Milano – Il car sharing elettrico di Enjoy si chiama Yoyo

Elettrico, di matrice cinese ma concepito in Italia e assemblato in Piemonte: è l’agile quadriciclo (categoria L7) scelto da Enjoy per il proprio car sharing “pulito”, battezzato Yoyo. Lungo appena 2,5 metri e dotato di un raggio di sterzata inferiore ai 4, perfetto per la città con 150 km di autonomia e in grado di raggiungere gli 80 km/h di velocità massima, il quadriciclo si potrà muovere solo all’interno della circonvallazione filoviaria (quella della linea 90-91) dove, visti i precedenti di Torino e Bologna, anche Milano intende imporre, più prima che poi, il limite di 30 km/h di velocità massima (e tanti autovelox per farli rispettare). Tra i punti di forza del mezzo c’è la predisposizione al battery swap, cioè la possibilità di sostituire fisicamente i pacchi batteria esausti con altri carichi e pronti all’uso. Dell’operazione, non proprio un dettaglio, si occuperanno gli addetti del car sharing Enjoy, che dopo averlo lanciato sulle strade di Firenze, Bologna e Torino stanno portando 200 Yoyo a marchio Xev anche nel salotto buono di Milano (garantendo sempre almeno il 30% di batteria disponibile).

Provare per credere. Naturalmente, la Yoyo non paga i 5 euro pretesi dall’Area C, sosta gratuitamente all’interno delle strisce blu ma, anche in quel frangente, a utilizzo aperto paga 29 centesimi di euro per ogni minuto di noleggio (più 1 euro a ogni sblocco). Guidabile a partire da 16 anni con patente B1, la microcar plug in a emissioni zero scelta da Eni nove anni dopo avere lanciato proprio a Milano la sua prima flotta destinata al car sharing, non peserà sui – sempre troppo pochi – punti di ricarica disponibili sul territorio meneghino. Per il direttore di Eni Energy Evolution, Giuseppe Ricci, la nuova flotta elettrica (fornita attraverso un servizio di noleggio a lungo termine da Sifà, del Gruppo BPER Banca), è il nostro contributo per raggiungere l’obiettivo fissato per il 2050, assieme allo sviluppo dei biocarburanti e della rete di distribuzione dell’idrogeno e del biometano. Di più: con l’opzione battery swapping resa disponibile nelle aree di servizio del Cane a sei zampe (per ora i punti previsti sono 9) in una città dove l’area B detta divieti di circolazione progressivi e che di recente hanno messo fuorilegge persino le Euro 5 a gasolio, le Yoyo color lime potrebbero fare da volano e convincere all’acquisto tanti automobilisti forzatamente appiedati, sollevandoli pure sia dal possesso di una wall box in garage, sia della penosa ricerca di una colonnina libera a bordo marciapiede. La vetturetta, dotata di climatizzatore, Abs ma non di airbag (come le gialle precorritrici di Share’ngo, ritirate per fallimento da Milano dopo tre anni di esercizio), costa circa 15.000 euro, è disponibile in nove colori e beneficia, essendo elettrica, degli incentivi all’acquisto riservati alla categoria: i più corposi.

Lunotto spot. Tra le potenzialità del mezzo, almeno nei progetti, c’era anche il lunotto multiscreen, fondamentale per alleggerire i costi di noleggio, non proprio esigui. La brillante idea ci fu illustrata a Pianezza (TO) direttamente dal ceo della Xev, Lou Tik: Nel lunotto posteriore sarà possibile installare uno schermo per trasmettere messaggi pubblicitari. Gli annunci compariranno solo in situazione di fermata, mentre durante la sosta potranno anche scorrere video commerciali. Contando che le Yoyo opereranno in prevalenza in zone con un’alta densità abitativa, i messaggi pubblicitari potranno essere letti da migliaia di pedoni. Anche se per ora non se ne parla, potrebbe essere la strada per rendere accessibile a tutti, persino gratuitamente, il cosiddetto ultimo miglio: quello che dovrebbe fare ogni amministrazione per favorire concretamente l’utilizzo dei mezzi pubblici.