Maxus Mifa 9 – La maxi shuttle elettrica dalla Cina
Non è esattamente quella che si definirebbe una driver’s car, una di quelle auto pensate per entrare in simbiosi col pilota. Anche per questo, il primo contatto con la Maxus Mifa 9 lo viviamo da passeggeri, probabilmente il modo migliore per interpretare una vettura che si esita a definire monovolume, visti il taglio deciso di alcuni elementi della carrozzeria e le dimensioni del cofano. Ci troviamo di fronte a un’opulenta shuttle da 5,27 metri di lunghezza e 7 posti, completamente elettrica, prodotta dal marchio del gruppo cinese Saic dedicato ai veicoli per trasporto merci o alla movimentazione collettiva di passeggeri e distribuita in Italia dal gruppo Koelliker. Intendiamoci: chi siede al posto guida è tutt’altro che discriminato. Le due sedute anteriori, rivestite di pelle come gran parte dell’abitacolo, sono ampie e accoglienti anche con persone di corporatura abbondante. Il cruscotto, per quanto minimalista nelle forme, è ergonomico e prodigo di informazioni, oltre che assemblato con una certa cura, percepibile anche nell’accostamento dei vari materiali.
Due poltrone per due. Riguardo alla logica dei comandi, va sottolineata l’eccessiva dipendenza dal touchscreen al centro della plancia per gestire quasi tutte le funzioni di guida e di confort: solo il clima dispone di interruttori a sfioramento dedicati. Chiaramente i posti più ambiti sono i due della seconda fila, che già sulla versione Luxury sulla quale stiamo viaggiando si sviluppano su altrettante poltrone singole decisamente ampie, con braccioli e regolazioni elettriche per lo scorrimento, l’inclinazione dello schienale e anche per il supporto per le gambe che le trasforma in chaise longue. La variante Luxury aggiunge le funzioni ventilazione e massaggio, come pure il movimento laterale per facilitare la salita e la discesa. Più tradizionale la terza fila, con un divano a tre posti, a scorrimento manuale e due diverse possibilità di inclinazione dello schienale, che segue la tradizionale ripartizione 1/3-2/3.
Spazio modulabile. L’escursione longitudinale dei cinque posti posteriori permette di regolare a piacere lo spazio a disposizione delle due file di passeggeri e dei bagagli. Ovvio, non si può pretendere di stare semisdraiati sulle due poltrone singole, allungare le gambe stando sul divano (anche perché non c’è spazio per infilare i piedi sotto ai sedili che ci precedono) e avere ancora tanto spazio per le valigie. Però l’interno è accogliente, con i posti posteriori sopraelevati rispetto alla prima fila, ampie vetrature e, caso più unico che raro, finestrini completamente discendenti sulle porte scorrevoli posteriori, naturalmente ad azionamento elettrico. Un layout che rende onore al nome del modello, acronimo di Maxus, intelligent, friendly and artistic, e piacerà agli operatori del noleggio con conducente, oltre che ai resort e a strutture alberghiere di lusso. Molti di questi utenti troveranno ulteriori motivi di interesse quando alla versione attuale in configurazione 2+2+3 posti si affiancherà quella 2+3+3, meno esclusiva ma più vicina agli standard italiani. Standard che finora sono stati dettati, oltre che dalle suddette aziende, dal modello di riferimento per gli shuttle vip, la Mercedes Classe V o, ancor più vicina alle ambizioni della Mifa 9, la sua controparte elettrica, la EQV.
La rivale EQV. La taglia della cinese è baricentrica rispetto alle due misure disponibili per la tedesca, 5,14 o 5,37 metri, che può assumere le configurazioni 2+2+2, 2+2+3 o 2+3+3. Mifa 9 ed EQV condividono la scelta del motore e della trazione anteriore; la prima è un po’ più potente, 180 kW contro 150, mentre la coppia è leggermente più corposa sulla seconda, con 362 Nm contro 350. Alla voce batterie la Maxus e la Mercedes dichiarano capacità rispettivamente di 90 e 100 kW, mentre entrambe denunciano un’autonomia media superiore ai 400 km; la limitazione della velocità è fissata a 180 km/h per la Mifa 9 e a 140 (optional 160) per la EQV. La Mifa è silenziosa anche alle velocità autostradali, solo qualche fruscio è avvertibile da chi è in prima fila, ma si conversa senza alzare la voce. Il nuovo modello della Maxus, inoltre, non ha bisogno delle sospensioni pneumatiche optional sulla Mercedes per assorbire con buona progressività le imperfezioni dell’asfalto. Merito, anche, di una massa meno impegnativa della rivale tedesca, 3.095 kg a pieno carico contro 3.500. I prezzi partono dagli 86mila euro della Luxury e arrivano ai 93mila della Premium, in linea con il listino della rivale della Stella.