Eventi – Si è chiusa la due giorni veneziana di MobilityHub On Track

Dal “Dealer che verrà” ad “Addio al Dealer”. Si è conclusa a Venezia la due giorni di MobilityHub On Track, l’evento organizzato da BtheOne e Quattroruote Professional, per indagare come le nuove forme di mobilità vanno a impattare su tutta la filiera automotive. E sui dealer, appunto, in particolare. Un addio ai concessionari classici, “generalisti”, come sottolineato nell’evento di chiusura anche il presidente del Gruppo Koelliker, Marco Saltalamacchia, ma che, ha proseguito il presidente di Federauto Adolfo De Stefani Cosentino, aggiunge al titolo del panel un “benvenuto imprenditore”. Perché “siamo pronti a questo cambio grazie al quale, finalmente, potremmo dedicare più tempo al cliente invece che alle Case, come è successo fino ad oggi”, viosto che “fino ad oggi vendevamo solo auto, ora dobbiamo fare margini sul loro utilizzo. E magari sulle nuove forme di mobilità” ha affermato Nicola Maldarizzi, co-ceo dell’omonimo concessionario pugliese. Case che, con la loro decisione di trasformare i concessionari da mandatari ad agenti – decisione che proprio durante l’evento è stata impugnata dall’associazione europea di rappresentanza Cecra, come scriviamo qui – hanno aleggiato durante tutto l’evento, al quale erano presenti solo due realtà di questo tipo, assolutamente non classiche; ovvero Kia e Koelliker, che più che un costruttore è un importatore/rappresentante, con un forte focus sull’Oriente: prima Corea e Giappone, ora la Cina. Costruttori cinesi che “per noi concessionari possono essere una grande opportunità, anche perché le Case tradizionali hanno preso ‘facili’ decisioni in questo momento storico, che vede più clienti che prodotto, ma che nel 2025 magari si ricrederanno, quando, credo, ritornerà un eccesso di prodotto” ha commentato De Stefani Cosentino, che precisa come “negli anni i dealer sono diminuiti, ma quelli che sono rimasti sono molto resilienti, grazie anche al fatto di curare sempre di più il post vendita e l’usato, che non è più, come si diceva, la tomba del concessionario. E comunque siamo in costante allenamento, perché i cambiamenti ci sono sempre stati: 20 anni sembrava impossibile avere un concessionario che vendeva sia BMW sia Mercedes, oppure case premium e case generaliste”.

Dalla Germania alla Spagna. Dalla Germania alla Spagna si sottolinea il valore dei concessionari per la loro territorialità, anche per la vicinanza alle aziende, ma tutti ritengono imprescindibile il web per farsi conoscere ma, anche, per iniziare a vendere. Magari partendo dai noleggi e dall’usato. “In Germania la presenza dei concessionari sul web è in uno stato avanzato. Ma, ancora, si tratta di fare leads per oltre il 95% dei casi” ha commentato nella sessione di apertura Bernhard Linnenschmidt, direttore generale e membro del board di Emil Frey. Una presenza sul web imprescindibile anche per i concessionari spagnoli, come detto da Manuel Castro direttore di AMDA, la Asociacion Madrilea de Distribuidores de Automoviles, che a Venezia ha annunciato il lancio di una nuova piattaforma di subscription: “l’auto in abbonamento la preferiamo certamente al noleggio a lungo raggio, modalità che non ci fa gestire il cliente. Cliente che” ha sottolineato Castro “in Spagna negozia molto: tanto che siamo il primo paese in Europa per sconti nell’acquisto dei veicoli”. Di valori finanziari, e non solo di sconti, ha parlato anche Alberto Di Tanno, ceo e presidente di Intergea, attaccando i costruttori, “che credono di poter risparmiare con la vendita diretta. Ma si tratta di punti di margini risibili. Senza riuscire poi a ben seguire il cliente”. Parola cliente che è echeggiata più volte tra le pareti dell’Ex terminal delle crociere di Venezia, con spesso davanti un “nostro”, come tuonato anche da Plinio Vanini, presidente del Gruppo Autotorino Spa, i numeri uno in Italia per grandezza: “la cura e la gestione del cliente devono venir pagati. E”il nostro lavoro. Se lo vogliono fare le Case che si accomodino”. Consumatore che deve veramente stare al centro del nuovo sistema complesso che le case, ed altri player, stanno mettendo in piedi per soddisfare le esigenze della nuova mobilità, come raccontato da Nicola Marsala, direttore vendite e mobility solutions di Kia Italia, Gian Paolo Aliani Soderi direttore generale Italia di Mapfre Warranty, e Massimo Treffiletti responsabile del settore assicurativo di Konsumer Italia.

