Mercedes-AMG One – 1.063 CV e 0-200 km/h in 7 secondi per la Formula 1 stradale

 stata mostrata come concept car nel 2017 e oggi, al termine di un lungo processo di sviluppo, la Mercedes-AMG One viene finalmente presentata nella variante definitiva, destinata a 275 selezionatissimi clienti di tutto il mondo. Si tratta di un progetto unico e visionario, che il reparto sportivo di Affalterbach ha fortemente voluto per celebrare i successi degli ultimi anni in Formula 1: per questo la sua progettazione ha coinvolto direttamente anche i tecnici inglesi della sede di Brixworth, dove nascono le monoposto impegnate nel Mondiale. La vettura di produzione farà il suo debutto in pubblico al Goodwood Festival of Speed il 23 giugno e presto sono previste le prime consegne agli acquirenti che da anni hanno già prenotato un esemplare.

Lo stesso 1.6 V6 turbo delle F.1. Fin dalla sua presentazione, la One ha fatto notizia per la scelta di adottare un powertrain direttamente derivato da quello delle monoposto di Formula 1. Non stiamo parlando di una lontana parentela, ma di una variante un po’ più civilizzata del motore utilizzato in gara da Lewis Hamilton: la versione definitiva della vettura adotta infatti il V6 1.6 turbo con funzione portante, ancorato alla monoscocca in carbonio e integrato nel sistema ibrido E Performance e alla trazione integrale 4Matic+ Performance AMG.

Quattro motori elettrici: in tutto i cavalli sono 1.063. Lo schema di trazione si articola come segue: l’asse anteriore con torque vectoring è dotato di due motori elettrici da 120 kW ciascuno, mentre al posteriore arriva la coppia di un terzo motore elettrico da 120 kW (nient’altro che l’MGU-K utilizzato in F.1 per il recupero dell’energia cinetica) e di quello endotermico. Un quarto motore elettrico da 90 kW è infine collegato al turbocompressore, secondo lo stesso schema della MGU-H di Formula 1, per azzerare il ritardo di erogazione e recuperare l’energia termica che viene poi utilizzata come boost in fase di accelerazione. Il risultato è una potenza massima di sistema di 1.063 CV a fronte di un peso di ordine di marcia di 1.695 kg: un traguardo di rilievo assoluto, considerata la complessità meccanica della One.

Limitata a 11 mila giri per funzionare con carburanti commerciali. La sfida tecnologica è stata enorme e ha richiesto un lavoro di ricerca e sviluppo che ha fatto tremare i polsi anche ai più esperti tecnici della Casa tedesca. Il motore V6, ad esempio, è stato dotato di ruote dentate per l’azionamento degli alberi a camme, di un’iniezione diretta capace di lavorare a 270 bar e di molle pneumatiche per la distribuzione, limitando il regime massimo a 11.000 giri per preservarne l’affidabilità e utilizzare per l’alimentazione la benzina per autotrazione normalmente in commercio.

Catalizzatori, scarico, cambio: tutto ad hoc. E i valori omologati sorprendono. Per rientrare nei valori di emissioni omologati sono stati inoltre introdotti da zero (perché ovviamente sulle F.1 non ci sono) quattro catalizzatori in metallo preriscaldati, due catalizzatori in ceramica e due filtri antiparticolato, oltre a un nuovo terminale tutto realizzato in titanio. Il V6, da solo, eroga 574 CV, e il suo turbocompressore lavora a una pressione massima di sovralimentazione di 3,5 bar. La trasmissione utilizzata è un’inedita manuale automatizzata a sette marce con frizione in carbonio e differenziale autobloccante integrato. Stupiscono, considerando l’origine del motore stesso, i valori di consumo omologati: 8,7 l/100 km e 198 g/km di CO2.

18,1 km in modalità elettrica…a trazione anteriore. Quando la vettura viene utilizzata con la sola propulsione elettrica, si attivano soltanto i due motori anteriori, collegati alle ruote tramite un moltiplicatore e capaci di toccare un regime massimo pari a 50.000 giri. Gli stessi motori sono anche in grado di recuperare energia in frenata e di inviarla alla batteria al litio da 800 V e 8,4 kWh di capacità, che permette di percorrere fino a 18,1 km a zero emissioni. La batteria si trova nel pianale, dietro l’asse anteriore, e sfrutta la medesima tecnologia e metodologia di costruzione delle monoposto di Formula 1, da cui deriva anche il sistema di raffreddamento a liquido, dotato di uno scambiatore dedicato.

