Mercato italiano – Settembre ingrana la quinta: +22,8%
Settembre è stato un mese decisamente positivo per il mercato auto italiano: in particolare, stando ai dati diffusi dal ministero dei Trasporti, le immatricolazioni mensili si sono attestate su 136.283 unità, per un tasso di crescita sull’anno scorso del 22,8%, quasi il doppio rispetto al +12% di agosto e circa il triplo rispetto ai dati di luglio e giugno. Il miglioramento, sempre legato alla maggior disponibilità di prodotto presso le reti di vendita e all’effetto statistico della bassa base di confronto con il 2022, consente all’Italia di ridurre in modo significativo il divario tra la situazione attuale e i livelli pre-pandemia del 2019: secondo le elaborazioni Unrae, il gap mensile si è ridotto ad appena il 4,9%, a fronte di una media del 20% circa registrata negli ultimi mesi. In ogni caso, se si guardano i dati del consuntivo annuo, manca ancora all’appello un quinto dei volumi: nei primi nove mesi del 2023 le immatricolazioni sono state 1.176.882, il 20,6% in più sul pari periodo del 2022, ma il 20,3% in meno sul 2019.
Stellantis. A settembre, il gruppo guidato da Carlos Tavares conta 44.608 immatricolazioni, il 24,1% in più rispetto a un anno fa. Tutti i brand risultano in crescita: Alfa Romeo sale del 39,8% (2.187 immatricolazioni), Citroën del 5,9% (5.075), DS dello 0,2% (487), Fiat del 13,1% (16.137), Jeep del 109,4% (6.069), Lancia del 2,4% (3.790), Opel del 3,4% (3.840) e Peugeot del 62,2% (6.659). L’unica eccezione è Maserati: in questo caso le targhe sono 363, il 13,1% in meno rispetto a un anno fa.
Gruppo Volkswagen. Per Wolfsburg, le immatricolazioni totali sono 21.584, per un incremento del 719,5%. L’Audi cresce del 7,3% (5.513 registrazioni), la Cupra del 44,9% (1.847), la Seat del 35% (1.010), la Skoda del 20,8% (3.067) e la Volkswagen del 21,3% (10.124). Giù Lamborghini, con un -8% e 23 immatricolazioni.
Renault e Ford. Il gruppo guidato da Luca de Meo mette a segno una crescita del 26,9% grazie a 13.196 immatricolazioni: di queste, 6.755 sono del marchio della Losanga (+20,1%) e 6.441 della Dacia (+35%). Bene pure la Ford: le 6.669 registrazioni implicano un miglioramento del 16%.
BMW e Daimler. Le immatricolazioni del costruttore bavarese sono pari a 6.302, il 20,9% in più rispetto a un anno fa grazie: il marchio BMW cresce del 33,6% (5.101 targhe), mentre la Mini è in calo del 13,9% (1.201). In territorio positivo anche la Mercedes-Benz, con un +14,7% e 5.981 vetture registrate: il brand della Stella a tre punte sale del 12,7% (5.515 immatricolazioni) e la Smart del 43,4% (466).
Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota immatricola 10.801 veicoli e guadagna il 27%, con il marchio delle Tre ellissi in salita del 25% (10.315 immatricolazioni) e la Lexus del 92,1% (486). Andamento positivo anche per la Nissan (+54,1%, 3.474 targhe), la Suzuki (+57,5%, 3.549), la Mazda (+40,4%, 1.376) e la Honda (+22,5%, 909). Ancora in territorio negativo la Mitsubishi (-39,1%, 53). Bene le Case coreane: con 4.146 immatricolazioni, la Kia guadagna l’11,7%, mentre la Hyundai cresce del 9,5% (4.042 vetture).
Premium e sportive. Tra gli altri marchi del segmento premium, le immatricolazioni della Volvo si attestano a 1.317, il 2,2% in meno rispetto a un anno fa. Il gruppo Jaguar Land Rover ne registra 1.443 (+42,9%), di cui 202 per il marchio del Giaguaro (-16,9%) e 1.241 per il brand delle fuoristrada (+61,8%). La Tesla, con 906 targhe, perde il 25%. Nel segmento delle sportive di lusso la Porsche cresce del 5,8% (693 immatricolazioni), mentre la Ferrari passa da 55 a 48 targhe e l’Aston Martin da 6 a 11. Infine, per la Polestar le immatricolazioni sono 134, ma non c’è un riferimento di crescita, in quanto un anno fa il marchio non aveva ancora avviato la commercializzazione delle proprie vetture sul nostro mercato.
