Industria automotive – Donne e motori, storie di successo al Museo Fratelli Cozzi
Da diversi anni il Museo Fratelli Cozzi Alfa Romeo di Legnano (MI), la più importante raccolta privata dedicata alla Casa del Biscione, è l’anima di un progetto (battezzato Women in power) che, come spiega la sua presidente, ha lo scopo di contrastare gli stereotipi di genere che ancora affliggono le figure femminili e, in particolare, quelle di donne che ricoprono ruoli significativi nel mondo automotive. L’iniziativa si è concretizzata nel 2022 in una mostra fotografica, dal titolo Donne e motori, gioie e basta, che raccoglie 16 scatti realizzati da Camilla Albertini, di donne che si sono distinte per la loro professionalità e competenza, ritratte insieme con le Alfa Romeo del Museo. Un progetto che verrà ripetuto quest’anno, ma che, l’8 marzo (giornata internazionale per i diritti della donna), è stato affiancato da un momento d’incontro, organizzato negli spazi del museo legnanese e moderato dalla vicedirettrice di Quattroruote Laura Confalonieri, per iniziativa della società di consulenza strategica industriale NiEW.
Dal Messico a Modena. Protagoniste dell’incontro tre donne che, nei rispettivi campi, hanno raggiunto posizioni di eccellenza, forti di motivazioni non comuni. Teresa Alaniz, per esempio, è director of design delivery & strategist della NiEW: messicana di nascita, dopo gli studi nella madrepatria ha conseguito un master in management engineering. Innamoratasi dell’Italia, pur avendo insegnato all’università di Guadalajara, ha proseguito nel nostro Paese il suo percorso professionale, fino a occuparsi oggi della qualità dei progetti, dell’esecuzione, della ricerca metodologica delle consulenze rivolte ai clienti, una parte dei quali proviene dal mondo automotive. Ho cercato una realtà che mi permettesse di mettere a frutto quello che ho studiato, ha raccontato nel corso del dibattito, riferendosi in particolare alle sue competenze digitali, oggi più che mai preziose, per esempio, nei confronti dei dealer che devono affrontare un percorso complesso di trasformazione per essere al passo con i tempi.
Dalle aule al laboratorio. Chiara Pernechele, invece, lavora alla Dallara, alla quale ricopre il ruolo di material science coordinator: laureata in fisica, titolare di un dottorato in scienza dei materiali, docente universitaria, è approdata all’azienda dell’ingegner Giampaolo in virtù dei suoi studi sui materiali nanostrutturati. Nell’università, ha spiegato, mi mancavano gli aspetti relativi al business, cioè le modalità con le quali si possono concretizzare i progetti. Cosa che, invece, avviene nel centro ricerche sui materiali della Dallara, nel quale ha portato la sua cultura universitaria allestendo un test lab che lavora per i progetti interni e per i (tanti e importanti) clienti esterni dell’azienda. Ora mi occupo d’innovazione di processo e di prodotti, ha proseguito, portando ai temi applicativi la mia formazione di fisico e la mia visione che, in virtù del mio background, è diversa. Ma non è solo una questione culturale: Anche il mio approccio è differente: noi donne siamo più portate ad andare subito al punto e a prestare attenzione ai dettagli, mettendo a frutto capacità organizzative e di gestione del tempo diverse da quelle dei colleghi maschi.
Dalle piste alla scuola. Davvero particolare è pure la vicenda personale di Eugenia Capanna, ceo della Motorsport Technical School. Pilota (ha corso, tra l’altro, nel Campionato italiano velocità turismo con Golf e Alfa Romeo), team manager (con BMW e le squadre di Rossocorsa del Ferrari Challenge), istruttrice di GuidaSicura Quattroruote, frequentando l’ambiente del motorsport ha capito come molte squadre fossero alla ricerca di meccanici e tecnici già formati per la specificità delle corse. Da lì, l’idea di aprire, con sede all’autodromo di Monza, una scuola specializzata in questi campi, partendo dalla meccanica di base per arrivare al race engineering. Un’iniziativa di successo, che ha coinvolto oltre 700 giovani, quasi tutti oggi occupati nel mondo delle competizioni auto e moto, con eccellenze come Arianna Creati?, attuale ingegnere di pista per i motori della Red Bull Racing. Eppure, nella carriera di Eugenia non tutto è stato semplice: All’inizio, ha raccontato, non era facile far accettare ai maschi il confronto con una donna, sia come pilota in pista (vivevano i sorpassi come un’umiliazione e reagivano facendo a sportellate), sia come capo di un team, costituito interamente da meccanici e ingegneri maschi: era necessario conquistarsene la fiducia a colpi di risultati. Una scalata difficile, ma non impossibile, come dimostrano queste tre storie di successo, condite anche di ingredienti speciali, che Eugenia riassume così: Consiglio a tutte di farsi ispirare da persone non necessariamente geniali, ma che, nel loro campo, ce l’hanno fatta e di credere nel fatto che i sogni si possono avverare, perché la passione è il motore motivazionale più potente.