Hyundai Kona N – Un po’ Suv, molto hot hatch

Duecentottanta cavalli, 0-100 in 5 secondi e mezzo, 240 km/h di punta: numeri fuori dall’ordinario, specialmente se si pensa che a renderli possibili è una piccola Suv (o crossover, se preferite). La Hyundai Kona N si riallaccia al concetto delle hot hatch, le compatte sportive che scaldavano il cuore negli anni 80 e 90, portandolo all’oggi. Un vero e proprio mezzo da sparo, creato dagli stessi tecnici (quelli della divisione N, il braccio armato della casa) che hanno reso possibili macchine come la i30 N e la i20 N, giusto per dirne due. Automobili che, proprio come questa Kona, nascono con l’intento di farvi divertire anche mentre andate a far la spesa. Tanto da creare una vera e propria comunità di affezionati proprietari: in Germania, per darvi un’idea, quando due Hyundai N s’incrociano, scatta il lampeggio fraterno.

Aiutini da corsa. Tutto, sulla Kona N, è pensato per divertire. Qualche esempio? Il sound rauco e baritonale del doppio scarico che, nelle modalità di guida più spinte, scoppietta deciso in rilascio, grazie alla disattivazione ad hoc di due dei quattro cilindri. Ma ci sono anche dispositivi quali l’N Grin Shift: premendo il relativo pulsante rosso sul volante si riceve un (ben avvertibile) extraboost di spinta. Come è possibile? Il sistema modifica la legge di risposta del pedale dell’acceleratore, lavora sulla pressione di sovralimentazione e sulle logiche di cambiata del doppia frizione a otto rapporti. Una volta usato l’aiutino, occorre attendere circa 40 secondi per poterlo sfruttare di nuovo. Ancora: la modalità N, la più hot, prevede altri due step customizzabili. Si possono così personalizzare motore, sterzo, rigidezza delle sospensioni, taratura del differenziale autobloccante a controllo elettronico e velocità di risposta del cambio a doppia frizione.

Tanta ciccia. Comunque, non si tratta soltanto di gingilli elettronici. Le sospensioni anteriori sono a schema MacPherson come sulle altre Kona, ma sulla N hanno elementi specifici. Così come le posteriori, di tipo Multilink. I cerchi forgiati da 19 consentono di risparmiare qualche chilogrammo prezioso, in termini di masse non sospese. Il 2 litri turbobenzina è quello della i30 N, con 280 CV e 392 Nm di coppia; anche se il cambio manuale non è disponibile, v’assicuro che il doppia frizione sa regalare il brividino che serve nella guida veloce.  come se questa Kona avesse due facce: quella tranquilla, modalità Comfort inserita e guida da posato padre di famiglia, con l’assetto che s’ammorbidisce un filo e lo scarico un po’ più educato, e la N, quella da hooligan, in cui scalpita come un tifoso inglese che ha alzato troppo il gomito. Inutile dirvi che, non appena compare all’orizzonte una curva, quest’ultima diventa la modalità preferita: chi ama il genere, avrà pane per i suoi denti. Mi piace sentire il differenziale a controllo elettronico che tira dentro le curve, anche se qualche reazione allo sterzo arriva (e infastidisce un po’).

Schermi a profusione. Se da fuori la cura ormonale si percepisce al primo sguardo, grazie a protuberanze aerodinamiche di varia natura guardate l’ala posteriore che ingloba la terza luce stop, per averne contezza l’abitacolo è un po’ più serioso. Pochi, ma buoni, i dettagli specifici. I sedili, per dire, sono contenitivi ma non scomodi, mentre sul volantino sagomato a tre razze spiccano i pulsanti (azzurri) per le modalità N e (rosso) per l’extra boost. Bello poter contare su due generosi schermi, da 10,25 pollici l’uno, dedicati a strumentazione e sistema infotainment. Della partita pure un display head-up, che dispone di una schermata specifica riservata ai driving modes più sportivi.

42.500, tutto compreso. In barba all’elettrificazione che qui, semplicemente, non trova spazio – la Hyundai Kona N strizza l’occhio agli irriducibili delle hot hatch, offrendo loro un’alternativa reale a una nicchia, quella delle GTI e delle R (come la Volkswagen T-Roc, 300 cavalli e trazione integrale, unica concorrente diretta della coreana), che ormai sopravvive a fatica. Intendendola così, come un manifesto di un genere che sta scomparendo, i 42.500 euro necessari per mettersela in garage non sembrano nemmeno così eccessivi. Specie se si considera che la dotazione è completissima: unico optional, la vernice metalizzata.