DR Automobiles – Il tribunale vieta l’uso del nome di Jacky Ickx
Jacky Ickx, uno dei piloti più famosi della Formula 1 tra gli anni 70 e 80 del secolo scorso, ha ottenuto una prima vittoria in un procedimento giudiziario promosso contro la DR Automobiles. Il Tribunale di Torino, infatti, ha confermato un’ordinanza dello scorso autunno che, in sostanza, vieta l’uso del suo nome per l’omonimo marchio di fuoristrada lanciato nel 2022 dall’azienda molisana.
La causa. La vicenda risale per l’appunto a due anni fa, quando l’ex pilota belga viene a conoscenza delle intenzioni del costruttore fondato da Massimo Di Risio, e trova il suo culmine nell’estate scorsa: Ickx, tramite gli studi legali Bacciardi Partners e Coronalaw, promuove una causa per uso illecito del suo cognome. Nei mesi successivi parte un procedimento cautelare davanti al giudice Ludovico Sburlati della sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale di Torino: gli avvocati presentano un’ampia documentazione per dimostrare le tesi di Ickx, tra cui il materiale pubblicitario prodotto dalla Gino Spa (un gruppo di concessionari con diversi saloni tra Piemonte, Lombardia, Liguria e Toscana) e incentrato proprio sul legame del nuovo brand con l’ex pilota: “Il marchio prende il nome da Jacky Ickx”. Lo stesso Ickx, però, sostiene di non essere mai stato contattato e di non aver autorizzato l’uso del suo cognome.
Il tribunale. Alla fine di ottobre viene quindi emesso un provvedimento che “inibisce alla Dr Automobiles Srl e alla Gino Spa (un gruppo di concessionari con diversi saloni tra Piemonte, Lombardia, Liguria e Toscana, ndr) l’uso nell’attività economica del segno Ickx; ordina il ritiro dal commercio entro 60 giorni delle automobili contraddistinte con il segno Ickx, a eccezione di quelle già vendute che appartengono a chi fa uso personale; dispone nei confronti della Dr Automobiles Srl il trasferimento provvisorio a Jacques Bernard Ickx entro 20 giorni del nome a dominio www.ickx.it”. Inoltre, viene ordinata “la pubblicazione entro 20 giorni del dispositivo della presente ordinanza sulla rivista Quattroruote, a caratteri normali, a spese della Dr Automobiles Srl, nonchè entro 20 giorni e per 90 giorni, sulle pagine iniziali dei siti interne della Dr Automobiles Srl e della Gino Spa”. Infine, il giudice stabilisce anche l’ammontare delle eventuali multe a carico delle due aziende: si tratta di una sanzione da 50 mila euro “per ogni singola automobile messa in commercio in violazione dell’inibitoria” e di un’altra da 10 mila euro “per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione” dell’ordinanza. Infine, si condanna Dr e Gino a rimborsare Ickx “le spese di lite, che liquida in 8.059 euro per compenso, oltre contributo unificato, spese forfettarie nella misura del 15%, Cpa e Iva”.
L’ultima sentenza. Il provvedimento è per sua natura provvisorio. Il procedimento cautelare, che persegue il fine di congelare una determinata controversia giudiziaria in attesa che si concluda la procedura ordinaria, conta due gradi. Nel primo viene presentato un ricorso davanti un giudice monocratico, nel secondo la difesa deposita un reclamo che viene sottoposto al giudizio di un collegio composto da tre giudici. E così avviene: l’azienda molisana presenta il suo ricorso, ma il 19 gennaio il collegio lo respinge, confermando il provvedimento originario e fissando nel 23 marzo prossimo il termine ultimo per il rispetto delle disposizioni. Cosa già avvenuta, visto che sia la DR che la Gino hanno pubblicato l’ordinanza sui rispettivi siti. Inoltre, la stessa DR ha sostanzialmente ritirato dal mercato il marchio Ickx: la fuoristrada K2, infatti, è stata presentata con l’inedito brand “X”. Ora la palla passa alla cosiddetta “azione di merito”, ossia il procedimento ordinario composto dai vari gradi di giudizio, ma l’esito non dovrebbe cambiare di molto la situazione: nel procedimento cautelare, l’ordinanza anticipa spesso il probabile esito della causa di merito. Detto questo, i giudici dovranno stabilire un’ulteriore disposizione: Ickx vuole non solo la conferma dell’ordinanza, ma anche ottenere un risarcimento danni.
La replica di DR. In attesa di ulteriori sviluppi, la stessa azienda molisana ha tenuto precisare con una nota che la causa non è ancora persa “in quanto al momento si è chiusa solo la fase cautelare a cui farà seguito il giudizio di merito”. “Pur dopo la regolare e conforme registrazione completa del marchio ICKX (X in versione figurativa), con il quale è stato lanciato nel corso del 2023 il modello off-road denominato K2, DR Automobiles è stata citata come controparte nell’ambito di un giudizio avviato dall’ex pilota Jaques Ickx”, aggiungono da Macchia d’Isernia. “DR Automobiles precisa che nelle proprie intenzioni il marchio ICKX fa riferimento solo ed esclusivamente alla X, intesa da sempre in ambito automotive come simbolo del mondo off-road e che giammai nella registrazione nominale ICKX (che foneticamente si legge X) c’è stata la volontà di ricondurlo all’ex pilota Belga. A riprova della buona fede e delle iniziali intenzioni, DR Automobiles ha deciso, nel pieno rispetto di Jaques Ickx e indipendentemente da quella che sarà la sentenza del giudice ordinario, di modificare la registrazione del marchio in ICH-X. DR Automobiles precisa inoltre che i clienti di X, già possessori di un K2, non sono assolutamente interessati dall’ordinanza cautelare e che ad oggi nulla deve la società all’ex pilota belga (eccezion fatta per le spese legali della fase cautelare)”. “Nei prossimi giorni saranno regolarmente commercializzati presso la rete dei concessionari Sportequipe/ICH-X i K2 che riportano la nuova denominazione ICH-X”, conclude la DR, ricordando che “nel corso del 2024 il brand ICH-X vedrà ampliata la propria gamma con altri due nuovi modelli off-road che andranno ad affiancare il K2”.