Mercato auto Italia – L’attesa per gli incentivi penalizza i numeri di maggio: -15%
Il mercato automobilistico italiano continua a lanciare segnali di crisi: a maggio, stando ai dati diffusi dal ministero dei Trasporti, le immatricolazioni sono risultate pari a 121.299 unità, in calo del 15,14% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il declino, comunque meno profondo delle contrazioni riscontrate nei mesi precedenti (-32,98% ad aprile, -29,7% a marzo e -22,6% a febbraio) è legato a diversi fattori, tra cui l’attesa per gli incentivi (la piattaforma per le prenotazioni è stata attivata solo il 25 maggio), le conseguenze della persistente carenza di prodotto per colpa della crisi dei chip e il calo della fiducia dei consumatori per effetto dell’incertezza macroeconomica, dei rincari e della guerra in Ucraina. Tra l’altro, sono sempre più lontani anche i livelli pre-Covid: rispetto a maggio 2019, la flessione è del 38,1%. Di conseguenza, il consuntivo dei primi cinque mesi dell’anno indica 556.974 immatricolazioni, il 24,26% in meno sul 2021 (il calo sul 2019, invece, supera il 38%).
Stellantis. A maggio, il gruppo Stellantis ha immatricolato 47.586 auto, il 15,57% in meno rispetto a un anno fa. La maggior parte dei nove marchi chiude il mese in territorio negativo: -21,42% per la Citroën (5.190), -18,01% per la Fiat (19.531), -5,59% per la Jeep (5.689), -7,7% per la Lancia (4.257), -8,78% per la Maserati (135), -14,44% per la Opel (4.687) e -20,94% per la Peugeot (6.411). In controtendenza la DS (+18,69%, con 527 veicoli) e l’Alfa Romeo (+3,67%, 1.159).
Gruppo Volkswagen. Andamento negativo per quasi tutti i marchi di proprietà di Wolfsburg: le immatricolazioni totali sono 21.319, per una flessione del 14,97%. L’Audi perde il 27,6% (4.472 registrazioni), la Seat il 14,51% (1.773), la Skoda il 18,22% (2.334) e la Volkswagen il 15,34% (11.129). Al contrario, la Lamborghini guadagna il 67,57% (62) e la Cupra il 97,58% (1.549).
Renault e Ford. I francesi chiudono il mese di maggio con un calo del 14,22% e 8.786 immatricolazioni. Di queste, 4.206 sono del marchio della Losanga (-26%), mentre la Dacia registra 4.580 unità, lo 0,46% in più. In calo anche la Ford, con 6.042 immatricolazioni e un 21,6%.
BMW e Daimler. Per il gruppo di Monaco le registrazioni sono 5.308, il 21,95% in meno rispetto a maggio dello scorso anno, per effetto del -17,05% della BMW (4.141 immatricolazioni) e del -35,49% della Mini (1.167). Negativi anche i numeri della Mercedes-Benz: con 4.135 registrazioni, perde il 27,89%, con il brand della Stella a tre punte in discesa del 27,31% (3.659) e la Smart in calo del 32% (476).
Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota immatricola 8.827 veicoli e flette del 2,06%: il marchio omonimo, con 8.520 targhe, scende dell’1,41%, mentre la Lexus, con 307, perde il 17,25%. In declino anche la Suzuki (-65,5%, 1.254 unità), la Mazda (-32%, 678), la Mitsubishi (-35,8%, 321), e la Subaru (-54,38%, 99). In controtendenza la Nissan, con un +17,42% (2.723 registrazioni) e la Honda, con un +35,8% (827). Contrastate le coreane: con 3.704 immatricolazioni, la Hyundai sale dello 0,05%, mentre la consociata Kia, con 3.704 unità, cala del 2,65%.
Giù Volvo e JLR. Tra gli altri marchi del segmento premium, la Volvo registra 1.547 vetture, perdendo il 30,75%, mentre il gruppo Jaguar Land Rover subisce una contrazione del 42,13%: le immatricolazioni sono 993, di cui 255 per il marchio del Giaguaro (-47,42%) e 738 per il brand delle fuoristrada (-40,05%). Male anche la Tesla: a maggio le registrazioni sono appena 14 (-96,71%). In spolvero la Ferrari, con un +42,5% (57 unità), stabile la Porsche a 523 immatricolazioni.
