Euro 7 – Parigi e Roma guidano la fronda: “Servono standard più severi”

Sugli standard Euro 7 la spaccatura in seno all’Europa non poteva essere più profonda. La Commissione europea ha presentato proposte che molti ritengono irrealizzabili, mentre i Paesi membri, tramite il Consiglio Ue e su pressione di un gruppo di governi “dissidenti”, hanno adottato un orientamento improntato al mantenimento dello status quo (leggasi Euro 6) e all’esclusione di qualsiasi inasprimento delle normative sulle emissioni. Ora manca il Parlamento, che dovrebbe prendere la sua decisione nelle prossime settimane in modo da avviare la fase del cosiddetto “Trilogo”. In questo quadro, è perfino spuntata una petizione per chiedere che i nuovi limiti siano resi estremamente severi e stringenti: paradosso vuole che il documento sia promosso da Parigi e sostenuto da Roma, capitali di due Stati fermamente contrari all’Euro 7. Insomma, un cortocircuito.

Le richieste. La fronda, secondo l’agenzia francese Afp, è guidata dal sindaco parigino Anne Hidalgo ed è sostenuta, oltre che da Roma, anche da Bruxelles, Zagabria, Krievci (Croazia), Bordeaux, Montpellier, Besanon e Lione. I sindaci ritengono che l’orientamento adottato dal Consiglio Ue a fine settembre “rappresenti una regressione e una mancata integrazione degli standard dell’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità, ndr) sulla qualità dell’aria e sulle emissioni dei veicoli a motore: noi, rappresentanti delle grandi città che concentrano il 75% della popolazione europea, non possiamo accettare una simile negazione della democrazia e un tale scandalo. Invece di costringere i costruttori ad allinearsi, l’Europa si prepara ad allinearsi alle loro esigenze e ai loro interessi”. La petizione chiede dunque “standard ambiziosi, in linea con quelli fissati dall’Oms: non inasprire gli standard oggi, ci condannerebbe a subire le emissioni dei veicoli fino al 2050. E sarebbe un nuovo scandalo, su scala europea, per la salute pubblica”.