Incentivi auto 2024 – Elettriche e fondi bruciati, per Tavares “c’è qualcosa di strano”
Sulla questione del rapido esaurimento degli incentivi per le elettriche interviene anche l’ad di Stellantis, Carlos Tavares, per cui “è successo qualcosa di strano: siamo rimasti sorpresi anche noi”, osserva il top manager all’indomani dell’avvio delle prenotazioni, sottolineando che “chi di dovere sta indagando”. Tavares, in visita alla fabbrica di Melfi, ha già mobilitato i suoi: “Stiamo cercando di capire che cosa abbia scatenato questo fenomeno anomalo, ma al momento non abbiamo nessun tipo di indicazione certa per dare una spiegazione a quanto è successo”.
I rapporti con i sindacati. A Melfi, il manager portoghese ha incontrato ancora una volta i sindacati e non ha mancato di manifestare degli apprezzamenti: “In Italia abbiamo avuto ottimi confronti in queste settimane, delle discussioni eccellenti, costruttive, produttive e in uno spirito di mutuo rispetto”, ha continuato l’ad. “La prima cosa che mi è stata chiesta è la visibilità al 2030 sugli impianti italiani. Abbiamo garantito anche oltre quella data la piena operatività su 15 turni. La seconda richiesta era più complessa e riguardava le vendite dei veicoli elettrici, un tema che sta generando preoccupazioni tra i sindacati. Oggi, in Europa, le quote vanno dal 2 al 40%. Insieme, però, abbiamo condiviso che il 63% dei veicoli prodotti in Italia vengono esportati. Dobbiamo avere una visione globale dei mercati per discutere con i sindacati, non solo sull’Italia. E questo è chiaro tutti. Comunque, per avere più offerta abbiamo aggiunto le versioni ibride della 500 a Mirafiori e della Compass a Melfi“.
Gli elogi. A Melfi “tutti stanno facendo un lavoro incredibile, nel 2025 saremo ai massimi livelli di qualità, e ci sono miglioramenti sui costi, e ci sono molte idee su questo tema e questo è l’unico modo per competere con i costruttori cinesi”. “Questa fabbrica ha la possibilità di realizzare prodotti di livello globale, ci sono progressi sui costi e un grande quantità di idee”, ha continuato Tavares, sottolineando che “se l’Europa continua a invitare i produttori cinesi, non abbiamo altra scelta che competere. Quello che vedo qui è che si sta facendo un lavoro brillante, molto più che buono, molto creativo. A Melfi tutti capiscono che la concorrenza sarà dura, ma l’unica via è andare avanti e lavorare insieme, alla stessa velocità e nella stessa direzione”. Solo in questo modo sarà possibile raggiungere il target di 250.000-260.000 auto prodotte nel 2026, quando saranno in produzione cinque nuovi modelli. “Non ci sono problemi di attività in Italia, abbiamo garantito un’operatività al 100%”, ha sottolineato ancora Tavares, ribadendo come l’unico problema sia rappresentato dal “costo dell’energia”. che “è fuori mercato: presto, però, saremo in grado produrre autonomamente il 75% dell’energia che produrremo. Anche per non vanificare il lavoro fatto qui”. In merito al rapporto sui sindacati, Tavares ha aggiunto che i rappresentanti dei lavoratori “sono stati molto maturi e responsabili, capiscono che non siamo noi ad aver deciso lo stop al termico nel 2035 e ad aver invitato i cinesi in Europa”.
Governo e dazi. Infine, sul fronte politico, l’ad di Stellantis ha ribadito la disponibilità “a trovare punti di incontro con i governi dei Paesi in cui opera Stellantis: se ci sono da firmare accordi con il governo italiano siamo disponibili a stringerci la mano per produrre un milione di veicoli. Ma per un milione di veicoli servono un milione di clienti. Siamo sempre aperti al confronto, non ho voluto creare turbolenze. Le turbolenze nascono quando mi chiedono di fare cose che non sono nell’interesse dei nostri azionisti e dipendenti. Io sono impegnato a discutere con i sindacati, con loro sto costruendo il futuro dell’azienda”. Infine, Tavares ha confermato la sua contrarietà all’aumento delle tariffe doganali: “Non mi importa dei dazi, mi importa competere in ogni Paese. Se si vuole proteggere il mercato con i dazi, si crea una distorsione. Bisogna chiedersi cosa si vuole correggere con i dazi: si vuole correggere il fatto che l’Unione Europea ha creato delle vulnerabilità significative? Bisogna quindi chiedersi perché ci sono quelle vulnerabilità. Il punto è competere ed essere in grado di farlo, finora non ci sono state risposte chiare su questo tema”.