Gli altri brand. Tra gli altri marchi presenti sul mercato italiano, spicca l’ennesimo boom della DR: con 1.842 immatricolazioni guadagna il 162,77%, superando nelle consegne diversi marchi generalisti. Tra i brand con vetture di origine cinese, la Lynk & Co ha consegnato 403 esemplari e la MG 274.
La top ten. Nella classifica dei modelli più popolari svetta sempre la Fiat Panda, con 12.057 unità, mentre la seconda posizione è occupata dalla Lancia Ypsilon (4.257) e la terza dalla Fiat 500 (3.921). Seguono, nell’ordine, la Volkswagen T-Roc (3.158), la Jeep Compass (3.109), la Citroen C3 (2.758), la Jeep Renegade (2.656), la Renault Captur (2.569), la Fiat 500X (2.406) e la Toyota Yaris Cross (2.388).
Crescono solo le ibride. A maggio, quasi tutte le alimentazioni sono in territorio negativo. Le auto a benzina patiscono un calo del 22% e scendono dal 31% al 28,4% del mercato, mentre le diesel perdono il 29,5% e passano dal 23,5% al 19,5%. Tra le bifuel le Gpl guadagnano il 4,1% e quelle a metano perdono il 60,6%. Quanto alle vetture elettrificate, le ibride mettono a segno un 1,8%, grazie al +16,9% delle full hybrid, e vedono la loro penetrazione salire dal 28 al 33,5%. In calo, per l’effetto incentivi, risultano le ibride plug-in: perdono il 3,5% ma salgono, comunque, dal 5,4% al 6,1% della domanda. Pesante flessione per le elettriche pure, con un -13,2% ma con una penetrazione in aumento dal 3,6% al 3,7%.
La 500 sempre prima tra le Ev. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, la Fiat Nuova 500 si conferma in cima alla classifica dei modelli più popolari, con 749 targhe. Seguono la Smart Fortwo (450), la Peugeot 208 (297), la Renault Twingo (275), la Dacia Spring (269), la Peugeot 2008 (219), la Mini (177), la Renault Zoe (177), la Volkswagen Up! (164) e la Volkswagen ID.3 (154).
L’andamento dei canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita i privati calano del 14,2%, mentre il noleggio a lungo termine sale del 5,3%. Male anche le società, con un -12,7%, e il noleggio a breve, con un -37,3%. Forte contrazione per le autoimmatricolazioni (-42,8%).
Cala la CO2. Le emissioni medie di CO2 risultano pari a 117,6 g/km, in calo del 3,2% rispetto ai 121,5 dello stesso mese dello scorso anno. A maggio, sono state immatricolate 4.489 auto (3,7% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 7.194 vetture (5,9% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 80.924 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, il 65,9% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 25.456 auto (20,7% del mercato) con CO2 tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono stati 1.964 (1,6% del mercato).
Il commento dell’Unrae. Nell’analizzare l’andamento del mercato, l’Unrae pone l’accento soprattutto sulla struttura degli incentivi, che, tra l’altro, ha visto un rapido esaurimento dei fondi per le auto tra 61 e 135 g/km (sono stati assorbiti già 136 milioni e ora ne mancano solo 34). L’impianto dei sostegni afferma il presidente dell’associazione Michele Crisci – contiene ancora alcune debolezze che l’Unrae ha più volte indicato, a cominciare dalla richiesta – avanzata dall’intero comparto – di allungare da 180 a 300 giorni dalla firma del contratto il termine per usufruire dell’incentivo. Resta inoltre ancora irrisolto – aggiunge Crisci – il problema dell’esclusione dal beneficio delle persone giuridiche (aziende e società di noleggio), omissione che di fatto riduce l’apporto dell’automotive al percorso di decarbonizzazione del Paese.