Mercato italiano – Il 2025 inizia male: -5,9% a gennaio

Il mercato italiano dell’auto inizia il 2025 sullo stesso percorso negativo del 2024. Secondo i dati del ministero dei Trasporti, a gennaio sono state immatricolate 133.692 vetture, per un calo del 5,9% rispetto a un anno fa. Per quanto sia falsato da una giornata lavorativa in meno, si tratta del sesto calo mensile consecutivo e dell’ennesima conferma del progressivo peggioramento patito da un mercato che si allontana sempre più dai valori pre-Covid: l’Unrae indica un divario del 19%, un punto percentuale in più rispetto al 18% circa dell’intero 2024.

Stellantis. A gennaio, il gruppo ha immatricolato 41.551 auto, il 16% in meno rispetto a un anno fa. Tutti i marchi sono in territorio negativo, con l’unica eccezione dell’Alfa Romeo (2.276 targhe, +17,7%). Citroën perde il 15,1% (5.541 registrazioni), DS il 35,7% (331), Fiat lo 0,1% (15.901), Jeep il 19,1% (5.892), Lancia il 77,2% (890) e Maserati il 33,6% (154).

Gruppo Volkswagen. Per Wolfsburg, le immatricolazioni totali sono 20.251, pari a un calo del 3,1%. Audi guardagna il 5% (6.893 targhe), Cupra il 10,2% (1.128), Lamborghini il 63,9% (59) e Skoda il 5,3% (3.027); Seat flette del 34,9% (684) e Volkswagen del 9,3% (8.514). 

Renault. Il gruppo francese sale dell’8,8% a quota 17.580 targhe mensili, di cui 11.465 per Dacia (11,1%) e 6.115 per il marchio della Losanga (+4,7).

Toyota. In crescita anche il gruppo delle Tre ellissi: le 10.622 immatricolazioni implicano un miglioramento dell’1,1%. Il marchio Toyota segna un -0,1% (10.100 unità), mentre la Lexus balza del 28,3% (522 immatricolazioni).

BMW. Per il costruttore bavarese le registrazioni sono 7.312, il 2,6% in meno rispetto a un anno fa: il marchio BMW targa 6.369 vetture e guadagna il 2,1%, mentre la Mini, con 943 immatricolazioni, perde il 25,9%.

Ford e gruppo Hyundai. L’Ovale Blu cala del 16,1%, fermandosi a 5.207 registrazioni. La Hyundai, con 23.758 targhe, scende del 7%, mentre la consociata Kia, con 3.956 immatricolazioni, guadagna il 6,3%.

Mercedes-Benz. Il costruttore di Stoccarda targa 4.325 vetture e registra un +33,1%: la Stella a tre punte registra un incremento del 41,3% (4.228) e la Smart un declino del 62,3% (97).

Le altre giapponesi. Alti e bassi per gli altri costruttori del Sol levante: -21,1% per Nissan (3.137 immatricolazioni), -18,7% per Suzuki (2.742), -42,9% per Mazda (961), +0,9% per Honda (662), +106,7% per Mitsubishi (215) e -16,5% per Subaru (111).

Premium e sportive. Tra i marchi del segmento premium, la Volvo registra 1.103 vetture, il 33,6% in meno rispetto a un anno fa, e il gruppo Jaguar Land Rover 681 (-44,4%), di cui 36 per il marchio del Giaguaro (-73,9%) e 645 per il brand delle fuoristrada (-40,7%). In attivo Polestar, con un +1.200% (26 immatricolazioni) e Tesla, con un +1% (408). Nel segmento delle sportive di lusso, la Ferrari segna un +15,7% (81 vetture) e la Porsche un +22,4% (592).

Gli altri brand. Performance negativa per il gruppo DR, con un -27,4% (2.118 targhe). Tra i marchi di origine cinese, MG sale del 45,5% (4.131) e BYD del 1.659,6% (827). Omoda&Jaecoo passa da 20 vetture targate a 546, mentre Lynk & Co registra un +5,2% (61). Bene Eurasia Motor Company, con 164 registrazioni e un aumento del 34,4%.

