Donald Trump – Dazi su Cina, Canada e Messico

Dazi Usa del 25% sulle importazioni da Canada e Messico e del 10% su quelle dalla Cina: è l’annuncio del presidente Donald Trump, ormai pronto alla guerra commerciale globale. Le tariffe sono legate ai flussi migratori verso gli Stati Uniti, ai “massicci sussidi” che gli States starebbero concedendo ai tre Paesi con le loro importazioni, e al fentanyl, oppioide sviluppato come antidolorifico (c’è un un vasto mercato illegale negli States). Pesanti le ripercussioni sulle Case auto che producono in Messico e per esportare verso il mercato a stelle e strisce: da Audi a BMW, passando per Honda, JAC Motors, Kia, Mazda, fino a Stellantis, Toyota e Volkswagen. Le tariffe colpiranno pure costruttori e fornitori statunitensi che nel Paese centroamericano hanno spostato parte della loro produzione: Ford e General Motors.

“Stangate le Tesla”. La Cina ha già protestato, mentre in America viene di fatto smantellato l’accordo di libero scambio Stati Uniti-Messico-Canada (Usmca). Proprio il Canada, da cui proviene il 40% del petrolio importato dagli States (anche per questo, sul greggio Trump non ha applicato il 25%, ma il 10), è pronto ad adottare misure simmetriche e c’è già chi punta ai supporter di Trump, tra cui Elon Musk. Chrystia Freeland, ex vicepremier del governo (uscente) di Justin Trudeau, propone infatti di “tassare del 100% le Tesla: bisogna identificare chi appoggia Trump e fargli pagare un prezzo per l’attacco al Canada”.

L’Europa. Trump dice già che a brevissimo “toccherà all’Europa”, rea di trattare gli Usa “molto male” nella bilancia commerciale. Da Bruxelles, si fa sapere che la risposta ai dazi minacciati dal tycoon “sarà unitaria”, ma c’è anche il timore che i singoli Stati (tra cui presumibilmente l’Italia, visti i buoni rapporti del premier Giorgia Meloni con Trump) possano avviare trattative “one-on-one” col nuovo presidente.