Incentivi 2022 – Elettriche, ibride, termiche: ecco tutti i modelli che possono accedere ai bonus
Ci sono volute quasi sette settimane ma alla fine i quattro ministri competenti – Sviluppo economico, Economia e finanze, Transizione ecologica e Infrastrutture e mobilità sostenibili – hanno trovato l’accordo sugli incentivi. Il Dpcm che li disciplina è stato finalmente firmato dal presidente del consiglio Mario Draghi ma entrerà in vigore solo il giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, cosa che potrebbe richiedere ancora diversi giorni (prima è necessaria la registrazione del decreto alla Corte dei Conti, passaggio che dovrebbe impegnare un paio di settimane). Rispetto alle bozze circolate nelle ultime ore, però, vi sono diverse novità. A partire dai contributi, che, a seconda delle situazioni, vanno da un minimo di 2 mila a un massimo di 5 mila euro invece dei 6 mila attesi. E con i fondi destinati alle autovetture, che sono stati tagliati a 615 milioni. Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede il provvedimento.
Solo 615 milioni all’auto. In primo luogo il decreto disciplina solo il triennio 2022-2024 (e non l’intero orizzonte 2022-2030) destinando agli incentivi 650 milioni di euro all’anno invece dei 700 ipotizzati fino a ieri. Gli altri 50 milioni già stanziati dal governo per il 2022 e i 350 milioni per gli anni 2023 e 2024 andranno a sostenere, invece, l’industria dell’auto, in particolare quella della componentistica, impegnata in una difficile transizione tecnologica. Non solo. Di questi 650 milioni, solo 615 sono per le autovetture. Il governo ha infatti deciso di destinare 35 milioni ogni anno (variamente modulati) per sostenere l’acquisto di ciclomotori, motocicli e veicoli commerciali.
Alle vetture termiche vanno appena 170 milioni. Il decreto conferma la divisione delle risorse in tre diversi fondi sulla base delle emissioni di anidride carbonica (CO2) delle auto:
– alla fascia 0-20 g/km, ossia alle auto elettriche, sono destinati 220 milioni nel 2022, 230 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024;
– alla fascia 21-60 – ibride plug-in – 225 milioni nel 2022, 235 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024;
– alle auto della fascia 61-135 (che comprende vetture con motore ibrido ma anche con motore termico a benzina e a gasolio) vanno appena 170 milioni nel 2022, 150 milioni nel 2023 e 120 milioni nel 2024.
Insomma, fondi a crescere nell’arco del triennio per elettriche e plug-in e a scalare per le termiche.
Sulle auto contributi da 2 mila a 5 mila euro. Per quanto riguarda i singoli contributi statali, limitatamente alle auto il decreto prevede 3 mila euro per l’acquisto di un’auto della fascia 0-20 g/km, a cui si aggiungeranno 2 mila euro in caso di rottamazione. Per incentivare l’acquisto di macchine della fascia 21-60 g/km, invece, saranno disponibili 2 mila euro più altri 2 mila con la demolizione. Per le auto con motore termico, invece, il contributo arriverà solo con la rottamazione di una vecchia auto fino a Euro 5. E sarà pari ad appena 2 mila euro.
C’è un tetto al prezzo di listino. Come nelle precedenti tornate, non tutte le auto che rientrano nelle diverse fasce di emissioni potranno accedere al contributo. Anche per gli incentivi 2022, infatti, il governo ha introdotto un limite massimo del prezzo di listino accessori compresi ma Iva, Ipt e messa su strada escluse: 35 mila euro per le auto delle fasce 0-20 e 61-135 e 45 mila euro, sempre accessori compresi ma escluse Iva, Ipt e messa su strada, per la fascia 21-60 g/km.
Rottamazione di auto fino a Euro 4. Un’altra novità riguarda la stretta sulla rottamazione, obbligatoria se si intende acquistare una macchina con motore termico (61-135 g/km) ma facoltativa nelle altre due situazioni. La novità dell’ultim’ora è che il veicolo consegnato per la rottamazione deve essere di classe inferiore a Euro 5 (quindi Euro 0, 1, 2, 3 o 4) e non inferiore a Euro 6 come era stato ipotizzato inzialmente. In ogni caso il veicolo da avviare alla demolizione dev’essere intestato da almeno 12 mesi all’intestatario di quello nuovo o a uno dei familiari conviventi alla data di acquisto risultante da stato di famiglia.