La top ten. Non cambia nulla al vertice della classifica dei modelli più popolari: la Fiat Panda, con 13.333 unità, è sempre prima. In seconda posizione troviamo la Dacia Sandero (5.577) e in terza la Jeep Avenger (4.685). Seguono, nell’ordine, Citroën C3 (4.565), Dacia Duster (4.363), Peugeot 208 (3.727), Toyota Yaris (2.935), Renault Captur (2.575), Toyota Yaris Cross (2.573) e MG ZS (2.438).

I canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita, i privati risultano in calo del 3,8%, mentre il noleggio vede la componente del lungo termine peggiorare del 13,6% e quella del breve del 23,4%. Male anche società ed enti, con un -6,4%%, mentre le autoimmatricolazioni perdono l’1,7% (-6,5% l’uso privato e +103,3% l’uso noleggio).

In spolvero Phev e Bev, metano a zero. La suddivisione per alimentazioni mostra una netta differenza tra le motorizzazioni tradizionali e quelle elettrificate. Le auto a benzina perdono il 16,9% e passano dal 30,2% al 26,9% del mercato, mentre le diesel subiscono un calo del 44,6% e scendono sotto la soglia del 10%: la quota si contrae dal 15,8% al 9,3%. Male anche il Gpl (-13,1% per una penetrazione dal 10,9% al 10,2%). Per il metano non si registrano immatricolazioni (erano 226 un anno fa) e pertanto la loro quota è pari a zero. Il grosso delle targhe è rappresentato dalle ibride non ricaricabili: le Hev, grazie a un +10,4% (+2% per le full, +13,6% per le mild), salgono dal 38% al 45% del mercato, mentre le ibride alla spina tornano a crescere dopo diversi mesi negativi: a gennaio, le Phev segnano un +18%, per una quota in miglioramento dal 2,8% al 3,6%. Infine, le Bev iniziano l’anno molto bene, con 6.729 immatricolazioni (+125,5%) e una quota in crescita dal 2,1% al 5%: risultati che vanno interpretati alla luce della forte penalizzazione patita l’anno scorso, quando le immatricolazioni erano praticamente congelate in attesa degli incentivi.

La classifica delle elettriche. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, in cima troviamo Dacia Spring (961 targhe), seguita da Citroën C3 (418), Tesla Model Y (265), Jeep Avenger (245), Fiat 500 (238), Volvo EX30 (232), BMW iX1 (229), Renault 5 (185), Renault Megane (175) e Volkswagen ID.3 (168). 

Emissioni. Il trend positivo delle vetture elettrificate influisce sull’andamento delle emissioni. La CO2 media scende del 4,9%, a quota 116,9 g/km. Nel primo mese dell’anno sono state immatricolate 8.923 auto (6,6% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 2.582 vetture (1,9% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 91.797 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, pari al 68,2% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state targate anche 25.930 auto (pari al 19,3% del mercato) con emissioni di anidride carbonica tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono 2.825 (2,1%).

Il commento dell’Unrae. L’Associazione delle Case estere, nel suo tradizionale commento, sottolinea come l’incertezza economica e il peggioramento delle domanda impongano un taglio per le previsioni annuali: per l’intero 2025 si prevedono 1,55 milioni di immatricolazioni, lo 0,6% in meno rispetto al 2024 e oltre il 19% in meno rispetto ai livelli pre-pandemia. Il presidente Michele Crisci, invece, punta l’attenzione sulla possibilità che vengano introdotti sussidi elettrici a livello continentale: un dato positivo che si stia valutando l’introduzione di incentivi paneuropei, anziché affidarsi solo a misure nazionali che creano una frammentazione del mercato. Inoltre, accogliamo con favore la disponibilità della Commissione a introdurre della flessibilità nell’applicare le sanzioni per lo sforamento dei target sulle emissioni di CO2. Chiediamo che questi interventi vengano definiti con tempestività e chiarezza, per evitare il rischio di effetti irreversibili. Quanto all’Italia, Crisci ribadisce l’urgenza di misure concrete per la transizione e il rinnovo del parco circolante, proponendo non solo una revisione dell’attuale regime fiscale sulle auto aziendali, ma anche degli aggiustamenti alla normativa sui fringe benefit.