Lusso e supercar/1 – Ferrari & Co, altro che crisi: nel 2021 una sfilza di record

Mercato del lavoro pieno d’incognite? Inflazione al rialzo? Incertezza sul futuro? Scarsa liquidità? Listini auto in aumento? Problemi quotidiani dei comuni mortali: per chi sta nel beato club degli “happy few”, sono soltanto echi lontani. Il settore automobilistico globale è nel pieno di uno dei periodi più complicati della sua storia per colpa di diversi fattori negativi, come la crisi dei semiconduttori, il rincaro delle materie prime o le difficoltà di approvvigionamento. Eppure, i grandi nomi dell’alto di gamma, ossia i brand che sfornano vetture dai 200 mila euro in su, sono del tutto immuni da qualsiasi difficoltà produttiva e commerciale: vediamo quali sono, da dove vengono e che ambizioni hanno, in un percorso a puntate che inizieremo oggi e durerà qualche giorno.

Sempre più clienti. Nella storia dell’auto sono spesso riusciti, non è una novità, a superare crisi o recessioni economiche, ma oggi si resta stupiti nel leggere i loro dati di crescita. D’altro canto, è anche vero che il bacino di clientela di questi marchi è particolare, nonché in costante aumento: stando al World Wealth Report di Capgemini, gli “high net worth individual” sono aumentati nel 2020 del 6,3%, superando la soglia dei 20 milioni su scala globale, e il loro patrimonio complessivo è aumentato del 7,6% a quasi 80 mila miliardi di dollari. Ancor più forte è stato l’ampliamento del parterre dei miliardari: l’ultima rilevazione annuale della rivista Forbes ne ha contati 2.755, 660 in più rispetto alla precedente, per una ricchezza in aumento da 8 mila miliardi di dollari a 13.100: ed è soprattutto questo bacino ad alimentare gli acquisti dei modelli Ferrari o Lamborghini

Il boom della Motor Valley. I numeri parlano chiaro: la Casa di Maranello ha chiuso il 2021 con risultati ai massimi storici, e quindi superiori ai livelli pre-Covid. Le consegne, per esempio, sono cresciute del 22,3% sul 2020 e del 10,1% sul 2019, arrivando a 11.155 unità, mentre i ricavi hanno sfondato per la prima volta la soglia dei 4 miliardi, fermandosi a 4,27 (+23,4% sul 2020 e +13,4% sul 2019). Inoltre, i mix di prezzo e prodotto sempre più ricchi hanno provocato una crescita di ben il 34% per il Mol (il margine operativo lordo), del 50,2% per l’utile operativo e una marginalità superiore perfino a quella delle maison del lusso, e parliamo ovviamente della moda (35,9% per l’incidenza dell’Ebitda sui ricavi e 25,2% per il margine operativo). A qualche decina di chilometri di distanza, a Sant’Agata Bolognese, la situazione non è diversa. La Lamborghini ha chiuso il miglior anno della sua storia con un aumento delle vendite del 13% a 8.405 unità e oggi può contare su un portafoglio ordini talmente forte da coprire l’intera produzione pianificata per il 2022 (mentre a Maranello le prenotazioni garantiscono volumi produttivi fino all’anno successivo). 

Il caso Pagani, la sorpresa Maserati. Dunque, Ferrari e Lamborghini corrono veloci come i loro modelli, ma non è che le cose cambino se si scende ai livelli produttivi di qualche decina o centinaia di esemplari tipico delle hypercar. La Pagani, per esempio, non fornisce numeri sulle sue vendite o sui volumi produttivi, ma pochi mesi fa il suo fondatore Horacio Pagani ha rivelato a Quattroruote quanto la sua azienda fatichi a tenere il passo degli ordini per i suoi modelli: le poco meno di 300 unità dell’erede della Huayra sono già andate sold-out ancor prima della presentazione del nuovo modello dell’azienda di San Cesario sul Panaro. Nella vicina Modena, per la precisione nella sede della Maserati in viale Ciro Menotti, stanno subendo analoghe pressioni per un’altra supercar, la MC20. Il gruppo Stellantis ha attribuito proprio alla nuova sportiva del Tridente parte della crescita del 18% delle vendite registrata nel terzo trimestre: 5.800 unità, che hanno portato a 16.600 il computo dei primi nove mesi dell’anno: in assoluto non sono certo grandi numeri, ma rappresentano una crescita del 66,6% sull’analogo periodo dell’anno prima. 

Le inglesi. Qualcuno potrebbe pensare che la Motor Valley sia un’isola felice, un caso a sé. Sbaglierebbe. Infatti, anche i concorrenti di Oltremanica hanno raggiunto livelli mai visti prima. La Rolls-Royce ha conseguito il massimo storico di 5.586 consegne, il 49% in più sul 2020, ha un libro-ordini pieno fino al terzo trimestre del 2022 e, per soddisfare “una domanda senza precedenti per tutti i prodotti in ogni mercato globale”, sta spingendo la fabbrica di Goodwood al massimo della capacità. Il picco storico di consegne è stato registrato anche dalla Bentley, con 14.659 unità e un +31% sul 2020, mentre la crescita a doppia cifra ha coinvolto pure la Lotus (+24% e 1.710 vendite) e l’Aston Martin : quest’ultima capace di mettere a segno un +82%, con 6.182 clienti. 

Esclusività al quadrato. Se staccare un assegno per una Ferrari o una Lamborghini non è esattamente per tutti, all’interno di questo circolo relativamente piccolo, c’è un mondo ancora più rarefatto, quello delle personalizzazioni e del bespoke, cioè di quella dimensione sartoriale dove il cliente viene portato per mano a scegliere di tutto e di più, dai rivestimenti dei sedili ai materiali dei pannelli interni, dai colori esclusivi della carrozzeria fino a personalizzazioni estetiche uniche. Le Case non parlano volentieri dei numeri di questa parte della loro attività, ma a giudicare dall’estensione dei programmi di customizzazione, è facile intuire come queste operazioni costituiscano una bella fetta del fatturato, e dei margini, dei costruttori del lusso. Vi porteremo ogni giorno in un viaggio, marca per marca, attraverso questa dimensione esoterica.