Incentivi 2022 – La nostra guida ai contributi e tutti i modelli col bonus

Ci sono volute sette settimane per mettere nero su bianco il decreto del governo e poi altre sette per pubblicarlo sulla Gazzetta Ufficiale. Adesso, però, ci siamo: l’operazione “incentivi 2022” è ufficialmente partita. Una mezza partenza, in realtà, visto che le concessionarie non possono ancora prenotare materialmente i contributi statali che, lo ricordiamo, vanno da un minimo di 2 mila a un massimo di 5 mila euro. La specifica piattaforma informatica del ministero dello Sviluppo economico, infatti, sarà operativa solo il prossimo 25 maggio, il temuto click-day in cui le concessionarie inseriranno tutti i contratti che si saranno accumulati sulle scrivanie dei venditori a partire da oggi.

Falsa partenza. Insomma, siamo di fronte a un parto complicatissimo, che ha disorientato oltremisura operatori e consumatori. E che rende necessario spiegare nel dettaglio tutti i contenuti del provvedimento, compresi gli elenchi – modello per modello, versione per versione – che possono ottenere il contributo statale. Insomma, tutto quello che bisogna sapere e che solo Quattroruote può dirvi. Con l’avvertenza che solo nei prossimi giorni, con la pubblicazione delle Faq sullo specifico sito del ministero dello Sviluppo economico o con una specifica circolare dello stesso Mise saranno chiariti alcuni aspetti operativi del provvedimento sui quali vi sono ancora dubbi. Per esempio, sulle modalità applicative dell’obbligo del mantenimento della proprietà (per 12 mesi per i privati e di 24 mesi per le imprese del car sharing) e sul prezzo a cui fare riferimento per i bonus destinati a ciclomotori e moticicli. Ciò premesso, vediamo i dettagli del provvedimento.

Le auto che possono essere acquistate con l’incentivo
Non tutte le auto di categoria M1 (ossia fino a 3,5 tonnellate e fino a 9 posti compreso il conducente) attualmente a listino possono essere acquistate con l’incentivo, solo quelle che hanno emissioni di anidride carbonica (CO2) fino a 135 g/km. Non solo. Per limitare il numero di vetture “incentivate”, il governo ha stabilito che solo quelle fino a un determinato prezzo di listino possano ottenere il contributo sulla base del seguente schema:

– 0-20 g/km di CO2: 35 mila euro + Iva (42.700 euro Iva compresa)

– 21-60 g/km di CO2: 45 mila euro + Iva (54.900 euro Iva compresa)

– 61-135 g/km di CO2: 35 mila euro + Iva (42.700 euro Iva compresa)

Attenzione: questi limiti di prezzo comprendono eventuali accessori a pagamento ma non l’Ipt, l’Imposta provinciale di trascrizione. I modelli/versioni che hanno accesso all’incentivo sono evidenziati sul listino pubblicato da Quattroruote.

Non sempre la rottamazione è obbligatoria
La demolizione di una vecchia auto è obbligatoria solo se si vuole acquistare una macchina ibrida o termica con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km. Per chi, invece, intende comprare vetture elettriche (0-20 g/km) e ibride plug-in (21-60 g/km), la rottamazione non è necessaria. In queste due situazioni, però, chi ha un’auto da rottamare può ottenere 2 mila euro in più. Attenzione: la legge ammette alla rottamazione solo le auto di classe inferiore a Euro 5, quindi Euro 0, 1, 2, 3 e 4. Inoltre, la macchina da rottamare dev’essere intestata da almeno 12 mesi alla persona fisica che acquista quella nuova o a un suo familiare convivente. La classe ambientale di tutte le vetture in circolazione può essere verificata sul portale dell’automobilista, il sito web del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, nella sezione servizi online alla pagina verifica classe ambientale veicolo.

I bonus situazione per situazione
Come accennato, l’ammontare del contributo statale dipende dalle emissioni di anidride carbonica e dalla presenza di un’auto da rottamare sulla base del seguente schema.

Senza rottamazione
– 0-20 g/km CO2: 3 mila euro
– 21-60 g/km: 2 mila euro
– 61-135 g/km: 0 euro

Con rottamazione
– 0-20 g/km: 5 mila euro
– 21-60 g/km: 4 mila euro
– 61-135 g/km: 2 mila euro

L’inziativa è a termine
L’iniziativa terminerà ufficialmente il 31 dicembre (data ultima per firmare il contratto d’acquisto e prenotare il bonus). Tuttavia, si interromperà prima di questa data se i fondi stanziati su ogni specifico gruppo dovessero terminare in anticipo. Il governo, infatti, ha destinato a questa operazione 220 milioni di euro per le auto della fascia 0-20 g/km, 225 milioni per quelle del gruppo 21-60 g/km e 170 milioni per termiche e ibride della fascia 61-135 g/km. Nel caso in cui lo ritenesse opportuno, il governo potrà, con un nuovo Dpcm, spostare risorse da un fondo non particolarmente utilizzato a un altro. Non è però scontato che ciò avverrà. Invece, per prevedere fondi aggiuntivi rispetto ai 615 milioni stanziati per il 2022 servirà una specifica legge. Ed è estremamente improbabile che il governo decida di intervenire in questo senso.

