Ford – Sander: “Berline e station sono finite, nessun futuro elettrico per Fiesta e Focus”
Non abbiamo piani per una Fiesta e una Focus elettriche. Che, in un mondo che corre verso le emissioni zero, è come dire non abbiamo piani, punto. Insomma, il de profundis per due modelli che hanno fatto storia sul nostro mercato e che per tanta gente sono diventati praticamente sinonimi del marchio americano. A recitarlo, in questa intervista esclusiva, è Martin Sander, dal primo giugno general manager della nuova business unit Ford model e in Europa. Una divisione globale, introdotta all’inizio di quest’anno, che ha come obiettivo quello di dare una spinta alla trasformazione del marchio dell’Ovale blu. Sander, che ricopre pure il ruolo di amministratore delegato di Ford-Werke Gmbh in Germania, guiderà la business unit nella realizzazione di veicoli elettrici innovativi e nello sviluppo di software, tecnologie e servizi dedicati ai veicoli connessi. Un’accelerazione verso l’elettrificazione della gamma che si pone non solo l’obiettivo di vendere, entro il 2035, nel Vecchio Continente unicamente veicoli a zero emissioni, ma pure quello di raggiungere, entro la stessa data, la carbon neutrality nella fase produttiva, in quella della logistica e nella rete dei fornitori locali. Sander, in tasca una laurea in ingegneria meccanica, è entrato alla Ford dopo una carriera di 25 anni nel Gruppo Volkswagen, dove ha ricoperto varie posizioni di vertice in Nord America, Regno Unito ed Europa continentale. Di recente, era stato vicepresidente senior delle vendite in Europa all’Audi. Lo abbiamo incontrato nella sede di Ford Italia a Roma. Ecco come intende muoversi nel difficile mercato del Vecchio continente.
Le Case cinesi stanno arrivando sempre più in Europa con i loro prodotti elettrici. Come li valuta?
Noi prendiamo tutti i competitor molto seriamente, cerchiamo di capire le loro strategie, conosciamo bene i loro prodotti. Molti brand cinesi sono già sul mercato e altri arriveranno nei prossimi mesi: sul lato prodotto, non ho visto alcun loro modello che ci possa davvero impensierire, in rapporto con quello che offriamo in gamma. Abbiamo la Mustang Mach-E, un’auto dalle performance molto elevate, ma anche una importante esperienza nel campo della ricarica e del digitale. Sono molto fiducioso che per noi non ci siano ragioni di preoccuparsi.
Dopo la Mustang Mach-E e la presentazione del nuovo modello di volumi l’anno prossimo, quale sarà la vostra road map verso l’elettrico puro?
Abbiamo cinque modelli full electric da lanciare nei prossimi 18 mesi. Penso che sia il più grande programma di lancio di nuovi prodotti che la Casa abbia mai affrontato in un periodo così breve.
Copriranno ogni segmento dal C a quelli più elevati?
Anche sotto al segmento C, in realtà, grazie alla Puma Bev, che, al momento, è il modello più venduto nel suo segmento tra i privati. Credo che la variante elettrica di un modello di tale successo potrebbe a sua volta realizzare un grande risultato. Il suo arrivo nel 2024? La data potrebbe non essere sbagliata.
Nella vostra strategia userete la piattaforma Meb del gruppo Volkswagen, ma avrete anche una vostra architettura. Che differenza vedremo nelle due linee di modelli?
Saranno per forza differenti. Avremo veicoli basati sulla nostra piattaforma e altri su quella della Volkswagen. Ma la collaborazione con Wolfsburg va oltre quella relativa alla piattaforma Meb per le vetture, perché include la nostra produzione di veicoli commerciali medi e di pick-up per la Volkswagen, un rapporto che è di lunga durata. Tutti i segmenti che copriamo in Nordamerica, Europa e Cina, dal B con la Fiesta a quello più grande dei pickup in America, rendono la nostra offerta globale enormemente diversificata. Questo è notevole, anche convertire una gamma simile al settore elettrificato è un’impresa enorme, che non si può fare nello stesso momento. E questo spiega perché l’utilizzo della piattaforma Meb rappresenta per noi una grande opportunità in Europa, perché ci consente di lanciare in tempi brevi prodotti molto competitivi che avrebbero invece richiesto anni.
