Il nuovo decreto Covid – Green pass o no? Ecco cosa cambia per gli automobilisti

Con il decreto firmato venerdì mattina dal premier Draghi sappiamo ora esattamente in quali locali non sarà necessario esibire alcun tipo di green pass dal prossimo 1 febbraio e quando scatterà l’obbligo generalizzato della certificazione verde di base: tutto questo avrà delle conseguenze anche per alcuni settori d’interesse per gli automobilisti. Scopriamo, allora, quali novità li attendono. 

Carburante. Nell’allegato A al nuovo Dpcm, che completa le disposizioni previste dal decreto legge n. 1 dello scorso 7 gennaio, è menzionato il commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati tra le attività essenziali. Le pompe di benzina e i distributori di Gpl e metano per auto sono, quindi, liberamente accessibili senza green pass. In assenza d’indicazione contraria, la norma lascerebbe peraltro presuppore la possibilità per i soggetti privi di certificato verde di pagare il carburante erogato anche all’interno di un locale al chiuso, come avviene spesso nei distributori self-service con pagamento alla cassa successivo all’erogazione del carburante.

Le aree di servizio. In via generale, non è necessaria la certificazione verde nemmeno per accedere alle attività di commercio al dettaglio in esercizi specializzati e non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande [], escluso in ogni caso il consumo sul posto. Chi è privo di green pass potrà quindi accedere ai locali dei vari minimarket di superstrade e autostrade, ma non potrà usufruire al loro interno dei servizi di caffetteria e ristorazione.  

Negli showroom. Chi desidera invece visitare una concessionaria, magari per semplice curiosità o per uno specifico preventivo, dovrà al contrario munirsi di certificazione verde di base. Se non è vaccinato o non è in regola con i richiami, quindi, si dovrà sottoporre a un test antigenico rapido o molecolare, non oltre, rispettivamente, le 48 o le 72 ore antecedenti: come prevedibile, il nuovo Dpcm non annovera la vendita di auto tra le attività essenziali, esentate dalla certificazione.  

I ricambisti. Anche per accedere alle attività di vendita di autoricambi sarà necessario esibire il green pass di base. Chi ne è privo ripiegherà probabilmente sulle piattaforme di vendita online o acquisterà il prodotto desiderato in un supermercato. In realtà, quest’ultima ipotesi non sarebbe consentita, poiché il Dpcm parla di accesso a tali locali solo per esigenze alimentari e di prima necessità, ma è difficile immaginare controlli efficaci al proposito.

Il pagamento del bollo. Come già previsto dal d.l. del 7 gennaio non sarà possibile accedere alle banche e agli uffici postali se non muniti di certificazione verde di base e l’ultimo Dpcm, tra le attività commerciali esentate da tale onere per i propri clienti, non annovera le tabaccherie. Per questo, l’automobilista non in regola con la vaccinazione che vorrà pagare il bollo auto o le multe in tali locali dovrà in precedenza sottoporsi a un test antigenico rapido o molecolare.

Pratiche auto. Lo stesso vale per chi vorrà usufruire dei servizi delle agenzie di pratiche auto, tra cui lo stesso pagamento del bollo, come conferma Giuseppe Guarino, segretario nazionale Studi di consulenza automobilistica dell’Unasca. Del resto, se il decreto legge del 7 gennaio impone la certificazione verde per accedere agli uffici pubblici, quindi anche ai locali della Motorizzazione Civile, le agenzie di pratiche auto, che offrono gli stessi servizi, verificheranno il green pass dei clienti, ha spiegato il segretario.      

L’incognita delle assicurazioni. Dubbi, infine, permangono in merito alla possibilità di accedere alle agenzie di assicurazione, magari per sottoscrivere o rinnovare una polizza Rc auto, senza disporre della certificazione verde: non essendo la categoria esplicitamente richiamata dal decreto legge, sembrerebbe che tali locali potranno essere accessibili anche a coloro che risulteranno sprovvisti del green pass. Per eliminare ogni incertezza, Claudio Demozzi, presidente del Sindacato nazionale degli agenti di assicurazione (Sna), ha chiesto chiarimenti agli enti competenza, cioè al ministero della Salute e a quello dello Sviluppo economico. Finora, però, nessuna risposta è ancora arrivata.