Gli altri brand. Tra i costruttori che si sono fatti notare negli ultimi mesi per il loro tasso di crescita spiccano ancora la MG, con un +495,2% e 2.875 targhe; al contrario, il gruppo DR perde il 37,3% e si ferma a 1.732 immatricolazioni, mentre la Lynk & Co subisce un calo del 79,2% (65 registrazioni).
La top 10. Nella classifica dei modelli più popolari, svetta sempre la Panda con 9.469 immatricolazioni. Seconda la Dacia Sandero, con 4.033. Terza la Fiat 500, con 3.893. Seguono, nell’ordine, la Lancia Ypsilon (3.790), la Toyota Yaris Cross (3.581), la Citroën C3 (3.456), la Volkswagen T-Roc (2.984), la Jeep Avenger (2.980, per la prima volta nella top 10), la Ford Puma (2.969) e la Peugeot 208 (2.922).
L’andamento dei canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita, i privati crescono del 23,1%, mentre il noleggio torna in crescita, ma solo per una delle sue componenti: al +6,2% del lungo termine fa da contraltare il -34,5% del breve. Ottimo l’andamento delle autoimmatricolazioni, che salgono del 92,6%, con la componente a uso privato in rialzo del 91,4% e quella a uso noleggio del 112,5%. Infine, società ed enti crescono del 20,5%.
Calo per le elettriche. La suddivisione delle immatricolazioni per tipologia di alimentazione indica una frenata delle auto elettriche dopo due mesi di crescita a doppia cifra. Le Bev, infatti, subiscono un calo dell’1,9%, che porta la loro quota a flettere dal 4,5% al 3,6%. Al contrario, le ibride plug-in salgono del 24,4%, per una quota stabile al 4%, mentre le ibride segnano un +36,2% (+49,4% per le full e +31,6% per le mild) e passano dal 35,7% al 39,5%. Tra le alimentazioni tradizionali, prosegue l’andamento positivo del Gpl: le bifuel registrano un +13,8%, ma la loro penetrazione, complice il superiore tasso di crescita del mercato generale, si contrae dall’8,7% all’8%. sempre crisi nera per il metano, fermo a quota 99 immatricolazioni (-84,2%). Le auto a benzina, grazie a un +32,4%, salgono dal 27,2% al 29,3% del mercato. Infine, le diesel perdono l’1,3% e scendono dal 19,3% al 15,5%.
La classifica delle Ev. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, il primo posto è occupato dalla Tesla Model Y con 803 immatricolazioni; la seconda posizione è appannaggio della Smart Fortwo (412) e la terza della Volkswagen ID.3 (282). Alle loro spalle Fiat Nuova 500 (281), Cupra Born (203), Ford Mustang Mach-E (165), Audi Q4 e-tron (165), Mercedes EQA (149), Hyundai Kona (149) e BMW iX1 (135).
Emissioni. Ovviamente, l’andamento delle varie alimentazioni influisce sui dati di emissione, tornati a crescere dopo il calo di agosto: la CO2 media è pari a 119,6 g/km, in aumento dello 0,4% rispetto ai 119,1 dello stesso mese dell’anno scorso (il dato dei primi otto mesi dell’anno cresce dell’1,3% a 120,1). A settembre sono state immatricolate 5.765 auto (4,2% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 4.671 vetture (3,4% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 93.794 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, pari al 67,7% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 28.775 auto (20,8% del mercato) con emissioni di anidride carbonica tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono 3.132 (2,3%).
Il commento dell’Unrae. Nella sua consueta analisi dei dati, il presidente dell’associazione dei costruttori esteri, Michele Crisci, torna a sottolineare la necessità di rivedere il meccanismo di incentivazione: Diventa sempre più urgente un piano puntuale e chiaro del governo per determinare il percorso che l’Italia intende seguire nell’ottica della transizione green, rivedendo l’attuale sistema di incentivi per renderli più fruibili, maggiormente indirizzati ai target europei, utili a un accelerato rinnovo del parco, destinati a tutte le imprese, rivedendo le regole e recuperando i residui del 2022 e quelli ormai quasi consolidati del 2023. L’associazione delle Case estere ribadisce, infine, la sua richiesta di modifica del regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, che potrebbe essere velocemente attuata attraverso l’applicazione della Delega Fiscale, in modo da rilanciare la competitività delle imprese italiane, prevedendo l’adozione delle misure più volte richieste dall’Unrae, che rilancerebbero un settore utile anche a un accelerato rinnovo del parco, considerato il veloce ricambio dei veicoli aziendali, che costituiscono un usato fresco’ disponibile per gli automobilisti, con effetti positivi da un punto di vista ambientale ed economico.