Il primo modello futuro full electric sarà su base Meb?
Intanto, abbiamo già la Mustang Mach-E e la F-150 Lightning. Due Bev cento per cento Ford. Il prossimo sarà basato sulla piattaforma Meb, ma state tranquilli che sarà una vera Ford. Come sarà? Sarà una crossover di taglia media, di segmento C.
Quali sono i vostri piani rispetto a due modelli tradizionali molto amati come la Fiesta e la Focus?
Non abbiamo piani per la Fiesta e la Focus elettriche. La prima sta andando ancora molto bene, la seconda pensiamo di continuare a produrla fino al 2025, ma non abbiamo il progetto di realizzare versioni elettriche di questi due modelli. Abbiamo altre vetture attraenti da proporre ai clienti, ma sono prodotti e concept differenti.
Quindi, alla fine del ciclo di queste due vetture possiamo dire che il format della berlina compatta e della station saranno alla fine del loro percorso?
Sì, non abbiamo in programma di realizzare un’altra Segmento B, che faccia da successore alla attuale Fiesta. Credo che la Puma sia un gran prodotto, in versione a combustione e nella futura versione Bev: un’auto molto attraente per i consumatori. Del resto, il mercato sta cambiando e i giorni delle berline e delle station sono finiti: il loro peso commerciale, infatti, si è ridotto di anno in anno. Così abbiamo preso la decisione di offrire formati differenti, design diversi: insomma, bisogna fare le auto che i clienti vogliono e non restare ancorati a concetti del passato.
Non crede che con la diffusione delle vetture elettriche potrebbe cambiare la vostra politica commerciale, viste le differenze fra il Nord è il Sud dell’Europa?
No, perché noi oggi vediamo le diverse velocità di sviluppo delle due regioni: la Norvegia, per esempio, è vicina all’80% di penetrazione dei modelli Bev, anche grazie al successo della Mustang Mach-E. Invece, al momento in Italia siete fermi al 3% del mercato. vero, c’è ancora una grande differenza tra Nord e Sud Europa quando si parla di auto elettriche, ma noi vediamo un grande sviluppo nel Regno Unito, in Germania, è più forte del previsto in Francia e Belgio. Ecco perché siamo profondamente convinti che anche il Sud Europa seguirà, perché entro il 2035 i veicoli nuovi a combustione saranno vietati e nel frattempo ci saranno sempre più nuove Bev. Se tu credi nel cambiamento, succederà. E noi crediamo fermamente che la nostra strategia funzionerà anche nell’Europa meridionale.
Se, come pare, i prezzi delle auto future cresceranno, la Ford punterà sempre di più sulle soluzioni di leasing e noleggio, al posto del classico acquisto della vettura?
L’affitto e il noleggio costituiscono oggi una parte molto importante del nostro business. Penso che la cooperazione con Ford credit proponga soluzioni competitive per i clienti. Molti di loro richiedono infatti prodotti di noleggio e di finanziamento, e in Italia abbiamo un buon riscontro relativo a questi servizi.
Considerate sempre l’ibrido plug-in come una soluzione ponte verso l’elettrico?
Sì, è una tecnologia ponte, e lo dimostra il successo della Kuga con questo powertrain. Che funziona, insomma, ma si è rivelata pure una tecnologia molto complessa e costosa da produrre. E per l’esperienza che ho, nei paesi in cui cresce l’elettrico, calano di conseguenza le vendite delle plug-in. una questione di prospettive, che hanno un tempo limite.
Quali sono i vostri piani per i siti industriali di Colonia, Saarlouis e Valencia?
A Colonia abbiamo investito due miliardi dollari, facendone il centro europeo elettrico per le batterie. E realizzeremo due modelli Bev da lanciare nel 2024. Abbiamo inoltre annunciato di voler esplorare l’opportunità di portare piattaforme americane da assemblare a Valencia. Non è ancora confermato, ma ci stiamo pensando. Per quanto riguarda invece Saarlouis, stiamo lavorando con i sindacati e il governo locale per trovare delle opportunità e piani per dopo il 2025, quando la produzione della Focus cesserà. Per ora non ci sono piani relativi alla possibile produzione di modelli elettrici a Saarlouis.