Ford – Due crossover oltre l’Explorer per “scalare” il mercato

Ora, nel mondo Ford, ci sono due Explorer: un fatto inusuale, ma il perché è presto detto. Il nuovo è rappresentato dal modello elettrico appena svelato e dedicato all’Europa, il secondo è quello nordamericano, presente a listino anche in Italia nella specifica versione 3.0 ibrida plug-in da oltre 91.000 euro. Ebbene, da noi l’affiancamento manco ci sarà nei fatti, perché la Bev sbarcherà in concessionaria a inizio 2024, mentre la Phev uscirà di produzione in giugno, anche se il modello continuerà la sua carriera in Nord America, in una sorta di parallelo a distanza con la omonima europea (la quale, nei piani, non è destinata a uscire dal Vecchio continente).

Facciamo ordine. Risolta questa piccola curiosità, l’occasione di vivere la presentazione virtuale della nuova Explorer a corrente insieme ai rappresentanti di Ford Italia, ci ha permesso di marcare il momento storico e di fare il punto della situazione del brand americano e dei suoi programmi futuri. Torniamo per un momento sulla Explorer, la Suv media lunga poco meno di 4,5 metri di lunghezza, realizzata sulla piattaforma Meb del gruppo Volkswagen: ebbene, essa segna un prima e un dopo nel cammino della Ford, non solo dal punto di vista estetico e tecnico. Innanzitutto, questo modello a batteria, dal temperamento solidamente americano, non pare affatto condividere la stessa architettura impiegata dalle cugine tedesche (come l’ID.4), tanto ne è lontana quanto a temi stilistici. Ancora più importante: l’Explorer apre una fase inedita in cui i modelli tradizionali della Casa tenderanno man mano a uscire di scena (la Fiesta tra poco, la Focus nel 2025, ma prima sarà la volta di S-Max, Galaxy e di altre vetture) e per la quale la presenza di auto a corrente sarà sempre più massiccia.

Scelte toste. Lo dimostra il fatto che, almeno in Europa, la filosofia del marchio si sta trasformando rapidamente: la Ford, insomma, smetterà progressivamente di rappresentare una risposta per tutte le esigenze, per diventare una soluzione per solo alcune di esse, grazie all’introduzione di modelli specifici in quei segmenti di mercato che la Casa ritiene più significativi (e remunerativi), e nei quali il brand può fare la differenza grazie al suo Dna. Ne è la dimostrazione, dopo l’introduzione della Mustang Mach-E, proprio l’Explorer: due prodotti entrambi a batteria fortemente caratterizzati, che portano non a caso nomi iconici, molto importanti nella storia della Casa yankee.

Anche due crossover. E questo ci porta ai programmi a breve e medio termine della Ford. Oltre alla Explorer, che sarà lanciata nel gennaio 2024, arriveranno due crossover. Quella sportiva, che nascerà sullo stesso pianale Meb dell’Explorer, nella stessa fabbrica di Colonia, sarà svelata fra qualche mese e sarà in concessionaria poco dopo l’Explorer stessa (quindi, probabilmente, nella primavera 2024). Sarà un’auto completamente diversa dalla prima espressione Meb dell’Ovale blu, più sportiva, anche se altro, al momento, non è dato sapere. L’altra crossover, di cui si sa ancora meno, la vedremo probabilmente nel 2026. Questo è il perimetro dell’accordo con il gruppo Volkswagen, che a oggi non include altri progetti, neppure quello di un’utilitaria a batteria, che auspicherebbero quei clienti che rimarranno a breve orfani della Fiesta.

La gamma futura. Questo nuovo indirizzo porterà, nel giro di pochissimi anni, la Ford ad avere una gamma totalmente diversa e rinnovata rispetto a quella attuale. Dopo aver chiuso (per molti italiani dolorosamente) la storia quasi cinquantennale della Fiesta, il modello entry level diventerà la Puma (la cui versione Bev si vedrà a cavallo dell’estate 2024, con lancio a seguire) Poi, saranno offerte solo auto dal segmento C in su, una fascia un po’ “altina” per chi ha sempre realizzato vetture per molti. Questo, però, sembra un destino comune anche ad altri marchi, possiamo dire ex generalisti. E, dunque, l’offerta futura dell’Ovale prevederà, a grandi linee, la Puma, l’Explorer, le due crossover, la Bronco, la Ranger, la Mustang Mach-E e la Kuga, prevalentemente in versione plug-in.

Bronco, una nicchia. Un’altra curiosità riguarda le previsioni di vendita in Italia della Bronco. Un’icona posizionata in alto (parte da 77.000 euro), della quale la Casa non porterà grandi volumi nel nostro Paese, ma che può catalizzare molto l’attenzione del pubblico sul marchio. Insomma, l’aspettativa della filiale italiana è che il modello faccia il suo lavoro e che riesca a catturare gli appassionati dell’outdoor estremo. Lei che, come rivale diretta, ha nientemeno che la Jeep Wrangler.

 

E l’Euro 7? Nei confronti della prossima frontiera dell’omologazione alle emissioni delle vetture endotermiche/ibride, nell’occhio del ciclone in questo periodo, la Ford ha una visione analoga a quella della maggior parte degli altri costruttori. E, cioè che il passaggio all’Euro 7, così come era stato pensato all’inizio, è inutilmente oneroso per un’industria dell’auto già fortemente impegnata in investimenti ingenti votati alla transizione all’elettrico, per di più in un momento geopolitico e di mercato particolarmente delicato. Una tecnologia, quella dell’Euro 7, che per di più dovrebbe durare pochi anni per via della soglia del 2035, e che per questo andrebbe quantomeno alleggerita nei vincoli. Ma anche se venisse depotenziata, ciò non impedirebbe in ogni caso la scomparsa di molte motorizzazioni endotermiche, la cui conversione risultasse troppo onerosa. Facile, dunque, prevedere da questo punto di vista una riduzione dell’offerta tradizionale. Ma potrebbero salvarsi dalla tagliola le unità a benzina, o comunque quelle per le quali l’adeguamento risulterà meno complesso e costoso.