Sospensioni push-rod, come quelle da corsa. Anche l’assetto prende spunto dalle monoposto: lo schema push-rod di base per entrambi gli assali con elementi regolabili e privo di barre antirollio è di base lo stesso delle F.1. Gli ammortizzatori a controllo elettronico prevedono tre step di regolazione (Comfort, Sport e Sport +) e consentono anche di regolare l’altezza da terra, abbassandola in pista e alzando l’asse anteriore per superare gli ostacoli, come i classici dissuasori, su strada.

Esp regolabile, cerchi monodado, freni carboceramici. Per quello che riguarda gli aiuti elettronici, è stato adottato un ABS non regolabile, mentre l’ESP prevede tre diversi livelli di intervento (On, Sport Handling Mode, Off). Di serie sono previsti cerchi fucinati in alluminio a dieci razze con fissaggio monodado e copertura aerodinamica in carbonio, mentre in opzione sono disponibili elementi a nove razze in magnesio. La Michelin ha sviluppato in esclusiva per il progetto un nuovo pneumatico Cup2 R nelle misure 285/35 19″ all’anteriore e 335/30 20″ al posteriore. L’impianto frenante carboceramico, infine, prevede pinze anteriori a sei pistoncini con dischi forati da 398 mm, mentre al posteriore sono presenti pinze a quattro pistoncini con dischi da 380 mm.

Sei modalità di guida, dal traffico alla qualifica. Al guidatore viene proposta una logica di utilizzo della vettura molto vicina a quella della Formula 1. Sono infatti disponibili sei programmi di marcia, che permettono di gestire al meglio tutti i dispositivi di bordo, con una serie di automatismi volti a ottimizzare le prestazioni. Di default la vettura si avvia in Race Safe, con i soli motori elettrici attivi: il motore endotermico viene acceso solo quando i catalizzatori hanno raggiunto la temperatura ottimale di funzionamento. Passando alla modalità Race, il V6 è sempre acceso ed è privilegiata la ricarica rapida della batteria per ottenere sempre il massimo dai motori elettrici, mentre in EV il turbobenzina, al contrario, viene sempre escluso. Le modalità Race Plus e Strat 2 sono riservate alla guida in pista: la prima offre maggiore risposta dal powertrain, abbassa l’assetto di 37 mm all’anteriore e di 30 mm al posteriore, irrigidisce gli ammortizzatori e rende disponibile l’aerodinamica attiva, mentre la seconda equivale alla modalità di qualifica con la massima potenza a disposizione. In Race Plus e Strat 2 viene attivato anche il Race Start e la vettura può così passare da 0 a 100 km/ in 2,9 secondi e da 0 a 200 km/h da fermo in 7 secondi netti. La velocità massima è invece sempre autolimitata a 352 km/h.  prevista anche una modalità Individual, in cui il guidatore può impostare parametri personalizzati.

Aerodinamica attiva e DRS. L’avveniristico design della Mercedes-AMG One è frutto di un accuratissimo studio aerodinamico: già a 50 km/h la vettura produce deportanza, ed è stata riposta la massima attenzione anche ai flussi di raffreddamento e di canalizzazione dell’aria, sia sulla carrozzeria che sul fondo. La vettura è dotata di elementi attivi che lavorano in funzione delle modalità di guida.  possibile infatti regolare lo splitter anteriore, l’ala posteriore e gli sfoghi sui passaruota anteriori secondo tre programmi predefiniti: in Highway la AMG One lavora con tutti gli elementi chiusi per la guida su strada, mentre in Track (attiva solo in combinazione con le modalità di guida Race Plus e Strat 2) le ali si inclinano per fornire un valore di downforce fino a cinque volte maggiore.  inoltre prevista la funzione Race DRS con un pulsante che permette di ridurre temporaneamente la deportanza del 20% per aumentare la velocità in rettilineo, esattamente come avviene in Formula 1. Il DRS si disattiva automaticamente quando viene azionato l’impianto frenante, oppure quando viene rilevata un determinato valore di accelerazione trasversale.

 

Un guscio di carbonio per due. L’abitacolo, rifinito al minimo indispensabile con ampie zone di carbonio a vista, può ospitare due persone. I sedili hanno una struttura fissa e possono solo essere regolati in inclinazione (25 o 30 gradi). A spostarsi, esattamente come avviene sui modelli da competizione, sono volante e pedaliera. A bordo sono previste due prese mini-Usb e sono presenti anche due display da 10″ per strumentazione ed infotainment, entrambi rivolti verso il pilota. Il volante, infine, è ripreso a sua volta da quello utilizzato in Formula 1, con punti di contatto diretti nei Led di cambiata alloggiati nella parte superiore della corona e nei comandi multifunzione, ma se ne distanzia ovviamente per la presenza dell’airbag. Necessario per ragioni di omologazione e per quella fruizione stradale che, nonostante le prestazioni esorbitanti, era un obiettivo primario di questo ambiziosissimo progetto.