Mercato italiano – Pesa l’attesa per i nuovi incentivi, si rischiano paralisi e caos

Il mercato dell’auto italiano rischia la paralisi in attesa del nuovo schema degli incentivi, più volte annunciato dal ministro delle Imprese Adolfo Urso: ne è convinta l’Unrae, intervenuta a commentare l’andamento delle immatricolazioni di dicembre e dell’intero 2023. “Alla luce dei tempi burocratici di approvazione e ratifica da parte delle istituzioni coinvolte e della necessità di aggiornare la Piattaforma Invitalia”, scrive il presidente dell’associazione delle Case estere, Michele Crisci, “è molto forte e preoccupante il rischio che i nuovi incentivi non siano operativi in tempi brevi. Una situazione che porterebbe a un ulteriore rallentamento o alla paralisi del mercato”.

Unrae: i bonus non bastano. L’Unrae sottolinea come il nuovo piano vada ad accogliere le richieste dell’associazione, a partire dall’estensione delle agevolazioni a tutte le imprese. Tuttavia, Crisci pone l’accento sui ritardi nell’elettrificazione e ritiene che agire solo sui bonus non sia sufficiente: “I decreti attuativi della Delega Fiscale rappresentano un’occasione immediata per prevedere una revisione del regime delle auto aziendali in uso promiscuo, agendo su detraibilità Iva e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2 e riducendo il periodo di ammortamento a tre anni. Ciò favorirebbe il rilancio di un settore utile anche a un accelerato ringiovanimento del parco, considerato il veloce ricambio dei veicoli aziendali”.

Anfia: favorevoli alla rimodulazione degli incentivi. Anche Roberto Vavassori, presidente dell’Anfia, interviene sul tema degli incentivi: “Siamo a favore di una rimodulazione dello schema di incentivazione che renda più attrattive, anche dal punto di vista del contributo economico all’acquisto, le misure a sostegno delle vendite di auto ricaricabili (Bev e Phev), in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea e in modo tale da recuperare il ritardo dell’Italia sulla quota di mercato delle vetture elettriche (appena il 4% contro il 15% circa degli altri maggiori mercati). Fondamentale, inoltre, l’apertura degli incentivi a tutte le persone giuridiche, a eccezione dei concessionari”.

Federauto: ancora tante autoimmatricolazioni per Bev e plug-in. Analoghe considerazioni arrivano dall’associazione dei concessionari: “Il risultato di dicembre è stato influenzato dall’annunciata revisione dell’Ecobonus e dalla disponibilità di nuove risorse per la fascia 61-135 g/km di CO2 a partire dal 2024 che, di fatto, ha determinato un effetto rinvio degli acquisti al nuovo anno”, spiega il presidente di Federauto Adolfo De Stefani Cosentino. “Il fenomeno delle autoimmatricolazioni è stato significativo anche a dicembre, evidenziando le preoccupanti difficoltà nelle vendite reali di auto elettriche e plug-in, anche a causa dei listini che restano sostenuti e di una cultura che manca di quel salto qualitativo indispensabile per l’affermazione di una mobilità veramente green. Come ribadito in più occasioni”, concludono i concessionari, “annunciare misure incentivanti con ventilate possibili partenze solo nei mesi successivi altera il normale andamento del mercato e infonde incertezza tra i clienti e gli operatori, suscitando dubbi e frizioni commerciali”.

Motus-E: rischio caos e paralisi. Dello stesso avviso l’associazione Motus-E, che l’allarme sul rischio di “caos e paralisi: in questo momento c’è grande apprensione tra gli attori della filiera e tanta confusione tra i cittadini”, spiega il segretario generale Francesco Naso. “Purtroppo, all’annuncio della rimodulazione degli incentivi auto non è seguita una tempestiva formalizzazione della disponibilità delle risorse: da un lato, si rischia di creare il caos tra gli operatori, che non hanno ancora informazioni sulla nuova piattaforma per l’ecobonus; dall’altro si paralizza il mercato, perché i potenziali acquirenti sono naturalmente portati ad attendere le nuove agevolazioni prima di decidere come muoversi. Come già osservato nel recente passato”, conclude Motus-E, “i benefici di un incentivo rischiano di essere spazzati via se non si passa subito dall’annuncio all’effettiva attuazione. Siamo fiduciosi che il governo abbia la piena contezza della situazione e che possa intervenire in tempi rapidi per evitare una pericolosissima paralisi”. 

Dataforce: elettriche poco attrattive. Dataforce, dal canto suo, solleva un altro tema: “Il nostro rimane un mercato poco attratto dalle auto elettriche”, commenta il country manager Salvatore Saladino. “Nel 2023, le Bev hanno chiuso al 4,22% di quota, la più bassa di tutta Europa. L’Italia è ‘resistente’ alla crescita delle auto elettriche, con la maggior parte degli esperti di mercato che imputano all’infrastruttura la maggior colpa di questo ritardo. Eppure, io resto convinto che non sia l’infrastruttura il problema più grande; il problema è nel racconto che di questa storia si continua a fare. Semplicemente, credo che oggi l’elettrico non sia ancora superiore all’endotermico nel bilancio complessivo di utilizzabilità e fruibilità. Arriverà il tempo nel quale le vetture elettriche saranno superiori a quelle Ice sotto tutti gli aspetti, ma oggi non è così ed esaurita l’onda degli ‘early adopters’ qualsiasi persona di buonsenso non è disposta a pagare anche il 50% in più per un prodotto che, se davvero volesse diventare oggi prodotto di massa, dovrebbe costare il 30% in meno. Vai a vedere che l’Italia, fanalino di coda in Europa su questo tema, sia invece il Paese più intelligente, quello che alla fine, grazie al silenzio dei consumatori che non comprano, farà capire che il percorso di transizione non si può fare con slogan politici e soprattutto a spese della gente, della qualità e sostenibilità delle loro vite”.

Promotor: la ripresa si sta esaurendo. Infine Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, ritiene che la ripresa iniziata nell’agosto del 2022 si stia esaurendo e che il mercato dell’auto stia entrando in una “sostanziale e non breve stagnazione”, con la prospettiva per il 2024 di un volume di immatricolazioni allineato a quello del 2023 (circa 1.573.000 unità): una previsione allineata a quella dei concessionari.