con favore l’annuncio della "pausa di 90 giorni" annunciata dallo stesso Trump, giudicandola "un passo importante verso la stabilizzazione dell’economia globale. Condizioni chiare e prevedibili sono essenziali per il funzionamento del commercio e delle catene di approvvigionamento. Le tariffe sono tasse che danneggiano solo le imprese e i consumatori. Ecco perché ho sempre sostenuto un accordo tariffario zero per zero tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti", ha aggiunto il presidente della Commissione, ribandendo l’impegno del blocco comunitario a "condurre negoziati costruttivi con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di realizzare scambi commerciali senza attriti e reciprocamente vantaggiosi". Von der Leyen, però, non manca di lanciare un chiaro segnale a Washington, rimarcando il focus della diplomazia europea "sulla diversificazione dei partenariati commerciali" tramite trattative con Paesi che "rappresentano l’87% del commercio globale e condividendo il nostro impegno a favore di uno scambio libero e aperto di beni, servizi e idee. Infine, stiamo intensificando il nostro lavoro per eliminare le barriere nel nostro mercato unico. Questa crisi ha chiarito una cosa: in tempi di incertezza, il mercato unico è la nostra ancora di stabilità e resilienza. Io e il mio team continueremo a lavorare giorno e notte per proteggere i consumatori, i lavoratori e le imprese europee". Successivamente, la stessa von der Leyen ha comunicato un’analoga sospensione di 90 giorni per le contromisure europee: "Vogliamo dare una possibilità ai negoziati. In attesa di ultimare l’adozione delle contromisure dell’UE che hanno ottenuto il forte sostegno dei nostri Stati membri, le sospenderemo per 90 giorni. Se i negoziati non saranno soddisfacenti, entreranno in vigore le nostre contromisure. Intanto, continuano i lavori preparatori per ulteriori contromisure. Come ho già detto, tutte le opzioni restano sul tavolo".