Il monitoraggio dei fondi è in tempo reale
Non appena la piattaforma informatica sarà operativa – cosa che avverrà, salvo sorprese, solo il prossimo 25 maggio – la disponibilità di fondi potrà essere monitorata in tempo reale sul sito del ministero dello Sviluppo economico. I dealer potranno prenotare il contributo solo fino a quando i fondi risulteranno disponibili. Quando la dotazione finirà, il sistema bloccherà le successive prenotazioni.

Ci sono “solo” 180 giorni per immatricolare la nuova auto
La vettura acquistata con gli incentivi deve essere immatricolata entro 180 giorni dalla prenotazione del contributo sulla piattaforma informatica del ministero dello Sviluppo economico. Le Case, tuttavia, hanno chiesto al governo di allungare questo termine a causa dei tempi di consegna dei veicoli ordinati, non sempre, soprattutto per le auto della fascia 21-60 g/km, inferiori a 180 giorni.

Chi può accedere all’incentivo
L’operazione è riservata alle persone fisiche (e in piccola parte – limitatamente alle auto elettriche e plug-in – alle società che operano nel car sharing pubblico). Sono dunque escluse le aziende ma non i liberi professionisti, a condizione che la vettura sia intestata alla persona fisica e non alla partita Iva.

Come si può acquistare l’auto
La legge non disciplina – dunque non vieta e non ammette esplicitamente – le modalità di pagamento della vettura. Pertanto, la macchina può essere acquistata in contanti o con un finanziamento. Oppure in leasing finanziario, formula esplicitamente ammessa dalla legge. Ma non con la formula del noleggio a lungo termine. Nell’Nlt, infatti, la vettura è intestata alla società di noleggio che – per un tempo predeterminato e per una percorrenza prestabilita – la concede in uso al proprio cliente in cambio di un canone fisso mensile. Dato che dagli incentivi sono escluse le imprese, ne consegue che ne sono esclusi anche i privati intenzionati ad acquisire la vettura con la formula del noleggio a lungo termine da un’impresa specializzata nel noleggio.

Di seguito le nostre Faq per chiarire ogni ulteriore dubbio

Le chilometri zero possono prendere l’incentivo?
No. Le chilometri zero, pur non avendo mai circolato, sono auto già immatricolate. Non solo. Oltre a non essere più nuove dal punto di vista amministrativo, sono intestate alle concessionarie o alle Case, a cui è impedito l’accesso al bonus statale.

L’incentivo vale anche per le versioni autocarro delle vetture?
Per i veicoli di categoria N1 ad alimentazione esclusivamente elettrica sono stati previsti contributi specifici: 4 mila euro per quelli fino a 1,5 tonnellate e 6 mila euro per quelli fino a 3,5 tonnellate. Per gli autocarri elettrici più pesanti, gli N2, ci sono contributi che vanno da 12 mila euro (fino a 7 tonnellate) a 14 mila euro (sopra 7 tonnellate e fino a 14 tonnellate). Ogni altro veicolo N1 è escluso dagli incentivi.

Chi mi garantisce, alla firma del contratto, che avrò l’incentivo?
In genere i contributi sono prenotati sulla piattaforma informatica del ministero dello Sviluppo economico dal personale che lavora nell’amministrazione della concessionaria, non dal singolo venditore al momento della firma del contratto. Può dunque accadere che tra questo momento e l’effettiva prenotazione i fondi si esauriscano e, quindi, non si possano più ottenere. Per questo motivo è bene subordinare il perfezionamento del contratto d’acquisto all’effettiva prenotazione del contributo prevedendo l’apposizione su di esso del codice di prenotazione.

Chi mi garantisce che l’auto che sto acquistando rientra nei limiti di emissioni che danno accesso all’incentivo?
In caso di allestimenti standard il problema non si pone perché il dato in possesso del venditore è quello di omologazione ed è noto a priori a tutti. Nel caso in cui, invece, si inseriscano nel preventivo accessori a richiesta che hanno un impatto diretto sui consumi – come cerchi di dimensioni diverse e cambio automatico – le emissioni del singolo esemplare, che sono direttamente proporzionali ai consumi di carburante, possono aumentare e far perdere, in alcune situazioni limite, il contributo. Queste informazioni, tuttavia, sono contenute nelle circolari delle Case, di cui ogni venditore è in possesso e che è tenuto di volta in volta a controllare. Insomma, il venditore deve verificare attentamente, prima di sottoporre il contratto alla firma del cliente, che la personalizzazione non impatti sulle emissioni. In ogni caso è bene far inserire nel contratto una specifica clausola che subordini l’acquisto all’effettiva erogazione dell’incentivo statale.

