Mercato italiano – A luglio leggeri segnali di ripresa: -0,8%
Il mercato automobilistico italiano si mantiene in territorio negativo anche a luglio, per quanto non manchino lievi segnali di ripresa. In particolare, secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti, le immatricolazioni sono risultate pari a 109.580 unità, lo 0,8% in meno rispetto a un anno fa. Il calo è decisamente più contenuto rispetto al -15% dei due mesi precedenti, ma è comunque sintomo di una domanda sempre in crisi anche per l’esaurimento degli incentivi destinati ai veicoli che rappresentano il cuore del mercato. Ne è una prova il consuntivo dei primi sette mesi dell’anno: le 793.856 immatricolazioni implicano una contrazione del 20,3% rispetto al pari periodo dell’anno scorso e del 36% circa sui livelli pre-pandemici del 2019.
Stellantis. A luglio, il gruppo Stellantis ha immatricolato 38.698 auto, il 3,2% in meno rispetto a un anno fa. Segno più per la maggior parte dei nove marchi: +53,7% per l’Alfa Romeo (1.446 targhe), +49,8% per la Citroën (5.116), +8,9% per la DS (430), +94,4% per la Maserati (311), +11,2% per la Opel (3.615). In calo, invece, risultano Fiat (-6,9% e 15.300 immatricolazioni), Jeep (-32,2% e 4.124), Lancia (-1,3% e 3.100) e Peugeot (-14,8% e 5.256).
Gruppo Volkswagen. Andamento contrastante anche per i marchi di proprietà del gruppo di Wolfsburg: le immatricolazioni totali sono 19.219, per una flessione del 2,73%. L’Audi perde il 4,9% (4.750 registrazioni), la Seat il 4,2% (1.366) e la Volkswagen il 7,3% (9.847), mentre la Cupra guadagna il 50,7% (907), la Skoda il 10,4% (2.314) e la Lamborghini il 34,6% (35).
Renault e Ford. I francesi chiudono il mese di luglio con un guadagno del 12,1% e 11.288 immatricolazioni. Di queste, 6.134 sono del marchio della Losanga (+12,1%), mentre la Dacia registra 5.154 unità, il 12% in più. In flessione la Ford: sono 5.536 le targhe, l’1,9% in meno del luglio 2020.
BMW e Daimler. Per il gruppo di Monaco le registrazioni sono 4.406, con un calo del 18,7% rispetto a luglio dello scorso anno, per effetto del -21,8% della BMW (3.164 immatricolazioni) e del -9,7% della Mini (1.242). Negativi anche i numeri della Mercedes-Benz: le 4.141 immatricolazioni implicano una contrazione del 3,5%, con il brand della Stella a tre punte in discesa dell’1,5% (3.830) e la Smart in flessione del 22,6% (311).
Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota immatricola 8.261 veicoli e balza del 20,8%: il marchio omonimo, con 8.119 targhe, sale del 24,9%, mentre la Lexus, con 142, perde il 58,1%. Giù anche la Suzuki (-56,7%, 1.311 unità), la Mazda (-43,6%, 571), la Nissan (-3,8%, 1.958) e la Subaru (-40,1%, 115), mentre la Mitsubishi guadagna il 36,8% (394). Negativo l’andamento dei costruttori coreani: con 3.560 immatricolazioni, la Hyundai perde il 4,1%, mentre la consociata Kia, con 3.442 unità, cala del 2,4%.
Volvo e JLR. Tra gli altri marchi del segmento premium, la Volvo registra 1.287 vetture, perdendo il 7,4% e il gruppo Jaguar Land Rover subisce una contrazione del 19,9%: le immatricolazioni sono 1.017, di cui 180 per il marchio del Giaguaro (-51,1%) e 837 per il brand delle fuoristrada (-7,2%). In spolvero la Tesla, con un +311,1% ma solo 37 immatricolazioni, contrastate la Ferrari (-17,5% e 66 unità) e la Porsche (+56,3% e 669 targhe).
