Emissioni – LEuropa vuole inasprire i test delle ibride plug-in
L’Unione europea avrebbe messo nel mirino la tecnologia dei powertrain ibridi plug-in in seguito alle sempre più frequenti critiche sugli attuali test per le emissioni, giudicati poco attendibili rispetto alle reali condizioni di guida. In particolare, stando a indiscrezioni diffuse dalla Reuters, Bruxelles avrebbe intenzione di rivedere gli attuali sistemi di verifica della CO2 emessa dalle plug-in, introducendo limiti e fattori di calcolo più severi.
Le critiche. Le anticipazioni dell’agenzia di stampa britannica sono legate a studi condotti da esperti e associazioni secondo cui gli attuali test si basano su una condizione sostanzialmente irrealizzabile nella vita di tutti i giorni: ovvero, la disponibilità di una carica completa e costante della batteria. Anche così, comunque, sembra che le emissioni risultino superiori a quelle omologate, per effetto del maggior utilizzo del motore endotermico e di una minore percorrenza in modalità 100% elettrica: alcune verifiche in condizioni di guida reale avrebbero mostrato livelli di emissioni fino a quattro volte maggiori rispetto a quanto emerso dall’attuale sistema di analisi. La cosa non sorprende: se l’utilizzatore, come da sempre sottolinea Quattroruote, non è virtuoso e costante nella ricarica della batteria, i risparmi in termini di consumo svaniscono. Anzi, i dati, risultano peggiori di quelli dei diesel di ultima generazione.
Nuove metodologie di calcolo. Dunque, gli attuali test del ciclo Wltp per le ibride plug-in sarebbero lontani dalla realtà. Le critiche avrebbero spinto i funzionari di Bruxelles a valutare l’introduzione di nuovi sistemi di verifica a partire dal 2025: l’intenzione dei funzionari sarebbe quella di inserire, tramite una modifica agli attuali protocolli sui test Wltp, un nuovo fattore frutto dei dati reali raccolti tramite un sistema Obfcm (On-Board Fuel Consumption Monitoring), dispositivo reso obbligatorio dai regolamenti comunitari a partire dal primo gennaio del 2021. Tale sistema è presente su tutti i veicoli di nuova immatricolazione ed è incaricato di memorizzare tutti i dati sui consumi reali.
I rischi per le Case. Con queste soluzioni, l’Europa pensa di avere un quadro più realistico sull’effettivo utilizzo del motore a combustione rispetto al propulsore elettrico nelle ibride plug-in. Tuttavia, la nuova metodologia, che sarà discussa il 22 febbraio prossimo dal Working Group on Motor Vehicles (una cabina di confronto tra settore, governi e associazioni dei consumatori), rischia di creare dei problemi ai costruttori, in particolare a quelli che hanno puntato sulle plug-in per abbassare le emissioni medie della gamma, rispettare i limiti ed evitare le multe per lo sforamento: con l’introduzione di nuovi test, infatti, le Case dovrebbero vendere sempre più veicoli 100% elettrici.