La crisi dell’auto – Incentivi, fondi, flotte: ecco il Piano europeo [domande e risposte]

La Commissione Europea ha svelato in via ufficiale l’atteso Piano d’Azione per il rilancio dell’industria dell’auto: si tratta di un documento di 18 pagine, che include numerose indicazioni per la maggior parte anticipat dalla bozza trapelata dopo un ultimo incontro tra il presidente Ursula von der Leyen e i rappresentanti del Dialogo Strategico. Diversi sono i temi oggetto del piano, tra cui raccomandazioni per incentivi all’acquisto e leasing sociale, fondi europei per l’innovazione, digitalizzazione e produzione di batterie, nonché misure straordinarie per l’elettrificazione delle flotte aziendali. Di seguito alcune domande, con le relative risposte, sui punti principali del documento.

Ci sarano incentivi “paneuropei”?
No, il piano è innanzitutto destinato a definire un quadro di condizioni che facilitino la transizione energetica del settore. L’obiettivo è “ottimizzare l’uso degli attuali programmi di finanziamento per l’acquisto di vetture elettriche”. In particolare, la Commissione “sta lavorando su come stimolare la domanda di veicoli europei a zero emissioni. Il piano d’azione comprende misure che incentiveranno il passaggio a veicoli a emissioni zero e rafforzeranno la fiducia dei consumatori attraverso misure concrete, come il miglioramento della salute e della riparabilità delle batterie”. Bruxelles intende “collaborare attivamente con gli Stati membri per ottimizzare i sistemi di incentivi per i consumatori”. Paneuropeo sarà solo il coordinamento, nonché il lavoro per lo “scambio delle best practice e le lezioni apprese” dai vari regimi agevolativi. Tale lavoro servirà a stabilire un “cassetto degli attrezzi” per rendere i sussidi più efficaci nello stimolare la domanda di Bev e quindi definire delle “raccomandazioni” che, a loro volta, individueranno eventuali fondi europei da erogare ai vari Stati. Le raccomandazioni non sono previste prima del 2026. 

Il leasing sociale è confermato?
Si. La Commissione, con l’obiettivo di sostenere i redditi bassi, intende promuovere “l’adozione di regimi di leasing sociale per i veicoli nuovi e usati a zero emissioni” attraverso una sua prossima “raccomandazione sulla povertà dei trasporti”. Tale raccomandazione, che tra l’altro sarà adottata entro la fine di marzo di quest’anno, “incoraggerà gli Stati membri a integrare” lo strumento del leasing nei vari piani di incentivazione nel quadro del Fondo sociale per il clima.

Ci sono misure specifiche per le flotte?
Sì. La Commissione sta già lavorando a una “proposta legislativa” per decarbonizzare i parchi aziendali e ha già pubblicato un’apposita “comunicazione” per le autorità nazionali, regionali e municipali in cui fornisce dei suggerimenti “per accelerare la diffusione dei veicoli a emissioni zero”. Per esempio, si consiglia di sostenere il passaggio delle flotte tramite una riforma dei vari regimi fiscali che includa disposizioni più favorevoli per i veicoli a zero emissioni, in particolare in segmenti di mercato come i taxi, il car sharing o i mezzi di servizio negli aeroporti. Bruxelles, che sta anche valutando misure apposite per il comparto dei veicoli commerciali pesanti, ha in programma di presentare un’iniziativa legislativa entro la fine dell’anno. L’obiettivo è aumentare il peso dei veicoli a zero emissioni nelle flotte ma, a differenza di alcune proposte degli ultimi giorni, non sono previsti target vincolanti. Almeno per ora.  

Gli obiettivi del Green Deal sono cambiati?
Per ora no, ma la Commissione, come anticipato dal presidente Ursula von der Leyen e chiesto a gran voce da diversi governi (quello italiano in primis), ha intenzione di “accelerare i lavori preparatori” alla prevista revisione del regolamento sulle emissioni. “La revisione si baserà su un’analisi basata sui fatti, che terrà conto di tutti gli sviluppi tecnologici pertinenti e dell’importanza di una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso una mobilità a zero emissioni”, sottolineano da Bruxelles, riconoscendo come la domanda di auto a batteria sia al momento “più lenta di quanto previsto“. “Abbiamo deciso di anticipare al terzo/quarto trimestre del 2025, rispetto al 2026, la prevista verifica della legislazione europea nel campo delle emissioni nocive delle auto”, ha spiegato in una conferenza stampa Apostolos Tzitzikostas, il commissario ai Trasporti incaricato di redigere il piano. 

Nel Piano si parla di e-fuel e biocarburanti?
No. Nella documentazione messa a disposizione dalla Commissione non si fa alcuna menzione della possibilità di deroghe dopo il 2035, a dispetto delle indiscrezioni su possibili esenzioni per le ibride plug-in. Tuttavia, Tzitzikostas ha ribadito quanto già affermato da altri membri della Commissione: “Abbiamo già detto che i carburanti sintetici hanno un ruolo da giocare nel garantire la neutralità climatica. Valuteremo allo stesso tempo se altre tecnologie potranno avere un ruolo. Con l’occasione vogliamo però ribadire che non abbiamo intenzione di cambiare l’obiettivo del 2035”.