Gli altri brand. Ennesimo boom per la DR: con 1.784 immatricolazioni, il brand molisano guadagna il 160,8%, superando per consegne diversi costruttori generalisti. Tra i marchi con vetture di origine cinese, la Lynk & Co ha consegnato 377 esemplari e la MG 519.
La top ten. Nella classifica dei modelli più popolari svetta sempre la Fiat Panda, con 7.146 unità, mentre la seconda posizione è occupata dalla Fiat 500 (3.357 immatricolazioni) e la terza dalla Volkswagen T-Roc (3.351). Seguono, nell’ordine, la Citroën C3 (3.256), la Lancia Ypsilon (3.099), la Fiat 500X (2.831), la Peugeot 208 (2.662), la Jeep Renegade (2.600) e la Dacia Sandero (2.550). Chiude la top ten la Renault Captur, con 2.402 targhe.
Crollano le elettriche. La suddivisione delle immatricolazioni per tipologia di alimentazione dimostra ancora una volta il flop degli incentivi per i veicoli elettrificati. Le auto a benzina segnano una crescita dell’8,9% e, per la prima volta da diversi mesi, assistono a un miglioramento della quota di mercato (dal 27,3% al 29,9%), mentre le diesel perdono il 10,1% e scendono dal 22,8% al 20,7%. In calo anche le Gpl (-6,2%), mentre i veicoli a metano crollano del 69%. Sul fronte delle elettrificate, le ibride guadagnano il 12,4% e passano dal 29,3% al 33,1% del mercato, mentre subiscono una forte contrazione le ibride plug-in, con un -19,2% e una penetrazione in discesa dal 5,7% al 4,6%, e ancor di più le elettriche, con un -29,2% e una quota in contrazione dal 4,6% al 3,3%.
La 500 sempre prima tra le Ev. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, la Fiat Nuova 500 si conferma in cima alla classifica dei modelli più popolari con 778 targhe. Seguono la Smart fortwo (304), le Renault Twingo (263) e Megane (234), la Peugeot 208 (188), la Cupra Born (126), la Peugeot 2008 (104), la Mini (98), la Ford Mustang Mach-E (97) e la Opel Mokka (94).
Crescono le emissioni. Il calo delle vendite di veicoli elettrificati e l’aumento delle auto a benzina si riflette in uno stop alla flessione delle emissioni. La CO2 media è pari a 120 g/km, in crescita dello 0,7% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. A luglio sono state immatricolate 3.623 auto (3,3% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 4.856 vetture (4,4% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 72.737 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, il 65,4% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 25.062 auto (22,5% del mercato) con CO2 tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono a quota 2.196 unità (2% del mercato).
Il commento dell’Unrae. Nell’analizzare l’andamento del mercato, l’Unrae torna a porre l’attenzione sulla struttura degli incentivi e sull’esclusione di determinati canali dalla platea dei benficiari. Nel primo semestre del 2022 il 51% delle vetture a bassissime e basse emissioni fino a 60 g/Km, sono state acquistate da noleggiatori, enti e società, canali che coprono il 32% del mercato totale delle auto: una prova evidente che l’inclusione delle persone giuridiche fra i beneficiari degli incentivi è indispensabile per rilanciare in maniera ampia ed efficace la transizione energetica in atto, afferma il presidente dell’associazione Michele Crisci. In subordine aggiunge è almeno necessario estendere gli incentivi ai privati che utilizzano il noleggio a lungo termine, una categoria di consumatori esclusa senza motivo, attuando nei loro confronti una discriminazione senza motivo, operata in base alla modalità di approvvigionamento della vettura. Inoltre, in tema di transizione è nostro dovere insistere ancora per accelerare l’infrastrutturazione del Paese. Urge ormai un puntuale cronoprogramma con tempi, luoghi, tipologie di colonnine da installare e chiara indicazione dei soggetti incaricati di effettuare gli investimenti. E servono misure volte a incentivare la diffusione di infrastrutture di ricarica privata, conclude Crisci.