Fiat Panda – In Giappone con la livrea dei carabinieri

L’auto e la divisa, da sempre un connubio dal grande fascino. Se poi l’auto è italiana e le sue livree sono quelle dei carabinieri, riconoscibili in ogni parte del globo, possiamo parlare di un’icona del Belpaese, tanto che, fuori dai nostri confini, c’è persino chi è ben felice di avere i colori della Benemerita sulla propria vettura. Come alcuni di voi ricorderanno, tempo fa vi avevamo parlato di una Fiat 500C tedesca con una livrea quasi impeccabile dell’Arma, ma poco credibile con la sua carrozzeria scoperta. L’esempio di oggi, invece, arriva addirittura dal Sol Levante, dove Flavio Parisi un friulano che insegna all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo ha immortalato una Fiat Panda molto simile a quelle impiegate dai nostri carabinieri.

Qualche differenza. Le immagini, postate con un tweet che sta ottenendo numerose condivisioni, mettono in mostra qualche piccola differenza tra la vera Panda dell’Arma e quella pizzicata per le strade della capitale giapponese. Innanzitutto il colore: quello della vettura sembra un più chiaro blu metallizzato, chiamato da Fiat blu Mediterraneo, e non il blu-nero (codice 438 e cromie equivalenti) richiesto dai capitolati tecnici dei militari. Il carattere stampatello sulla fiancata, inoltre, ci sembra più grande dell’originale e non inclinato verso destra, mentre la parola Carabinieri manca del tutto sul cofano motore. Ma è il volante a destra a togliere ogni dubbio sull’origine civile (e non militare) del mezzo, poiché si tratta di una Panda prodotta per il Giappone, dove è persino presente un piccolo museo dedicato alla Fiat 500, a conferma dell’amore nipponico per l’auto italiana.

Non provateci. In ogni caso, vi sconsigliamo di allestire una Panda in livrea militare, anche se priva di lampeggianti, per circolare sulle strade italiane: potreste vedervi contestato il reato previsto dall’art. 497 ter del codice penale, cioè il possesso di segni distintivi contraffatti, per il quale si rischia una pena da due a cinque anni di reclusione. quanto capitato lo scorso settembre a una coppia di austriaci, fermata a Tarvisio dai militari dell’Arma perché a bordo di una 156 con le livree della Benemerita, ma senza alcun intento criminale: il guidatore, si è appreso in seguito, è solo un grande appassionato di auto dei carabinieri.