Boom del noleggio, ma Il noleggio a lungo termine in questi anni ha continuato a crescere – malgrado il fisco non le sia molto amico con in primis le aziende ma con, anche, un vero e proprio boom dei privati. Come, dopo anni di lavoro, riesce a testimoniare Unrae, la quale, con il suo direttore generale, l’ingegnere Andrea Cardinali, ha portato in anteprima a MobilityHub On Track i numeri del primo trimestre 2022 di questa particolare forma di acquisizione dei veicoli (analisi che sarà oggetto di un articolo a sé): “Nel primo trimestre 2022 sono stati stipulati 135.113 contratti di noleggio a lungo termine di autovetture (non confrontabili con le immatricolazioni dello stesso periodo), in leggero aumento rispetto ai 132.023 rilevati nel quarto trimestre 2021. L’analisi trimestrale che noi, in collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, analizziamo, indica un incremento, nel passaggio da un trimestre all’altro, di circa il 19% dei contratti destinati a utilizzatori privati, pari a 23.495 unità. La quota dei privati sale in tre mesi dal 15% al 17,4% del totale. Un business, però, che rischia di essere ucciso in culla, visto che dai nuovi incentivi sono escluse le persone giuridiche”. Noleggio ai privati in grande spolvero ribadito anche dai big del settore, come ALD Automotive e Arval, rappresentati a Venezia rispettivamente da Luca Ricci brand manager B2C, ricaricar & lead management e Alessandro Cardoselli, direttore strategic business development & partnership, che hanno anche aggiunto di come “i nuovi piani strategici” di entrambe le società al 2025, “sono pronti alle sfide della nuova mobilità, con nuove soluzioni flessibili. E all’elettrificazione delle flotte”. Flessibilità che è anche stata la parola d’ordine del panel che ha visto convolti Gianni Oliosi, direttore della comunicazione di Sixt Italia, Angelo Salerno, Sales manager Nlt di Noleggiare, e Luca Cantoni fondatore e ceo di Horizon, società questa nata da due dealer, e “con i dealer e per i dealer”,come ci ha tenuto a sottolineare anche il manager ex-gruppo Fca.

Uno sguardo sul futuro. Nella seconda giornata in particolare si sono susseguiti diversi panel sulle opportunità, e i pericoli, delle nuove tecnologie. Anche se nel primo giorno c’è stata la sessione dedicata all’Uam, Urban Air Mobility a dire la verità non gremitissima come, invece, per tutte le altre sale che ha visto però tutti i presenti molto stupiti di un futuro del trasporto che arriverà in brevissimo tempo. E non in un futuro chissà quanto lontano. Come dimostrato da una presentazione fatta dal moderatore Alberto Vita e, soprattutto, dal Coo e direttore generale di Aer Tre Spa Treviso Airport di Save (Aeroporto di Venezia) Corrado Fischer, che ha sottolineato come: “Noi, come tanti altri aeroporti ci stiamo già lavorando da tempo. Anche con partnership, come ad esempio stiamo facendo con gli scali di Bologna, Roma e Nizza per la progettazione dei nuovi vertiporti” ha svelato Fischer, che ha proseguito: “E abbiamo tavoli di lavoro aperti anche con Enac ed Enav per delineare un primo network. Sappiamo che alle Olimpiadi di Parigi nel 2024 verrà inaugurato servizio di questo tipo, che noi vogliamo bissare nel 2026 per Milano-Cortina”. Un futuro che è già oggi sono invece le soluzioni presentate anche da Nicola De Mattia, amministratore delegato di Targa Telematics, e Nicola Mannari, direttore vendite di Lojack, il quale ha partecipato a un panel dov’era presente anche l’amministratore delegato di Autoserenissima Alessandro Calzavara, che ha testimoniato come la telematica possa essere utilissima non solo per il controllo e la difesa dell’asset, ovvero del veicolo, ma anche per gestire al meglio tutta la vita dell’auto e il suo rapporto con il suo possessore e, addirittura “supportare il concessionario nella definizione di efficaci attività di marketing” ha ricordato Mannari. L’ad del colosso tecnologico di Treviso ha invece commentato la survey presentata in, anteprima nella città lagunare, dal partner McKinsey Michele Bertoncello che, sull’acronimo che definisce le auto del futuro, ovvero ACES, ha spiegato che “gli italiani sono inclini alla guida autonoma ma sono preoccupati per la sicurezza e prima vogliono testare queste nuove tecnologie (Autonomous driving). Come quelle per le auto connesse (Connectivity), che piacciono agli italiani, soprattutto con l”aumentare dell’adozione di auto elettriche (Electrification), malgrado la loro preoccupazione per le infrastrutture” spiega il partner, che prosegue: “Infine i nostri connazionali ritengono che l’auto è e debba rimanere centrale per la nuova mobilità, anche se cresceranno sensibilmente gli altri mezzi, che si possono usare facilmente in condivisione. A discapito quindi delle auto private (Smart mobility)”. Auto che conservano i nostri dati e che li mandano anche, per monetizzarli, a società terze. Proprio di questo ha parlato Andrea Amico, ceo e founder di Privacy4cars nell’intervento più dirompente dell’evento, che tanto scalpore e interesse ha sollevato tra i concessionari e i fleet manager presenti.

Le nuove assicurazioni. La nuova mobilità ha bisogno anche di un nuovo approccio assicurativo che passi sempre di più dalla cosa alla persona. Come hanno perfettamente spiegato Andrea Vettore, Head of Commercial di Passway, e José María Cancer Abóitiz, direttore generale di CESVIMAP (Mapfre Open Innovation), un laboratorio che testa appunto tutte le nuove tecnologie a bordo della auto moderne, che abilitano le nuove forme di copertura assicurativa, grazie a grandi investimenti in ricerca e sviluppo.