Milano – Area B, il ricorso approda al Consiglio di Stato
All’inizio era solo una della mezza dozzina di petizioni lanciate contro le limitazioni progressive imposte alla libera circolazione dal Comune di Milano con il dispositivo Area B. Con le 7 mila firme ricevute su Change.org e con le 4 mila sottoscritte fisicamente dagli automobilisti nei gazebo piazzati su vari ingressi della città, il Comitato Stop Area B già a novembre aveva depositato un ricorso al Tar della Lombardia contro le disposizioni tecniche di uno strumento che sta appiedando migliaia di milanesi, chiedendone pure la sospensione immediata. Quest’ultima istanza, ovvero lo spegnimento istantaneo del sistema di 188 telecamere che multano automaticamente chi varca in auto il confine della metropoli con un mezzo che non rientra tra quelli congeniali alla giunta (sopra, nel blocco delle foto, si può scorrere il calendario dei divieti), non è stata concessa dal Tribunale amministrativo. Conseguentemente al mancato accoglimento, il Comitato ha deciso di appellarsi al Consiglio di Stato, sempre per chiedere la sospensione immediata di Area B.
Più motivazioni. Alla base del ricorso ci sarebbe una non secondaria inadempienza ai regolamenti del Codice della strada: in caso di modifiche sostanziali delle discipline relative alla circolazione nelle zone a traffico limitato, infatti, le decisioni prese localmente andrebbero comunicate preventivamente al ministero delle Infrastrutture. Come sostengono i ricorrenti, si tratta di una trasmissione che non sarebbe mai avvenuta, alla quale è invece seguita l’inesorabile applicazione delle rigide misure anti-auto decise dall’amministrazione meneghina, peraltro in esclusiva nell’Italia intera. Senza un riscontro ministeriale, anche la definizione delle deroghe formulate dal Comune a dotazione dei divieti estesi entrerà a far parte del giudizio richiesto. Non solo: l’esclusione di determinate categorie professionali, per esempio quella dei tassisti (sono circa 350 quelli coinvolti) e degli Ncc (noleggio auto con conducente), poiché inciderebbe sull’efficienza complessiva del cosiddetto sistema di trasporto pubblico locale, già fiaccato dal taglio delle corse quotidiane dei mezzi e dal recente aumento (2,20 euro) del ticket ordinario, risulta pure soggetta a una valutazione da parte dei giudici.
Tassisti di notte. Il Comitato Stop Area B (il curatore è Fabrizio De Pasquale, da più di vent’anni in Consiglio comunale con Forza Italia), ha seguito il caso di una titolare di una licenza di taxi dotata di una vettura Euro 5 alimentata a gasolio, categoria messa fuorilegge a Milano da inizio ottobre 2022, accompagnandola alla richiesta di un parere da parte dell’Avvocatura comunale. In cerca di una deroga, necessaria alla conducente per poter continuare lavorare e, di conseguenza, sostenere il bilancio famigliare provato dai tempi che corrono (e comunque, insufficiente per poter affrontare la spesa di un’auto ancora più recente della sua, come preteso dalle norme fissate), dagli avvocati di Palazzo Marino avrebbe ricevuto un parere negativo, così giustificato: l’autista può comunque svolgere il proprio lavoro scegliendo di operare nel turno di notte, quando le telecamere dell’Area B non sono attive. La discrezionalità nella scelta delle categorie alle quali il Comune ha concesso qualche tipo di deroga è un altro punto critico dell’operazione. Non meno della totale assenza di certificazioni relative ai benefici a oggi conseguiti con l’applicazione del dispositivo. Dal febbraio 2019 a oggi, infatti, anche se più volte richiesto, nessun report del genere è mai stato presentato. Secondo molti, perchè non c’è alcun riscontro positivo registrabile.