Fabbrica Italia – Urso: “Trattiamo anche con la Tesla”

Dopo la BYD, spunta la Tesla. E a fare il nome è lo stesso governo, impegnato nelle trattative per attrarre in Italia gli investimenti di un secondo costruttore automobilistico oltre a Stellantis: “Abbiamo avviato da tempo interlocuzioni con produzioni di vari Paesi, non soltanto orientali ma anche occidentali”, ha detto oggi il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, durante un’audizione alla commissione Attività produttive della Camera. Il riferimento è all’azienda di Elon Musk, con la quale i dialoghi “sono stati avviati da mesi”, peraltro ottenendo “riscontri molto positivi”. Urso ha poi aggiunto che “si tratta di un processo ancora in corso, che richiede prudenza.

L’assist dalla Germania. L’intervento del ministro ripropone il tema della produzione di auto in Italia, diventato se possibile ancora più caldo dopo le dichiarazioni di Michael Shu, direttore generale della filiale europea del colosso cinese BYD. Shu ha infatti confermato i contatti con il governo Meloni in merito alla possibilità di realizzare una fabbrica nel Belpaese: uno scenario possibile solo se le vendite delle elettriche cinesi in Europa cresceranno al punto tale da richiedere un secondo stabilimento oltre a quello che la BYD ha già deciso di aprire in Ungheria e che diventerà operativo nel giro di tre anni. Parlando alla commissione Attività produttive della Camera, Urso ha ribadito come l’Italia stia dialogando con più Case e ha fatto intendere che la riapertura dei giochi con la Tesla (l’interesse dell’esecutivo verso gli investimenti di Musk è cosa nota da tempo) sia legata ai recenti problemi riscontrati dal costruttore americano a Berlino, dove ha sede la sua (unica, per il momento) Gigafactory europea. Non a caso, Urso ha ricordato l’opposizione della cittadina di Grünheide, la quale ha “respinto un piano di espansione massiccio dell’impianto Tesla: questo”, ha osservato il ministro, “comporterà certamente una decisione del gruppo”.  

“Stellantis non vada all’estero”. La ricerca di un secondo player nel settore automotive è stimolata anche dalle crescenti preoccupazioni sull’impegno di Stellantis in Italia e sull’effettiva capacità del gruppo guidato da Carlos Tavares di garantire i volumi produttivi necessari a sostenere l’attività della filiera, e quindi l’occupazione. A tal proposito, Urso ha evidenziato la necessità che Stellantis “receda dalla tentazione” di andare all’estero. “Siamo consapevoli che la tutela della componentistica richiede volumi produttivi pari ad almeno un milione di vetture e 300 mila veicoli commerciali leggeri”, ha puntualizzato il ministro. “Per questo è fondamentale lavorare al raggiungimento di un’intesa con Stellantis, puntando a consolidare la loro rete di fornitura nazionale e facendo sì che il gruppo receda dalla tentazione di trasferire produzioni all’estero, come emerge dalla stessa comunicazione che il gruppo ha trasmesso alle aziende della componentistica”.