Luca de Meo – “Un’Airbus delle citycar elettriche per salvare l’auto europea”

Luca de Meo continua a perorare la causa delle elettriche di piccola dimensione. Con un lungo post su LinkedIn, l’amministratore delegato della Renault e presidente dell’Acea ha ribadito la sua “passione” per una categoria di veicoli che, se Bev, “potrebbero essere la soluzione alle sfide della sostenibilità e dell’industria più urgenti”. Al punto da giustificare la creazione di una grande società, sul modello della Airbus, che li produca.

Normative sbagliate. Il manager italiano pone l’accento soprattutto sulla necessità di ridurre l’impatto ambientale dei trasporti, che sarebbe agevolato se “si optasse per veicoli più compatti e leggeri” In tal senso il riferimento è la futura Twingo: “Ha un’impronta di carbonio inferiore di quasi il 75%, cradle to grave (dalla culla alla tomba, ossia dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento del prodotto finito, ndr), rispetto alla media delle auto vendute oggi. Il paradosso è che da 20 anni la regolamentazione spinge tutto il sistema in Europa a consegnare auto più grandi e pesanti, mentre nulla è più adatto alle strade strette e tortuose delle nostre città” delle auto piccole.

Auto troppo grandi. Nel post, il numero uno della Losanga sottolinea anche l’aumento del peso delle auto europee (in media il 60% in più rispetto a 20 anni fa) e dei prezzi (+60% in 10 anni) e menziona uno studio di Tommaso Pardi del Cnrs (Centre national de la recherche scientifique) e dei colleghi del consorzio di ricerca Gerpisa, favorevole alla produzione di elettriche piccole ed economiche in Europa. Per de Meo, tale studio non poteva “essere più tempestivo”, visto il rallentamento del mercato delle Bev e i rischi per gli obiettivi di decarbonizzazione, posti di lavoro e aziende nel Vecchio continente.

La ricetta. In dettaglio, la ricerca propone una serie di consigli già avanzati dal manager italiano nella sua Lettera all’Europa: creare una nuova categoria di veicoli con dimensioni, peso e potenza specifici, come le kei car giapponesi; adeguare le normative sulle emissioni di CO2 per supportare le Bev di piccola dimensione, con obiettivi di valutazione del ciclo di vita per tutti i segmenti; sviluppare un punteggio ecologico (Eco Score) dei veicoli per valutarne impatto ambientale e impronta di carbonio durante l’intero ciclo di vita, dalla culla alla tomba; sostituire le pressioni normative che ostacolano la produzione di automobili più piccole con politiche di supporto; definire incentivi per i clienti di veicoli di piccola dimensioni, come assicurazioni più competitive, parcheggi gratuiti e nessuna penalità per l’ingresso nei centri urbani. Per de Meo, i ricercatori stanno così proponendo “alcuni ingredienti per aumentare le vendite di nuove Bev a prezzi accessibili, ripristinare la produzione  automobilistica e garantire una transizione giusta. Non potrei essere più d’accordo e aggiungo alla ricetta solo una proposta: l’Europa farebbe anche di più se giocasse in modo collettivo, creando un’Airbus delle piccole auto elettriche. Quindi, perché non rendere di nuovo grandi le piccole auto?”, si chiede infine de Meo, chiudendo il post con l’emoticon di un occhiolino e i tag della Commissione europea e della presidente Ursula von der Leyen.