Qualche settimana fa ho firmato un contratto d’acquisto per un’auto che sarà consegnata a luglio. C’è un modo per ottenere l’incentivo?
Sì. Nulla vieta alle parti di stracciare un contratto, che non è un atto pubblico registrato, e di firmarne uno nuovo per lo stesso veicolo. A condizione, ovviamente, che l’auto non sia ancora immatricolata. Quindi, se la concessionaria è d’accordo (e non è detto che lo sia, per esempio perché l’annullamento di un contratto firmato potrebbe impattare negativamente su eventuali “obiettivi” di vendite raggiunti in quel mese non più modificabili ex post) è possibile farlo. Ovviamente il nuovo contratto non potrà che essere stipulato alle condizioni (prezzo di listino, sconto, tassi d’interesse dell’eventuale finanziamento eccetera) esistenti al momento della “nuova” firma.

Posso dare in permuta un’auto non rottamabile, per esempio Euro 5, e ottenere comunque l’incentivo?
Sì. La rottamazione di una vettura fino a Euro 4 è obbligatoria solo per acquistare con l’incentivo statale auto con emissioni di anidride carbonica comprese tra 61 e 135 g/km. Nelle altre due fasce (0-20 e 21-60 g/km) la rottamazione non è obbligatoria e quindi il dealer può accettare un’auto in permuta e aggiungere la sua valutazione all’incentivo statale (e all’eventuale sconto) e detrarre questa somma dal prezzo di listino. evidente che laddove il valore dell’auto rottamabile, considerando le minime spese di gestione dell’usato, fosse superiore ai 2 mila euro del contributo statale, converrebbe rinunciare all’incentivo e optare per la permuta (ammesso, ovviamente, che la concessionaria offra questa opzione. In tutte le situazioni, anche nella fascia 61-135 g/km.

Posso dare in permuta un’auto rottamabile che vale più dei 2 mila euro del bonus statale e prendere comunque l’incentivo?
Sì, ma solo se si acquista una macchina con emissioni di anidride carbonica fino a 20 g/Km oppure nella fascia 21-60 g/km, le uniche due situazioni in cui la rottamazione non è obbligatoria.

L’incentivo si può ottenere anche senza lo sconto della concessionaria?
Sì. Al contrario di quanto accaduto in passato, l’erogazione dell’incentivo statale non è vincolata alla concessione di uno sconto della concessionaria. Che, dunque, è libera di offrirlo oppure no senza per questo escludere la vettura dal bonus. Insomma, l’eventuale sconto della Casa o della concessionaria si aggiunge all’incentivo statale. Tuttavia, alcuni dealer e alcune Case, come più volte abbiamo dimostrato con le nostre inchieste sul campo, tendono ad approfittare dell’iniziativa statale per ridurre lo sconto che avrebbero offerto in assenza di incentivi. Per questo motivo suggeriamo di farsi fare più preventivi e scegliere il dealer che offre le condizioni complessivamente migliori. Attenzione, però, le campagne delle Case sono mensili e, quindi, le scontistiche possono cambiare di mese in mese. In ogni caso lo sconto è una libera iniziativa commerciale e può non essere previsto.

Posso usufruire dell’incentivo con un’auto appena demolita in seguito a un incidente?
Se l’auto è già stata consegnata a un centro demolizioni, e quindi radiata dal Pra, non è più possibile sfruttare la rottamazione. Il numero di targa della vettura da rottamare, infatti, deve essere inserito nella piattaforma informatica del ministero dello Sviluppo economico e solo la presenza di quella sigla nei registri pubblici consente al sistema di andare avanti con la prenotazione dell’incentivo abbinato alla demolizione.

L’auto da rottamare dev’essere consegnata alla concessionaria?
La legge non lo prevede esplicitamente, ma il dealer deve inserire nel sistema di prenotazione dei contributi statali tutti i dati della vettura da rottamare e allegare i relativi documenti (carta di circolazione, foglio complementare o certificato di proprietà, richiesta di cancellazione per demolizione, documento di presa in carico del veicolo usato da parte del demolitore). L’unica condizione è che la macchina sia effettivamente rottamata, cioè consegnata – a cura del proprietario o a cura del dealer – a un centro demolizioni autorizzato e da questi radiata entro 30 giorni dalla data di consegna del veicolo nuovo.

La prenotazione del contributo garantisce l’erogazione dell’incentivo?
Sì, a condizione che siano rispettati i termini previsti dalla legge, ossia l’immatricolazione della nuova auto entro i successivi 180 giorni di calendario (ma questo termine potrebbe aumentare per decisione del governo nelle prossime settimane).

Una Onlus o un’associazione può acquistare un’auto con l’incentivo?
No, la legge ammette all’incentivo solo le persone fisiche (e le persone giuridiche limitatamente all’utilizzo della vettura per servizi di car sharing pubblico).

Posso ottenere l’incentivo acquistando un’auto per disabili e, quindi, cumulando il bonus statale con la specifica agevolazione?
Sì, non c’è alcuna disposizione che vieti di cumulare l’incentivo con l’Iva ridotta prevista per le vetture al servizio dei disabili.

Posso comulare l’incentivo statale con un eventuale incentivo regionale?
La legge statale non lo vieta e, in genere, non lo vietano nemmeno le specifiche leggi regionali. Bisogna però verificare caso per caso.