E le famose multe per lo sforamento delle emissioni di CO2?
La Commissione Europea ha confermato l’intenzione di presentare un emendamento agli attuali regolamenti sulle emissioni per consentire ai costruttori di rispettare gli obiettivi senza dover incorrere nelle sanzioni previste. “Gli obiettivi delle zero emissioni di CO2 in tutta l’UE per vetture e furgoni nuovi nel 2035 rimangono invariati”, ma il massimo organo esecutivo “ha preso atto delle richieste di maggior flessibilità in relazione” ai target e quindi si è impegnato ad affrontare la questione in modo “equilibrato ed equo”. La Commissione intende quindi “presentare rapidamente ulteriori flessibilità” attraverso uno specifico emendamento, che, se adottato, consentirebbe ai costruttori di raggiungere i loro obiettivi di conformità calcolando la media delle prestazioni su un periodo di tre anni (2025-2027), compensando eventuali deficit in uno o due anni con i risultati migliori degli altri anni. La stessa Commissione invita le altre istituzioni “a raggiungere senza indugio un accordo su tale modifica, in quanto ciò creerebbe certezza per il settore”.  

Ci sono misure per promuovere la realizzazione di reti di ricarica?
Si, perché la Commissione ritiene che la disponibilità di infrastrutture per il rifornimento, anche di idrogeno, sia “una precondizione per l’adozione della mobilità a zero emissioni” e i relativi investimenti una “chiave” per la competitività del settore. A tal proposito, Bruxelles intende rendere disponibile “una specifica assistenza tecnica” ai vari governi e supportare l’implementazione delle azioni previste dal regolamento sull’infrastruttura per i combustibili alternativi (AFIR) e dalla direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia (Energy Performance of Buildings). L’Afir ha già messo a disposizione 570 milioni di euro per l’installazione di colonnine, ma nel corso del 2025 saranno adottati ulteriori proposte per “rimuovere le barriere” al finanziamento di progetti infrastrutturali. Inoltre, la Commissione “aiuterà gli Stati membri a diffondere tecnologie di ricarica intelligenti e bidirezionali che, combinate con la tariffazione dell’energia in tempo reale, renderanno il trasporto sostenibile, più accessibile e conveniente”.

Sono previste iniziative per la produzione di batterie?
Sì. La Commissione ha già stanziato tre miliardi di euro per la produzione di celle tramite il Fondo Innovazione e ulteriori 200 milioni da InvestEU; intende anche abilitare ulteriori strumenti finanziari insieme alla Banca europea per gli investimenti e sta valutando “un sostegno diretto” alle aziende attive proprio nel campo delle batterie. Inoltre, saranno adottati appositi “requisiti” d’origine e verranno autorizzate agevolazioni fiscali a livello nazionale e ulteriori strumenti per ridurre i rischi di investimento. La Commissione, poi, ha in programma di svelare a breve una lista di progetti strategici che coprono l’intera catena del valore: in particolare, quelli relativi alle materie prime critiche potranno beneficiare di una serie di agevolazioni sul fronte dei permessi o dei finanziamenti. Infine, si stanno valutando ulteriori iniziative per migliorare la cooperazione industriale nel riciclo dei minerali, aumentare il controllo sulle importazioni sulla massa nera e per promuovere l’economia circolare. Nel complesso, saranno messi a disposizione 1,8 miliardi “per creare una supply chain sicura e competitiva per le materie prime delle batterie”. 

Cosa è previsto sul fronte dell’innovazione?
L’innovazione e la digitalizzazione rappresentano una parte consistente del Piano. La Commissione, come da anticipazioni, punta a promuovere la guida autonoma, anche tramite l’armonizzazione delle normative nazionali, l’istituzione di “corridoi” transfrontalieri per la sperimentazione dei veicoli su larga scala, modifiche alle norme di omologazione e l’istituzione di “un’alleanza europea per i veicoli connessi e autonomi” in grado di “sostenere lo sviluppo di software, hardware, intelligenza artificiale e altri componenti critici”, di “piattaforme per i Software Defined Vehicle” o di soluzioni di intelligenza artificiale. Inoltre, saranno introdotte specifiche norme sull’accesso ai dati o su questioni legate alla cybersicurezza.  

Il piano riguarda anche i lavoratori?
Sì. La Commissione vuole sostenere i lavoratori “minacciati” da licenziamenti e supportare costi di formazione e iniziative di ricollocamento. Inoltre, tramite il “Patto per le competenze”, si vuole rafforzare tutte le iniziative per sostenere gli impiegati di diversi settori strategici, come, per l’appunto, quello automotive. Una parte del piano riguarda anche l’utilizzo di “strumenti di difesa commerciale” per proteggere l’industria da “una concorrenza non equa”. Infine, Bruxelles proporrà delle misure affinché gli investimenti esteri “contribuiscano alla competitività di lungo termine dell’induistria europea” e lavorerà per semplificare le normative e ridurre ostacoli burocratici.