Solo persone fisiche – anche in leasing – e società di car sharing. Al contrario delle precedenti tornate di incentivi, il contributo dello Stato è riservato alle persone fisiche. Le auto, dunque, potranno essere intestate a codici fiscali ma non a partite Iva. C’è una sola eccezione a questa regola: l’auto – ma solo se appartiene alle fasce 0-20 e 21-60 g/km – potrà essere intestata a un’azienda a condizione che venga impiegata in attività commerciale di car sharing. Con un ulteriore vincolo: il mantenimento in flotta per almeno 24 mesi. Non solo. Alle auto in car sharing è destinata solo una piccola parte delle risorse: il 5% dei fondi stanziati nelle fasce 0-20 e 21-60 g/km, quindi 12,5 + 12,5 milioni. Per quanto riguarda le persone fisiche, invece, il contributo sarà riconosciuto anche se l’acquisto sarà effettuato ricorrendo allo strumento del leasing finanziario. Per le persone fisiche, infine, c’è un ulteriore vincolo rispetto al recente passato: l’obbligo di mantenere la proprietà per almeno 12 mesi.
Fondi anche per le due ruote e i veicoli commerciali. Come accennato all’inizio, il governo ha deciso di destinare una parte dei fondi anche alle due ruote e, altra novità dell’ultim’ora, ai veicoli commerciali elettrici, ma, in quest’ultima situazione, solo con rottamazione. In particolare, 15 milioni di euro all’anno finiranno ai ciclomotori e ai motocicli elettrici e ibridi, mentre a quelli termici andranno 10 milioni nel 2022, 5 nel 2023 e 5 nel 2024. Infine, ai veicoli commerciali elettrici sono destinati 10 milioni nel 2022, 15 nel 2023 e 20 nel 2024.
Per moto e motorini bonus compresi tra 2.500 e 4 mila euro. Per l’acquisto di ciclomotori e motocicli elettrici e ibridi (categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7) è previsto un contributo del 30% del prezzo di acquisto fino a un massimo 3 mila euro e del 40% fino a 4 mila mila euro se si rottama una moto di classe compresa tra Euro 0 ed Euro 3. Per i ciclomotori e motocicli con motore termico (categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7) è invece previsto, a fronte di uno sconto del venditore del 5%, un contributo del 40% del prezzo d’acquisto fino a 2.500 euro, ma solo con rottamazione.
Fino a 14 mila euro per i veicoli commerciali elettrici ma solo con rottamazione. In favore di piccole e medie imprese, comprese le persone giuridiche, esercenti attività di trasporto di cose in conto proprio o in conto terzi sono destinati contributi all’acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 e N2 ad alimentazione esclusivamente elettrica. L’incentivo è concesso con la contestuale rottamazione di un veicolo omologato in una classe inferiore a Euro 4, ossia Euro 0, 1, 2 e 3 ed è così modulato: 4 mila euro per i veicoli N1 fino a 1,5 tonnellate, 6 mila per gli N1 superiori a 1,5 tonnellate e fino a 3,49 tonnellate, 12 mila per gli N2 da 3,5 a 7 tonnellate, 14 mila per i veicoli N2 da 7 a 12 tonnellate.
Si partirà con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. I contributi saranno disponibili per tutti gli acquisti effettuati dalla data di entrata in vigore del decreto – che salvo diversa disposizione dovrebbe avvenire il giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, data che non è attualmente prevedibile – fino al 31 dicembre 2022. Potrebbe slittare di qualche altro giorno, invece, la possibilità di prenotazione dei bonus, che sarà possibile solo quando la specifica piattaforma informatica per la gestione dei contributi sarà messa a disposizione dei venditori. Insomma, non si può escludere che la prenotazione dei bonus sia materialmente possibile solo tra la fine di aprile e l’inizio di maggio. Per i prossimi anni, invece, potranno accedere al contributo gli acquisti effettuati tra l’1 gennaio e il 31 dicembre. Come nelle tornate precedenti, l’iniziativa si interromperà prima della scadenza nel caso in cui i fondi dovessero esaurirsi.
C’è la possibilità di rimodulare i fondi
Infine, il provvedimento apre alla possibilità di rimodulare i fondi “in ragione dell’andamento del mercato e dell’evoluzione tecnologica”, come si legge nella bozza in possesso di Quattroruote. In pratica, il ministro dello Sviluppo economico potrà proporre di spostare risorse da un fondo non particolarmente richiesto a un altro in via di esaurimento o addirittura precocemente esaurito – per esempio dal fondo 0-20 a quello 61-135 – nel caso in cui si ritenesse utile continuare a sostenere l’acquisto di un determinato tipo di auto. Anche in questo caso, l’operazione potrà avvenire con Dpcm su proposta del ministro dello Sviluppo Econ9omico e con l’accordo dei quattro ministri.