Mercato europeo – Elettriche, nel 2022 la domanda è cresciuta ovunque tranne che in Italia

Nel 2022, le immatricolazioni europee di auto elettriche hanno raggiunto nuovi massimi storici grazie a una crescita che ha riguardato tutti i Paesi del Vecchio continente tranne uno, il nostro: l’Italia, infatti, è stato l’unico mercato ad assistere a una contrazione delle registrazioni e delle quote delle Ev. Il dato del Belpaese è stato già notato e commentato da alcune associazioni di settore (a partire dall’Unrae), ma stanno iniziando a emergere segnali non dissimili anche in un altro importante mercato, quello tedesco: segno che sull’elettrico non tutto sta andando come da previsioni.

I dati generali. Partiamo innanzitutto dai numeri. Stando alle ultime elaborazioni della Jato Dynamics, l’anno scorso sono stati registrati in Europa 2,59 milioni di veicoli elettrificati (auto a batteria, ibride plug-in e fuel cell), con una crescita del 15% sul 2021 e del 92% sul 2020. Rispetto al 2019, quando le registrazioni si sono attestate su 561 mila unità, la crescita è stata del 362%, per una quota di mercato in espansione, in tre anni, dal 3,6% al 23%. Considerando anche le ibride non ricaricabili e altre alimentazioni si arriva al 48,6%, contro il 42,1% del 2021. Di riflesso, il peso delle motorizzazioni tradizionali è sceso dal 57,9% al 51,4%. In tale contesto, le sole elettriche hanno rappresentato il 60% delle immatricolazioni di auto elettrificate, con un totale di 1,56 milioni di unità e una crescita del 29%, e raggiunto una quota complessiva del 13,9% (10,3% nel 2021).

Il caso Italia. I Paesi “leader” in termini di quote di mercato conquistate dalle auto 100% Ev sono la Norvegia (79%), la Svezia (33%), l’Olanda (23%) e la Danimarca (21%). Seguono, con il 18% ciascuna, la Finlandia, la Germania e la Svizzera. I maggiori tassi di crescita per la quota di mercato sono stati registrati da Norvegia (+16 punti), Svezia (+14), Finlandia (+7,5), Danimarca (+7,3) e Irlanda (+6,7), mentre l’Italia, con una variazione negativa di 0,9 punti, è stato l’unico mercato a registrare un calo tra il 2021 e il 2022. In particolare, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Acea, le Bev hanno perso il 26,9%, scendendo a 49.179 immatricolazioni. Non si discostano di tanto i dati dell’Unrae (la differenza sta nei diversi criteri di calcolo), che annota 49.536 registrazioni (-26,6%) e una quota in contrazione dal 7% al 4,3%. Si tratta di una tendenza negativa che si sta manifestando da ormai diversi mesi e che ha interessato anche i dati di gennaio: le 3.342 registrazioni mensili implicano un calo dell’8,6% e un’ulteriore contrazione del quota complessiva, scesa dal 3,4% al 2,6%, a dimostrazione dell’inefficacia dell’attuale sistema di incentivazione e, probabilmente, di una scarsa, se non scarsissima, propensione dei consumatori italiani ad acquistare elettriche. 

L’allarme tedesco. La domanda da porsi, ora, è se l’anomalia italiana sia un fenomeno limitato al nostro Paese oppure no. In realtà, come accennato, anche un altro dei grandi mercati europei sta lanciando segnali preoccupanti per l’adozione della mobilità elettrica. A gennaio, in  Germania, la rimodulazione degli incentivi ha determinato un calo delle immatricolazioni di auto a batteria e ibride plug-in del 32% rispetto allo stesso mese del 2022. In tutto, nel Paese sono state registrate solo 27 mila auto: di queste, 18.140 erano elettriche pure, il 13% in meno in un anno, mentre le Phev si sono fermate a 8.850 unità (-53%). Il confronto con dicembre, poi, è abbastanza impietoso e dimostra il peso degli incentivi nel determinare l’andamento della domanda: nell’ultimo mese dell’anno scorso sono state targate più di 100 mila Bev e quasi 70 mila ibride plug-in, il tutto mentre i consumatori correvano nelle concessionarie per anticipare l’entrata in vigore delle nuove agevolazioni. Dal primo gennaio è cambiato tutto: ora i tedeschi possono beneficiare di un sussidio di 4.500 euro per elettriche da meno di 40 mila euro (contro i 6 mila di prima) e di 4 mila per i modelli fino a 65 mila (contro i 5.000 del 2022), mentre non sono più previsti incentivi per le ibride ricaricabili. Inoltre, con la nuova rimodulazione è stata stabilita un’ulteriore riduzione di tutte le agevolazioni per il 2024. Anche per questo la Vda (l’Associazione tedesca dei costruttori) ritiene che nei prossimi mesi si andrà incontro a una progressiva e significativa contrazione delle immatricolazioni delle auto a batteria: in particolare, il 2023 si dovrebbe chiudere con un calo delle vendite di Phev del 30% (non si andrà oltre le 255 mila unità) e di circa l’8% per l’intero cluster delle elettrificate, con le sole Bev che dovrebbero perdere il 28% delle immatricolazioni e il 3% di quote.