Mercedes-Benz – EQE Suv, tanto confort e 500 km (o quasi) con un “pieno” – VIDEO
Non mi piace mai parlare del design di un’auto in un primo contatto. Ma per la Mercedes-Benz EQE Suv credo sia doveroso farlo. O almeno, io lo trovo doveroso, perché è stata la prima cosa che mi ha colpito di quest’auto. Non fraintendetemi: non voglio sciorinare complimenti a Robert Lenik e Gorden Wagener, ma fare una constatazione che mai prima d’ora avrei pensato di fare. Lo dico: questa Suv è più bella della berlina da cui deriva. Perché, secondo me, è più proporzionata, morbida e piacevole da guardare. Sarà che per alcuni tratti mi ricorda una (gigantesca) hatchback, ma quei dieci centimetri in meno rispetto alla EQE (è lunga 4 metri e 86 e fin poco prima di vederla mi chiedevo il senso di fare una Suv più corta della sorella a tre volumi) le hanno fatto proprio bene. Poi giudicate voi, ma solo dopo averla vista dal vivo: in foto l’effetto è molto diverso.
Più agile di quanto credessi. Fatta questa premessa, passo al succo del discorso. Dalla EQE Suv che ho guidato in Portogallo tra Lisbona e uno dei paradisi del surf, Ericeira non mi aspettavo grandi rivoluzioni rispetto alla sorella maggiore EQS. Perché la base è la stessa, la piattaforma Eva, e le tecnologie pure. Quello che la Mercedes ha cercato di fare è stato cercare di infondere un po’ di dinamismo in questa sport utility proponendo dettagli come l’assetto pneumatico e l’asse posteriore sterzante (da 10). Due soluzioni che, da sole, possono cambiare radicalmente il comportamento dinamico di un’auto. Alle basse velocità la Suv elettrica è molto agile: in alcuni tratti mi ha quasi sorpreso per il suo comportamento e in manovra ho dovuto spesso ridurre l’angolo di sterzo, perché curvava molto di più di quello che credevo (con un passo di 3 metri). Alzando l’andatura emerge l’impostazione dell’assetto, che contiene il rollio ma isola bene dalle imperfezioni della strada, patendo solo un po’ di rigidità sulle sconnessioni più marcate. A questo si abbina uno sterzo votato al confort e alla facilità di guida, che si rivela un comando più che adeguato al compito, ma non brilla per rapidità e per feedback.
Si sta seduti in alto. Il piacere di guida, però, è intaccato anche da altri fattori. Uno su tutti è la posizione che si assume quando ci si mette al volante: la seduta è molto alta, sia da terra sia dal pavimento dell’auto, e si finisce per guidare con le gambe molto piegate, ancor di più rispetto ad altre Suv (in più, i montanti sono spessi e limitano parecchio la visibilità). Pur avendo la batteria (da 90 kWh netti) sul fondo, poi, il baricentro è piuttosto alto e ciò non contribuisce a invitare alla guida dinamica. Meglio rilassarsi e godersi il paesaggio, magari supportati dalla pletora di Adas presenti su questa elettrica. Non sto qui a elencarveli, ma vi faccio un esempio: il cruise control adattivo è in grado di analizzare la strada e regolare la velocità a seconda delle curve che stiamo per affrontare (gestendo il freno pure meglio di un guidatore umano, anche perché il pedale come su molte altre elettriche non brilla per modulabilità e la frenata rigenerativa ha un mordente un po’ troppo aggressivo per i miei gusti). Stabilisce quale sia l’andatura migliore e a te resta solo da ruotare il volante, per viaggi in totale relax.
Rapida in tutte le sue versioni. Se quello che si cerca sono le prestazioni, però, la EQE Suv mette parecchia carne al fuoco. Dalla sua mole non si direbbe, ma questa sport utility è in grado di staccare uno 0-100 in meno di 5 secondi, anche senza dover scomodare le versioni AMG. In Portogallo ho deciso di partire con la top di gamma EQE Suv 500 4Matic con doppio motore (quindi trazione integrale) per 408 CV e 858 Nm complessivi. Nei primi metri tutti quei newtonmetro t’attaccano al sedile e la spinta, pur riducendosi man mano, rimane vigorosa anche in velocità. Una delle forze dell’elettrico sono le riprese fulminee, con la EQE Suv che cambia passo in un battito di ciglia ma, nonostante questo, si lascia guidare con estrema facilità. Scendendo dalla 500 ho percorso qualche decina di chilometri anche a bordo delle 350 4Matic e 350+ a trazione posteriore (292 CV con, rispettivamente, 765 e 565 Nm di coppia) che, secondo me, sono tra le versioni più interessanti da valutare. Perché le prestazioni sono comunque degne di nota (0-100 km/h in 6,6 secondi per l’integrale) e l’efficienza raggiunge il suo apice. E su un’elettrica questo conta più di tutto.
500 km con un pieno? Forse si può fare. Con le tre auto, purtroppo, ho percorso strade molto diverse tra di loro e non posso fornire un giudizio riguardo l’autonomia o l’effettivo consumo: per quello ci saranno i numeri del Centro prove. E non ho nemmeno avuto l’occasione di ricaricarle per vedere se, come dichiarato dalla Casa, in un quarto d’ora alle colonnine da 170 kW si possono effettivamente recuperare 220 chilometri d’autonomia (e una sosta per godermi le mille funzioni e i giochi dell’imponente MBux Hyperscreen l’avrei fatta volentieri). Quello che posso dirvi, però, è che con la EQE Suv 500 4Matic (che prevede un sistema meccanico di disaccoppiamento del motore anteriore nelle fasi di carico parziale) ho staccato una media di poco superiore ai 20 kWh/100 km e con le sorelle minori sono sicuro che si possa riuscire anche a fare meglio: i 500 km d’autonomia, reali, potrebbero essere a portata di mano.